mercoledì 26 marzo 2014

La scienza si interroga sul sacro.In questi sei mesi accademici e studiosi di tutta Italia si sono confrontati sul senso dell'esistere.

                                                       (Flavio Vetrano)
                                                        (vincenzo Fano)

Gran finale per la rassegna filosofica «Al divino dall’umano» che si è articolata in questi mesi in gran parte proprio in provincia di Latina con una serie di simposi a cui hanno partecipato svariati studiosi tra cui Giuseppe D’Acunto (Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma), Giancarlo Rinaldi (Università L’Orientale di Napoli), Claudio Saporetti (Università di Pisa), Giuseppina Sgueglia (Università Lateranense di Roma), Ferdinando Testa (Università di Palermo), Pierluigi Valenza (Sapienza, Università di Roma). 

L’occasione del confronto è stata la pubblicazione, per la Bastogi di Foggia, del saggio del filosofo pontino Mauro Cascio omonimo, che ha ripercorso le tappe più importanti di una ricerca incessante, quella dell’uomo, e della sua cultura, e del suo senso, a partire proprio dall’eterno. Una rassegna, la VI edizione, firmata dalla Compagnia de Galantomeni, quest’anno in collaborazione con il Capitolo De Lantaarn. 

Le religioni, la scienza, la filosofia, la magia, le società iniziatiche occidentale si incontrano in questo percorso accidentato, tutto in salita, dove certezze sembrano non esserci, dove una qualificata ipotesi si scontra con un’altra, dove tramonta costantemente ogni pretesa di costruzione di una teoria del tutto. Eppure è proprio a quel tutto a cui non si può rinunciare. Quello che Tommaso d’Aquino chiamava ‘reditus’, e che Cascio riprende in prestito per definire il senso del viaggio. È chiara la meta, allora occorre che tutti i saperi, semplicemente, vadano. Ed è un cammino che non riguarda solo filosofi o scienziati, perché siamo tutti chiamati ad essere filosofi e scienziati della nostra vita. Ecco che le pratiche filosofiche (e in fondo la stessa Consulenza filosofica che si sta sempre più affermando come valida alternativa alle psicoterapie in ambiti di chiarificazione, per esempio esistenziale, non patologici) trova tutta la sua autorevolissima giustificazione.

La scienza ha aperto negli ultimi anni prospettive inedite, che in parte riprendono sapienzialità antiche e che comunque minano alla base il nostro consueto modo di ragionare. Meccanica quantistica e relatività sono qui a dirci che aveva ragione, già ai primordi della nostra cultura occidentale, chi diceva che tutto non è come sembra e che il ‘reale’ non è la certezza più vera e concreta che possiamo avere. E allora quali sono le consegue ‘esistenziali’, come cambia o può cambiare la nostra vita? Che senso ulteriore possiamo dare a quel viaggio? Ha ragione Emanuele Severino quando dice che siamo tutti eterni, destinati ad un eterno presente di gioia? 

A queste domande tenterà di rispondere il convegno di chiusura, all’Università di Urbino, sala rossa di Palazzo Battiferri. Un dialogo tra Marco Rocchi (associato di statistica medica), Flavio Vetrano (ordinario di Fisica) e Vincenzo Fano (ordinario di Logica e Filosofia della Scienza). Interverrà il Magnifico Rettore Stefano Pivato. L’appuntamento è per oggi  mercoledì 26 marzo alle 17.30.


Nelle foto: Flavio Vetrano e Vincenzo Fano