lunedì 27 maggio 2019

La Dea Minerva e la città di York. All’origine dei maestri delle cave

di Massimo Agostini

Il Santuario romano a Chester


Nei pressi dell’odierna Chester vi è un luogo dedicato dagli antichi Romani di Britannia alla Dea Minerva, divinità delle guerre giuste, dell’arte, della saggezza e protettrice degli artigiani.
È proprio quest’ultima sua “vocazione” che la portò ad essere raffigurata a migliaia di chilometri di distanza da Roma, proteggendo i lavoratori che dalla cava di arenaria tagliavano e trasportavano i blocchi per la costruzione delle loro fortezze.

La legione Victrix, insieme alla Legio IX Hispana comandata da Quinto Petilio Ceriale, è infatti legata ai maestri costruttori della fortezza di Eburacum (moderna York) che nella tradizione divenne il fulcro originario delle corporazioni di mestiere.
L’ultima menzione di questa legione in Britania risale al 108 d.c, ovvero dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme.
La città di York venne fondata dal governatore romano di Britannia, Quinto Petilio Ceriale, intorno al 71 d.C., con il nome di Eboracum o Eburacum (successivamente evolutosi nell'anglosassone Eofor-wic, poi nel Germanico del nord Jorvìc e infine nella forma attuale inglese York).
Quinto Petilio Ceriale Cesio Rufo fu genero dell'imperatore Vespasiano.
Vespasiano, prima di diventare imperatore, fu gennerale in Palestina e, a seguito di favori avuti da Giuseppe Flavio, ebreo e sacerdote del tempio in Galilea, lo adottò, concedendogli il nome dei Flavi. (rif. "Et in Arcadia Ego: i miti dei Popoli del Mare, Tipheret editore)
Il figlio di Vespasiano, Tito, comandò le legioni romane che nel 70 d.C. distrussero il Tempio di Gerusalemme, portando forse con sé il mistero della sacra arte connessa alla costruzione del tempio di Salomone e dell’Arca dell’Alleanza.
Non è quindi un caso che fosse diffuso il culto di una Dea come Minerva, Dea della sapienza e protettrice delle Arti sacre, le stesse che determinarono la costruzione del Tempio di Salomone.
Il destino della Legio Hispana è avvolto nel mistero: nel 120 d.C la Legio Hispana fu sostituita a Eburacum dalla VI Victrix e, secondo alcune leggende, si pensa che si sia unita agli SCOTI (popolazione celtica cristianizzata proveniente dall'Irlanda e insediata nel IV secolo in Scozia), alcune iscrizioni la indicano invece nei Paesi Bassi.
Significativo anche il fatto che i romani diedero a quella fortezza costruita in Britannia il nome di Eburacum.
Il termine Eburacum avrebbe il significato di "popolo dei tassi", un popolo identificato con i Biturgi (De bello gallico: VI, 16-28), considerati i "Re del Mondo" (Bitu "mondo" e Rigi "Re")
Per molti autori antichi (Omero, Erodoto, Pausania, Eschilo etc..) gli Eber (Eburi) sono collegati ai Paleset (Popolo del Mare che occupò la terra di Canaan al tempo in  cui gli Shardana, altro Popolo del Mare, tentò di invadere l'Egitto, per poi diventare alleato del faraone Ramses e in seguito, al tempo di Mosè, assumere la retroguardia delle tribù di Israele verso la Terra Promessa).
Il nome Eburacum sembra anche contenere il mistero di una antica sacra stirpe: quella davidica, poiché Eber, nel Vangelo di Matteo (1,1-16), viene indicato  come antenato di Gesù. Coincidenze?  Se è vero che per il mondo iniziatico "nulla avvinene per caso", forse non si tratta di coincidenze!
Sembrerebbe quindi esistere una sottile trama che collegherebbe gli Eburi ai Pelasgi della tribù di Giacomo di Alfeo, ovvero degli Esilarchi: i discendenti di stirpe davidica in esilio dopo la diaspora.
Una trama che condurrebbe al mistero del tempio di Salomone trafugato da Tito per giungere nella fortezza di Eburacum (Odierna York) nella quale si sviluppò l’Arte muratoria e le prime gilde di mestiere poste a fondamento della moderna Massoneria.