venerdì 21 agosto 2015

Notre-Dame di Amiens

di Valentina Marelli



La seconda tappa del nostro viaggio ci porta in un’altra Notre-Dame, quella della città di Amiens, nella regione settentrionale della Piccardia. La Cattedrale di Notre-Dame di Amiens, con i suoi oltre 7000 metri quadrati di superficie, è la più vasta delle cattedrali francesi. Secondo una lapide sepolcrale posta al suo interno sappiamo che la posa della prima pietra avvenne nel 1220, dopo che un incendio distrusse la chiesa su cui ora sorge, e si conclusero molto rapidamente nel 1288.  Nel corso della storia la Cattedrale di Amiens è stata più fortunata di molte delle chiese coeve. Quando, durante la Rivoluzione francese, fu ordinata la distruzione di tutte le immagini di re e di santi, le autorità locali riuscirono a proteggere quelle della cattedrale. Più tardi, il tempio scampò ai bombardamenti delle due guerre mondiali, per cui il suo ricco patrimonio scultoreo è arrivato fino ai nostri giorni praticamente intatto, benché in parte modificato dai mediocri restauri del XIX secolo. A questo ciclo è stato dato il nome di "Bibbia di Amiens", data la completezza delle rappresentazioni iconografiche, che comprendono quasi tutti gli episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento. 



Questa Cattedrale ha una particolarità legata alla reliquia più importante che contiene: il cranio di Giovanni Battista infatti tutta la cattedrale è attorniata dalle tradizioni religiose e dai misteri di questo personaggio, si ha la sensazione forte che sia un tempio dedicato ad esso ed alla sua misteriosa figura. La parete che separa il coro dalla navata centrale è decorata con pannelli lignei a bassorilievo che raccontano i passi evangelici di Giovanni che fu considerato da molti il "messia esoterico", il “Maestro” cioè l'uomo che molti commentatori teologi ritengono essere stato l'iniziatore di Cristo ai misteri spirituali. Una raffigurazione descrive la presentazione della testa del Battista a Salomè, la giovane donna che, secondo la narrazione evangelica, ne aveva fatto richiesta come dono, però non sembra riferirsi al racconto canonico, ma sembra più rispecchiare concetti che hanno radici nelle tradizioni esoteriche. Qui la testa di Giovanni non è concepita come un reperto sacro, ma allegoria del principio gnostico della Sophia, dell’antica saggezza sacra.
Questa potente quanto misteriosa reliquia lega questo luogo alle gesta dei Cavalieri del Tempio di Salomone infatti la testa del Battista richiama il Bafometto templare ovvero l’idolo che i Templari furono accusati da venerare, ma oltre a questo, sul cranio è presente un foro abbastanza grande da poter essere visto ad occhio nudo, anche su di esso e sul suo significato ci sono varie ipotesi, una di esse recita che tale foro avesse come origine il colpo in testa ricevuto dall’apprendista che costruì in assenza del suo maestro la colonna che porta il suo nome, e che fosse una usanza legata ai riti di sepoltura templare, la così detta foratura del cranio, che permetteva la fuoriuscita dello spirito ed il suo ricongiungersi al luogo sacro dove venivano seppelliti i resti mortali del cavaliere. Lo abbiamo visto parlando del cimitero templare di Temple che costeggia l’omonima chiesa, bene non era uso seppellire in luoghi lontani da dove si svolgeva la vita spirituale della comunità e la foratura del cranio permetteva che il suo spirito continuasse in un certo senso a vivere all’interno della comunità.
Alcuni ritengono che i costruttori, seguendo precise conoscenze iniziatiche, avessero voluto concentrare nel sacro edificio il complesso globale delle cognizioni esoteriche medievali che affondano le radici nell'antica sapienza gnostica.
Un altro elemento segreto di questa cattedrale sono le vetrate: alcuni studiosi dell'esoterismo hanno avanzato l'ipotesi che siano un prodotto dell'alchimia, dato che nessuna analisi scientifica è riuscita ad evidenziare come fosse tecnicamente composte. Per fabbricare il vetro gotico furono chiamati addirittura matematici e chimici dalla Persia, come Omar Khaiam, che sostenevano che il loro metodo di colorazione avesse racchiuso il segreto dello spirito del mondo.

Altro elemento importantissimo che qui ad Amiens possiamo godere a differenza di Reims è il labirinto: 



È un'opera di carattere simbolico, per non dire iniziatico, che simboleggia il cammino di evoluzione spirituale che a ciascuno è permesso d'intraprendere e che deve essere portato a compimento fino in fondo. Come in ogni labirinto che si rispetti, basta rovesciare la visione comune del mondo, come fanno gli iniziati, e le cose complicate diventano immediatamente semplici e comprensibili. Qui, usualmente, le strisce nere rappresentano le "vie" mentre quelle bianche rappresentano i "muri", il loro intreccio è il percorso del labirinto. Capovolgendo il modo comune di pensare, ecco che il "Cammino dell'Iniziato" appare immediatamente alla vista, come un percorso rettilineo (bianco) che porta dritto al centro! Oltre al Labirinto, è opportuno notare che le decorazioni pavimentali, sempre nella loro natura duale di accostamenti bianco/nero (motivo ampiamente sfruttato dai Cavalieri Templari nel loro stemma, formano tanti altri motivi geometrici che possono sembrare puramente decorativi ma non lo sono. Davanti al coro, per esempio, una combinazione di tre quadrati concentrici con alcune delle linee mediane ricorda troppo da vicino il simbolo della "Triplice Cinta" da non sembrare affatto casuale ma sottilmente voluto. Ma in realtà il termine che stiamo usando non è propriamente corretto: C'è una sola via da percorrere, e per quanto tortuosa possa sembrare, essa conduce inesorabilmente al centro (si dice che il labirinto è "unicursale", cioè ha una sola via obbligata, caratteristica comune a tutti i labirinti pavimentali delle chiese), a testimonianza della portata universale del cammino evolutivo. Questo è un passaggio molto importante in quanto nella cultura popolare si tende a confondere il Labirinto con il Dedalo il cui intreccio di strade non sempre porta al centro ed in cui è facile perdersi, ricordiamo quello in cui era rinchiuso il leggendario Minotauro. 

Secondo la tradizione il Labirinto Sacro doveva essere percorso a piedi nudi per essere a contatto con la terra e per riuscire a percepire l’energia che da esso si sprigionava man mano che si arrivava al centro, punto di massima energia spirituale, e molto spesso situato su un nodo energetico.