lunedì 25 giugno 2018

Tiziano Busca: «La solitudine del monologo, la bellezza del dialogo e del confronto»



«Tutti conosciamo la leggenda di Narciso. Un giovane innamorato della propria bellezza che tutti i giorni si recava al lago per specchiarsi e ammirarsi. Un giorno cadde dentro e nel punto preciso in cui sparì nacque un fiore. Secondo Oscar Wilde, quando Narciso morì accorsero le ninfe del bosco e videro il lago piangere ‘brocche di acqua salata’. Non c’era da stupirsi: lui era l’unico che poteva contemplare tutti i giorni la bellezza del cacciatore, quando si sporgeva dalle sue rive per affacciarsi nelle sue acque.
Ma il lago quella bellezza non la conosceva, in realtà. E non era per quello che piangeva. Tutti i giorni, quando si sdraiava e si sporgeva verso di lui, poteva vedere riflessa nei suoi occhi la sua di bellezza. Il Narciso che ci tramanda Ovidio, e che esisteva in infinite narrazioni prima e dopo le Metamorfosi, era un Narciso, odioso, crudele, pronto a far male a chiunque si innamorasse di lui, troppo preso da sé per immaginare l’altro. In Oscar Wilde abbiamo una solitudine analoga, una bellezza che si riferisce a sé, che ritorna indietro. Quasi che la bellezza non si possa condividere fuori da un recinto, da uno steccato, da un muro.
È quello che sta avvenendo in questo tempo di solitudini e di veleni. A raccontarcelo non è né la cronaca, né la storia, ma, appunto, la letteratura. Questo tempo ci sta insegnando a vivere senza sentimento per l’altro, ognuno di noi guarda la propria bellezza che mai diventa amore, e che subito si nasconde. L’altro non ci appartiene, è un diverso, è un nemico: o ci rispecchia oppure non esiste, e quando ci rispecchia noi lo usiamo ‘per noi’, è un oggetto, non ha mai la dignità di un soggetto portatore di bellezza. Il compito della Massoneria del Massone è quello di costruire e immaginare una società dove ognuno è portatore di un valore infinito, dobbiamo imparare a guardare le bellezze altrui, dobbiamo ridurre in polvere i grumi dell’egoismo, sciogliere i nodi del dialogo, essere sacerdoti, cioè costruttori di cuori, e pontefici, cioè facitori di ponti. Solo così possiamo evitare le ‘brocche di acqua salata’. Solo così possiamo sentirci tutti di nuovo ‘fratelli’. Abbiamo le forze e le intelligenze sufficienti perché questo possa divenire il progetto di elevazione e di differenza che sostanzia l’essere “iniziato” ed è anche la chiave che riporta al centro del dibattito culturale la funzione della massoneria capace di interdire alla politica profana la costruzione di percorsi che impediscano la realizzazione dell’Uomo nei suoi elementi fondanti di libertà fraternità e tolleranza».
Sono parole di Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell’Arco Reale – Rito di York in Italia.