martedì 15 gennaio 2019

Dalla Dea Madre alla Shekinà



Sin dalla notte dei tempi, il mondo mediterraneo è intriso di femminilità, nel senso più ampio e profondo del termine. Le società arcaiche erano dominate dall’immanenza dell’Unica Dea, la Grande Madre, regolatrice dei cicli e delle messi; là dove il Pantheon classico disarticolava l’energia del femminile in una pluralità di Dee e Ninfe, che componevano e disfacevano le sorti dell’Umanità canalizzandone le spinte creative - spesso capricciosamente - in un vitale panteismo.
Tanto che si tratti della Matrice primordiale passiva, quanto della capacità di dare e diffondere la Vita, il Materno Tradizionale racchiude in sé sempre un duplice aspetto: il femminile “statico” ed il femminile “dinamico”. L’uno caratterizzato dalla funzione prioritaria di contenere e mantenere fermo ciò che da essa sorge, di circondarlo e proteggerlo; l’altro, che invece preme in direzione dello sviluppo, introducendo cambiamento, movimento e finanche destabilizzazione.
Per questa duplice accezione tutti i simboli collegati alla Grande Madre, o comunque riconnessi al Materno, sono di fatto contraddistinti da una forte ambivalenza, una duplice natura, positiva e negativa: la "madre amorosa" e la "madre terribile".
In questo contesto, i percorsi sapienziali tradizionali ci hanno restituito molte forme e chiavi di lettura del Materno: tutte diverse, ma sempre uguali. Tutte da intendersi, è bene sottolinearlo, nel principale aspetto, prettamente operativo, di strumento o, meglio, aiuto materno nel percorso di reintegrazione personale.
Il presente volume si prefigge l’obiettivo di ripercorrere il concetto archetipale del Materno descrivendone i principali aspetti simbolici e, soprattutto, la possibilità di un suo concreto utilizzo a vantaggio della ricerca personale e alla comprensione del Sé.
Innanzitutto si affronta la simbologia della Madre attraverso l’analogia con le Acque – e la fluidità Vita-Morte – rappresentata dalla lettera ebraica Mem, per poi ricercare e approfondire gli aspetti esclusivi che connotano di volta in volta le Divinità Femminili, da Iside a Venere, da Lilith a Maria. Il punto d’arrivo sarà la Shekinà, la presenza divina nel Cosmo, immanente e femminile, che, secondo gli autori, ben sintetizza quell’ininterrotta progressione che portò il Poeta ad affidare la sacertà del sepolcro all’Odorata Arbore Amica….