mercoledì 19 luglio 2017

Habitare fratres in unum, essere compassionevoli

di Paolo Callari



L'amore è uno stato affettivo di appagamento e felicità del proprio essere nel mondo, una esperienza esistenziale legata a qualunque percezione positiva di sé nel mondo.
Esso si rivela in ogni tipo di atteggiamento unitivo: è creativo in quanto, a diversi livelli, rappresenta la sintesi del Logos e dell'Eros contro la separatività e la distruttività del non amore e può essere collegato ad altre persone o indipendente da esse e del tutto soggettivo.

L'amore va dagli appagamenti più sensoriali a quelli più raffinati: intellettuali, estetici, etici, sino all'amore incondizionato, legato a uno stato di coscienza transpersonale.
Nell'arco dell'amore, l'individuo agisce spinto dalla forza universale dell'Eros, che va dalla passione sessuale all'amore cosmico. Permette l'appagamento di tutti i bisogni umani, da quelli istintuali, a quelli mentali, a quelli spirituali. Tra di essi: l'amore della verità, della conoscenza, della bellezza, del sacro. L'amore personale si basa su una conoscenza parziale della realtà e del Sé, è motivato dalla necessità di “avere” ed ha come obiettivo la gratificazione di una carenza, legata a un bisogno dell'io da cui è determinato.

L'amore transpersonale nasce dalla evoluzione della conoscenza e della coscienza e dalla corrispondente trasformazione delle componenti egoistiche legate all'avere, al potere e al successo personale. Segna il passaggio dallo stato di coscienza dualistico al non dualistico: il suo punto massimo è nella realizzazione del “Sé”, uno stato di coscienza unitivo e felice.

L'amore transpersonale, essendo una espressione di conoscenza transegoica deriva, nei suoi diversi gradi, dalla attualizzazione del patrimonio inconscio superiore che ogni essere umano possiede come miniera non esplorata della interiorità.
Le sue funzioni preferenziali sono: intuizioni archetipiche, sentimento altruistico e volontà di bene. L'amore del Sé ha le connotazioni dell'eterno e dell'universale, al di là di ogni identificazione materialistica legata all'attaccamento e all'avversione.

Più dell'amore transpersonale, che ne rappresenta il momento precedente, esso è una unità di sentimento e di intuizione del sacro quale essenza del Reale.
Presente solo in rarissimi casi di rapporti interpersonali (maestro e discepolo): esso è soprattutto rappresentato nell'amore delle più alte personalità della mistica e della sapienza meditativa.

La sua forma, trascendente qualunque qualificazione, è quella del distacco totale dalla importanza personale.
Le qualità dell'amore transpersonale sono: l'umiltà, la pazienza, la comprensione, la compassione, la tolleranza e la generosità. Esse si sviluppano in una persona integrata.

Possiamo dire che l'amore transpersonale-spirituale è legato al bisogno di “essere” e non a quello di “avere”, indi alla realizzazione delle potenzialità umane archetipiche più alte e sublimi del vero, del Se rivolto alla realizzazione della propria più profonda natura divina.
È l'amore volto a integrare l'essenza, il cuore del Sé, e con esso i suoi archetipi dell'armonia, dell'amore e della sapienza.

È quell'amore che spinge all'unità sempre più intensa e perfetta con la Fonte universale della vita; ha equivalenti con l'amore mistico e con lo stato di beatitudine del saggio.
Le qualità dell'amore transpersonale sono: l'umiltà, la pazienza, la comprensione, la compassione, la tolleranza e la generosità. Esse si sviluppano in una persona integrata che ha raggiunto un retto amore di sé e si vanificano in una persona disarmonica il cui campo della coscienza è alterato da problematiche conflittuali: in tal caso l'io è impulsato da energie separative, che sono in antitesi con le energie spirituali e sintetiche dell'amore.

Le qualità dell'amore sono perciò in relazione alla salute psicologica e dipendono dal susseguente grado di attualizzazione delle potenzialità umane e di sviluppo.
I caratteri distintivi dell'amore transpersonale sono: il servizio, la creazione spirituale e la conseguente attitudine alla propria autotrasformazione per dissolvere i fattori egoistici che separano l'io dal Sé, sino alla piena autorealizzazione. Essi sono volti a suscitare in sé e negli altri le energie rivolte alla crescita e al benessere non avido, si esprimono nell'ambito di successivi atti d'amore donativi e si associa alla conoscenza nei suoi aspetti di empatia e di intuizione supercosciente.

L'empatia in senso transpersonale è la capacità di comprendere (dal latino cumprehendo) le qualità del vissuto altrui includente la sofferenza e l'errore, oltre le possibilità conoscitive della ragione: implica il cuore più che la mente.
L'empatia è un silenzioso entrare in sintonia con quanto avviene sia nella coscienza che nell'inconscio altrui: essa è una qualità creativa che si esprime nel contatto interpersonale al di là del dialogo e della interazione; come tale è una qualità di elezione dello psicoterapeuta di orientamento transpersonale e di qualunque tipo di Maestro.
L'empatia è una qualità che si attivizza per motivazioni spirituali e altruistiche, solo in seguito a un avanzato grado di purificazione coscienziale quando i bisogni dell'io sono stati compresi e risolti. Attraverso essa, si entra in contatto con il sentimento altrui, senza subire alcun coinvolgimento emotivo.

L'intuizione è strettamente correlata alla empatia, ed è tanto maggiore quanto più è slegata dall'espressione dell'io e quanto più è legata alla realizzazione del “Sé”.
Nell'intuizione, l'amore si esprime nel suo aspetto più conoscitivo, quale modalità di contatto e di comprensione attraverso l'unione di soggetto e oggetto senza mediazioni razionali e interlocutorie. Essa è perciò conoscenza immediata e totale dell'altro, in cui l'interazione tra un “io” e un “tu” non è determinata dai bisogni, ma è sostituita da uno stato unitivo dell'essere in cui la manifestazione dialettica e separativa dell'esperienza duale è sintetizzata nell'esperienza unitiva-spirituale.

In tale tipo di amore, la compartecipazione umana si può estendere anche alla realtà cosmica di cui ognuno fa parte, dove il significato della vita è agganciato alle categorie universali, e ogni aspetto relativo è riconosciuto solo come una manifestazione di una più
totale realtà assoluta.

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