mercoledì 13 gennaio 2016

Il filosofo e il barcaiolo



Tanto tempo fa un dotto filosofo indù, in possesso di una vasta conoscenza teorica delle quattro “bibbie” dell’Induismo, volle attraversare il sacro fiume Gange. Benché sia spesso fangoso, questo fiume è considerato sacro perché le sue acque sono benefiche per chi vi si immerge e perché i santi dell’India siedono sulle sue pittoresche rive all’ombra degli alberi di banyan, per meditare sull’Infinito.
Un solitario barcaiolo fece salire il filosofo sulla sua barca a remi, per traghettarlo fino all’altra riva. L’orgoglioso filosofo, non avendo null’altro con cui tenere occupata la mente, pensò di dare al barcaiolo un assaggio della sua erudizione, e gli chiese: «Signor Barcaiolo, avete studiato la prima bibbia indù?». Il barcaiolo rispose: «No, signore, non so nulla della prima bibbia indù». Nell’udire questo, il filosofo assunse un’aria molto saggia e osservò con compassione: «Signor Barcaiolo, mi rattrista dover dichiarare che il venticinque per cento della vostra vita è perduto!». Il barcaiolo ingoiò questo insulto e continuò a remare in silenzio.
Dopo un po’, gli occhi del filosofo si illuminarono di una saggezza ben poco santa, ed egli esclamò ad alta voce: «Signor Barcaiolo, devo farvi questa domanda: avete studiato la seconda bibbia indù?». Il barcaiolo, irritato, rispose: «Signore, non so assolutamente nulla della seconda bibbia indù!». Nell’udire ciò, il filosofo rispose: «Signor Barcaiolo, sono desolato di dover dichiarare che il cinquanta per cento della vostra vita è perduto!».
Il barcaiolo, irritato, riprese a remare con vigore.
La barca aveva raggiunto il centro del fiume e il vento si era levato con un po’ più di forza, quando per la terza volta gli occhi del filosofo luccicarono di superiorità ed egli chiese: «Signor Barcaiolo, ditemi, avete studiato la terza bibbia indù?». A questo punto il barcaiolo, quasi fuori di sé dalla collera, esclamò: «Signor Filosofo, mi dispiace che non troviate nessun altro con cui fare sfoggio della vostra conoscenza. Vi ho detto che non so nulla delle bibbie indù!».
Allora il filosofo, trionfante, dichiarò con finta noncuranza e con un tono di affettata saggezza: «Signor Barcaiolo, mi dispiace dover dichiarare che il settantacinque per cento della vostra vita è perduto». Il barcaiolo continuò a borbottare e riuscì in qualche modo a ingoiare le parole di quel filosofo insopportabile.
Trascorsero altri dieci minuti e una tempesta diabolica lacerò i veli delle nuvole e si scagliò contro le acque del Gange, sferzandole furiosamente e sollevando grandi onde tumultuose. La barca cominciò a dondolare come una piccola foglia sull’impetuosa corrente del fiume. Il filosofo cominciò a tremare e rabbrividire. Allora il barcaiolo, con un sorriso, lo guardò e gli chiese: «Signor Filosofo, conoscitore delle quattro bibbie indù, mi avete tormentato con tante domande e avete stabilito che il settantacinque per cento della mia vita era perduto. Ora vorrei farvi io una domanda: sapete nuotare?».
Tremante, il filosofo rispose: «N-n-no, caro barcaiolo, non so nuotare!». Allora il barcaiolo, con vittoriosa indifferenza, rispose sorridendo: «Signor Filosofo, sono desolato di dover dichiarare che il cento per cento della vostra vita sta per essere perduto!».
Proprio in quel momento, quasi a compimento della profezia del barcaiolo, la furia della tempesta rovesciò la barca facendo annegare il filosofo. Il barcaiolo, invece, con possenti bracciate, riuscì a tener testa alle onde e a raggiungere la riva.
(Piccole, grandi storie del Maestro, Paramhansa Yogananda).