lunedì 7 maggio 2018

Il Rito di York in Grande Assemblea. «Siamo qui per restare»

Il Sommo Sacerdote Tiziano Busca, tra Massimo Agostini e Guido Vitali, con il Gran Maestro del GOI Stefano Bisi

Si è svolta nella suggestiva cornice di Palazzo Caracciolo, a Napoli, la 54esima Grande Assemblea del Rito di York. Un momento importante per la vita del Rito, che ha significati amministrativi e di aggregazioni, ma che sullo sfondo conserva significati iniziatici. Nei primi anni dopo la costruzione del Secondo Tempio a Gerusalemme, Ezra era ritornato a Babilonia e cercava di riunire il popolo per far sì che si potesse interpretare tutti lo stesso spirito. Eretz Israel e Gerusalemme erano state ridotte in cenere da Nabucodonosor e fu da quelle ceneri che Ezra mise su una nuova comunità. Riunì 120 saggi più grandi del suo tempo. Questo gruppo, che riunì anche gli ultimi profeti, prese il nome di ‘Grande Assemblea’ (Knesseth ha-ghedolà). Il Kaplan ricorda che fu la Grande Assemblea a fissare il canone della Bibbia e a redigere l’Amidà, ancora oggi la preghiera più importante dell’ebreo ortodosso.


I lavori del Gran Capitolo, del Gran Concilio e della Gran Commenda hanno visto l'affluenza di centinaia di compagni e cavalieri da tutta Italia e da delegazioni dagli Stati Uniti, dal Gabon, dalla Francia, dal Portogallo, dalla Romania. Il Gran Concilio dei Massoni Criptici d'Italia ha anche un nuovo Gran Maestro. Il Sommo Sacerdote, nella sua allocuzione, ha fatto un po' il bilancio di questi anni, ricchi di successi, crescita e soddisfazioni in tutti i campi. Il Rito si consolida nei numeri, sono nati negli ultimi mesi nuovi capitoli un po' dovunque, arrivando a un numero record di compagnia a pie' di lista. Ma è soprattutto aumentata la qualità, sia nel ritrovato rigore rituale, che nella formazione esoterica, che negli ultimi anni si è arricchita di un recupero della tradizione alchemica e soprattutto cabalistica che era un po' mancato. Qualità di studio anche nelle attività esterne, con una quantità davvero importante di seminari di istruzione e approfondimento e convegni.

Enzo Heffler


La presenza della folta rappresentanza estera, e del Past Sommo Sacerdote Internazionale Ted Harrison dimostra di quanto il Rito di York italiano si sia mosso anche a livello internazionale, per conquistarsi il suo spazio e la sua dignità. Per far sì che la Massoneria torni a riappropriarsi del suo ruolo di formazione pedagogica e iniziatica, grazie alla sua millenaria eredità sapienziale, e pre-ideologica, come instancabile motore delle nostre democrazie in un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo. Un lavoro di squadra reso possibile anche dal lavoro del Gran Reggente Domenico Bilotta, del Gran Segretario Almerindo Duranti e del Gran Tesoriere Enzo Heffler.

Mauro Cascio tra Federico Pignatelli e Massimo Agostini

A Napoli erano presenti anche gli autori che più di altri si sono impegnati in questi anni nella diffusione del pensiero massonico, per Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno, presente con uno stand. Tiziano Busca è l'autore di uno dei testi più apprezzati, intitolato, significativamente, «Rito di York. Storia e Metastoria». Mauro Cascio, reduce dal successo di «Umberto Eco e la Massoneria» e da decine di curatele (de Maistre, Lopukhin, Willermoz, Saint-Martin, Pelagius, Oswald Wirth) sta proponendo il suo ultimo «Piazza Dalmazia». Federico Pignatelli, l'allievo diretto di Ivan Mosca, è il curatore di una importante edizione critica di pagine scelte dello Zohar, la 'Bibbia' della tradizione cabalistica: un'opera monumentale in più volumi. Massimo Agostini, avvincente conferenziere, si è da anni dedicato al 'femminile' e alle infinite declinazioni nelle varie tradizioni, inclusa quella ebraica. Nuccio Puglisi è un saggista a orientamento prevalentemente alchemico, mentre alla storia dello York è dedicato il recente lavoro di Joseph ben Canetti. Da segnalare anche il libro di vignette York realizzato da Almerindo Duranti.

Palazzo Caracciolo

Il palazzo Caracciolo di Santobuono fu eretto dai principi di Caracciolo di Santobuono nel 1584, sul luogo in cui precedentemente era situato un castello urbano, donato dal re Roberto d'Angiò a Landolfo Caracciolo nei primi decenni del XIV secolo. Oggi è una lussuosa struttura alberghiera con un piano nobile e un suggestivo cortile interno.