mercoledì 30 settembre 2015

Il Dio di Aldo Busi



«Da bambino un po' mi dispiaceva non essere Dio e non sapevo, sciocchino che non ero altro, di struggermi per niente, perché già a dieci anni se fossi stato Dio non avrei cambiato una virgola in niente e in nessuno, non sarei stato tanto egoista da togliere agli esseri umani la soddisfazione di farcela, di non farcela e di ritentare da soli attimo dopo attimo e millennio dopo millennio, quindi, non fosse stato che per la debolezza di dare una mano qui e là e anche di prendermela, Dio lo ero già: indifferente, impassibile, neutro per la troppa compassione e inesistente per infinita generosità verso gli esistenti tutti, e così buono da aver convogliato esclusivamente su di sé e in sé tutto l'odio, proprio e altrui, che si prova a non poter amare qualcuno in particolare o, massimamente, non poter dargliene alcun segno amandolo. Perché Dio, oltre a non poter amare alcun essere umano, non ha nemmeno un Dio da inventarsi e da amare e da inventarsi di amare perché Dio è già Lui. Oggi credo proprio che al Suo posto mi sarebbe dispiaciuto un bel po' non essere me bambino. [...] Oltre a essere Dio, poi, quanto a farcela, non farcela, risollevarmi e ritentare da solo, ero anche IO, ero anche AB, l'inizio stesso di ogni alfabeto, di ogni lingua morta e di ogni lingua che nasce, e tutto moriva e rinasceva con me e attraverso di me, io universale collettore di ogni singolo io passato e presente, autobiografo dell'umanità».