La civiltà nuragica è la principale espressione culturale della Sardegna protostorica, che occupa tutto l’arco temporale compreso tra la Media Età del Bronzo (apparentemente a partire da un momento non iniziale di tale periodo, intorno al 1600-1500 a.C.) e la fine della Prima Età del Ferro(circa 700 a.C.). La sua parabola evolutiva attraversò momenti di formazione, maturità, trasformazione e degenerazione, e naturalmente fu condizionata sia dai fili di continuità che dai fattori di cambiamento. La sua identità, compatta e nello stesso tempo cangiante nel tempo e nello spazio come un mosaico dai mille colori, sta proprio nel rapporto dialettico tra continuità e cambiamento. Semplificando in modo anche troppo schematico, la civiltà nuragica ci appare come un ciclo storico unitario, che interessa tutta la Sardegna e le sue isole minori e che si può suddividere in due grandi periodi: il primo è quello che vede la costruzione dei nuraghi, delle tombe collettive e dei primi insediamenti; il secondo è quello che, pur nella continuità dell’utilizzo dei nuraghi esistenti come centri di aggregazione del popolamento, vede la fine della loro elaborazione, e soprattutto vede la realizzazione dei grandi insediamenti, dei templi e dei santuari.
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