lunedì 2 febbraio 2015

Sulle tracce del giovane Garibaldi

Tiziano Busca con Annita Garibaldi Jannet

Il Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell’Arco Reale - Rito di York Tiziano Busca ha partecipato a Catania alla presentazione del libro di Annita Garibaldi Jallet «Sulle tracce del giovane Garibaldi, nell’orizzonte aperto e luminoso del mare Mediterraneo» uscito recentemente per i tipi dell’editore Tipheret con la prefazione di Salvo Pulvirenti.
Con la fuga in America Latina nel 1834 finisce la giovinezza di Giuseppe Garibaldi, che è stato dal 1821 al 1833 da marinaio a comandante in seconda nella navigazione commerciale sul Mediterraneo. A questa professione ha voluto avviarsi da ragazzo, è stato istruito dal padre e dai migliori comandanti di nave della Liguria. Oltre all’incontro con Roma nel 1825, anni del giubileo, l’esperienza della navigazione gli fa conoscere porti antichi come Odessa e Costantinopoli e porti nuovi come Rostov e Taganrog, dove si colloca l’incontro, anch’esso mitico, con un ‘credente’ che lo inizia al pensiero di Giuseppe Mazzini. La sua mente vivace e il suo cuore si sono aperti a una visione ampia del mondo e dell’Europa in particolare, una visione quasi geopolitica che impone la presenza di una Italia unita. Vive in prima fila la tensione verso l’indipendenza della Grecia, la decadenza dell’Impero austro-ungherese, l’emergenza dei moti indipendentisti dei Balcani, il disfacimento dell’Impero Ottomano, le speranze dell’antica Russia. Si appassiona per la musica, la cultura, di quei popoli, vi annoda importanti relazioni ed affetti. Esistono pochissima documentazione e molte leggende su quegli anni, e lui stesso ne ha scritto poche righe, così come il suo primo biografo, Giovan Battista Cuneo. Ma si possono reperire dati certi, abbozzare una cronologia, e scoprire che se il suo mito è stato, in quei paesi, un mito di ritorno, nato soprattutto dopo la sua partecipazione alla Repubblica Romana e la Spedizione dei Mille. Ma è stato nutrito dall’esperienza di quei tempi, dagli incontri istruttivi che vanno dagli esuli della diaspora napoleonica, ai greci e liguri che popolano i porti, ai pirati che infestano i mari, ai discepoli di Saint-Simon. Sono le fonti di una visione cosmopolita e culturalmente critica dei mondi dei quali sarà l’Eroe.

La copertina del libro