giovedì 18 giugno 2020

Massoneria e Cabala. La lettera Nun

di Luca Delli Santi



Il quattordicesimo archetipo che incontriamo nell’alfabeto ebraico è la lettera Nun, la forma ci ricorda un uomo che si sta inchinando, secondo alcune interpretazioni è il simbolo dell’uomo costretto a piegarsi  per provvedere alle proprie necessità, è la condizione della povertà materiale. Nel Talmud è scritto che il fedele prono è il fedele eretto, la condizione materiale non ha alcuna relazione con la possibilità di godere dei frutti di un cammino spirituale.
Una lettura su un piano diverso ci permette di osservare che il capo chino dell’uomo rappresentato nell’immagine è rivolto verso la sinistra, quindi verso la lettera precedente in ordine alfabetico, la Mem, l’iniziale delle parola Melek, Re. L’uomo della forma non è prono, al contrario si sta rialzando per sostenere il Re che ha bisogno del supporto del leale suddito.
La forma di questa lettera è un invito a riflettere su caduta e risalita, è il percorso del giusto che conosce la sconfitta ma non si abbatte, al contrario trae da questa nuovi proficui insegnamenti.
E’ in ogni caso un simbolo che vuole comunicarci modestia ed umiltà come valori. Nel rito di iniziazione massonica viene esplicitato all’iniziando il dovere di sostenere i fratelli che si trovassero in difficoltà, facendo espressamente riferimento al bisogno materiale, la solidarietà verso i bisognosi è la manifestazione concreta dei principi della  fratellanza muratoria, che altrimenti rimarrebbero concetti astratti e privi di significato. 
La Nun si forma piegando una vav.
Nella lingua aramaica, come in quella araba, la parola Nun indica il pesce, si tratta di un archetipo connesso con la forza vitale, come è noto, il cristianesimo lo associa al Salvatore, il Verbo vivificante, l’ipostasi del dio creatore. In Genesi il quinto giorno vengono creati i pesci del mare, “ Le acque brulichino di esseri viventi” 1:9, si tratta di forze che sprigionano vitalità ed energia. La sephira connessa a questo giorno è Hod, il simbolo dell’energia dei gruppi, della dimensione collettiva, la forza sul piano spirituale che si propaga dalle attività umane, l’unione fraterna fra i liberi muratori che viene proiettata sul piano energetico.
La vitalità contenuta in questo glifo è anche quella che nel mondo umano perdura fra le generazioni, superando i limiti dei singoli individui.
La ghematria della Nun è cinquanta, un numero che nella cabala evoca immediatamente le 50 porte dell’intelligenza, il percorso che conduce alla piena Comprensione, la meta che una volta raggiunta implica la capacità di rinnovarsi radicalmente, riscoprendo la propria essenza originaria. La Libera Muratoria è un percorso ispirato dalle cinquanta porte, il simbolismo legato all’arte del costruire afferisce a Binah ( intelligenza/comprensione ) che condivide la medesima radice della parola ebraica costruito. L’intelletto che si rischiara nella Ragione, nell’archetipo della Nun incontriamo saldi legami fra l’arte latomistica  e la tradizione cabalista.
La parola Neshamà, che indica il più elevato gradino dell’anima, inizia con questa lettera, la Neshamà è la fonte del pensiero umano è il punto di contatto più diretto con il divino.
La Nun ci indica il pensiero come ciò che ci rende unici nel creato, umani con la potenzialità di riscoprire la nostra radice divina.