lunedì 26 ottobre 2015

In cosa deve credere un Massone?

di Diana Bacchiaz



II Massone vive nella più grande spiritualità e, dato per scontato che il libero muratore deve credere nell'esistenza di Dio come Grande Architetto dell'Universo, anche se mutevole è il suo nome a seconda del credo e della propria religione, invocandolo con questo termine, la Massoneria vi comprende la più intima sacralità della fede del singolo, e affratellandolo in un'unica concezione del Divino lo affratella ad ogni essere umano.
Se un massone segue una religione, ciò è considerato un fatto privato, ogni credo è accettato e rispettato, considerando che il termine religione deriva dal latino Religio e re-ligare, ossia legare, unire la molteplicità all'unità il microcosmo al macrocosmo, sta ad indicare quell'insieme di credenze e di culti, suscettibili d'essere tramite tra ogni esistenza singola o collettiva, con quello che è ritenuto un Essere ed un Ordine Superiore.
Ricordo ancora una volta il celebrato esempio del Fratello Kipling, il quale fu iniziato da un Venerabile Indù, fatto Compagno da un Venerabile Maomettano ed elevato al grado di Maestro da un Venerabile Anglicano con un fratello Oratore Ebreo.
In questo percorso c'è tutta l'Universalità e la Tolleranza della Massoneria ed è appunto questa ricchezza universalistica quella che porta uomini di diversa estrazione, pensiero e origini a sentirsi e riconoscersi come fratelli. Cogliere l'aspetto della fratellanza nel giusto significato e nella giusta dimensione ha un valore essenziale per un Massone, che percorre, dal momento della sua iniziazione, un'ininterrotta via verso il vero, verso la Gnosi suprema.
Il Massone può porsi giustamente – dopo aver passato i primi gradini della propria introspezione e del proprio desiderio e tendenza a modificarsi in meglio - un'altra domanda. «A cosa tendo?». La fratellanza massonica non si muove e non va verso alcuna dottrina, verso alcuna credenza fideistica. Ciascuno collabora invece alla costruzione del Tempio. Questo è il motivo per cui nella ritualità massonica non vi sono distinzioni di religione, di razza, ceto, ideologia.

I rituali massonici non indulgono alla pompa o alla sontuosità, sono essenziali e simbolici, non parlano all'Io razionale ma all'inconscio, in modo che ciascuno riceva uno stimolo d'Ascesi e di Crescita, e che la mente sia volta al Divino nel rispetto della propria individualità, rimanendo un Libero pensatore e nel rispetto dei Liberi pensatori.
La ricerca materiale del benessere ha fatto perdere di vista all'uomo la sua più complessa natura, che non è solo fisica o emozionale. La Massoneria rappresenta certamente la più bella via attraverso cui una personalità Laica (e per laica intendo libera) che rifugga il dogma, può appagare il suo naturale bisogno di Spiritualità. La via massonica è una via spirituale particolare in cui, nel momento stesso in cui si rivolge allo spirito, esalta la Ragione. Ed ecco che, al degrado morale, all'egoismo, la Massoneria contrappone la luce della via iniziatica, che affratella gli uomini e li spinge a nobili propositi.
Liberato dai bagagli della vita materiale, nel silenzio dei templi il Massone deve sentire il prepotente desiderio di una disciplina idealistica che possa irrobustire la sua personalità, possa elevare il suo spirito sorretto da un'incrollabile volontà di andare avanti nella Conoscenza.
Occorre avere una coscienza che sente il profondo desiderio di estrinsecarsi avversando il male, occorre sentirsi liberi da servitù e pregiudizi, occorre essere tolleranti e mai ipocriti.
Dalla Loggia in cui il Massone ritempra le proprie forze ed attinge a nuove, per proseguire nella strada iniziata, egli deve apprendere che non è sufficiente "lavorare su se stessi", perché la Massoneria richiede ai suoi Membri non solo il realizzarsi della propria ricostruzione, ma la partecipazione, in qualità di Massone alla Costruzione della società alla quale appartengono gli affiliati, realizzando così il Tempio dell'Umanità intera.