martedì 30 aprile 2019

Il fiume carsico della Gnosi. Il secondo volume del lavoro di Filippo Goti in libreria




Il fenomeno della Chiesa Gnostica, e delle sue successive mutazioni ed articolazioni, è emblematico esempio della convulsa ripresa del movimento esoterico europeo.
La fine dell’ottocento è un’epoca di profonde inquietudini sociali politiche e spirituali, al contempo costellata da invenzioni tecnologiche e da profonda curiosità verso nuove forme di spiritualità. Perimetri fino a quel momento separati o maggiormente impermeabili, quali la sfera religiosa, quella magica-occultista e quella afferente la libera muratoria, sembrano cedere e franare innanzi alla propria inadeguatezza riguardo l'interpretazione del cambiamento secolare.
Ecco quindi che quanto da essi si riversa giunge a dare vita alla Chiesa Gnostica, capace di essere catalizzatrice di personaggi sospesi fra il tragicomico ed il disturbo psicologico; come in una sorta di collage, spesso frettoloso ed ingenuo, viene data composizione ad una struttura che raccoglie la gerarchia e l’articolazione sacramentale della Chiesa Cattolica, in una cornice rituale paramassonica dall’anima apparentemente gnostica.
Prossimamente in libreria il secondo volume di Filippo Goti. Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.

lunedì 29 aprile 2019

A Roma la Grande Assemblea del Rito di York



Si svolgerà a Roma, dal 3 al 4 maggio, allo Sheraton Parco de' Principi, la tradizione Grande Assemblea del Rito di York. Un momento di confronto importante per un Rito che in questi anni è cresciuto di numero, ha reso più fitti i rapporti internazionali, bene accreditandosi con gli Stati Uniti, e che ha sempre tenuto alta l'attenzione per l'anima iniziatica delle camere rituali, la loro natura cabalistica, per la formazione dei compagni, in tantissimi seminari e nelle tornate, nonché per la comunicazione culturale, con convegni e una considerevole attività editoriale. Un grande lavoro di squadra coordinato e diretto dal Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale Tiziano Busca.

Ettore Socci e la Massoneria

di Roberto Galimberti

Ettore Socci

Ettore Socci nacque a Pisa nel 1846. Convinto repubblicato e mazziniano, fu volontario garibaldino nel 1866 a Mentana, nel 1870 seguì ancora Garibaldi in Francia. Nel 1868 fondò a Firenze il giornale "La Verità" che bbe vita effimera. Dopo la breve parentesi alla mazziniana Società Internazionale chiusa dalla polizia, con alcuni compagni fondò l' Unione Democratica Sociale con un programma repubblicano e progressista ed assunse la direzione del giornale "Satana": in seguito ad un attacco ai Gesuiti il giornale fu sequestrato ed il Socci arrestato; lo stesso accadde per "Il grido del popolo", anch'esso da lui fondato. Fu 13 volte in carcere per reati di opinione ed altrettante volte ne uscì assolto. Stabilitosi poi a Roma, dove venne iniziato Massone nella Loggia "Uguaglianza" tra il 1875 ed il 1879, ed alla chiusura di questa Loggia appartenne alla "Roma", fu tra i creatori del Circolo Repubblicano, poi dell'Associazione Repubblicana dei diritti dell'uomo, infine entrò nella Lega della Democrazia e nella redazione del giornale omonimo diretto da Alberto Mario. Qui, e sui giornali che successivamente fondò, "Il fascio della democrazia" (1883-85) e "La democrazia" (1886) svolse vigorose campagne contro gli abusi della polizia e per l'allargamento del diritto al voto, l'emancipazione della donna, la tutela dei fanciulli, la riduzione dell'orario di lavoro nelle fabbriche, la separazione tra Stato e Chiesa, l'irredentismo (per questo fu tra i fondatori della "Dante Alighieri"). Nel 1892 fu eletto deputato per il Collegio di Grosseto.
Fu Grande Oratore della Gran Loggia di Rito Simbolico Italiano dal 1899 al 1902. Si spense a Firenze nel 1905. I Fratelli della Loggia "Ombrone" di Grosseto vollero erigergli un monumento che fu inaugurato il 24 novembre 1907 e nello stesso anno una Loggia di di Pisa fu intitolata al suo nome.


Il busto a Grosseto



Il paralogismo della Massoneria secondo Augusto Comba

di Augusto Comba*



Ricordate cos'è il 'paralogismo'? È un sillogismo falsato dal doppio significato che può assumere il termine medio. Ad esempio: "l'aria è un pezzo di musica vocale; l'atmosfera è composta di aria; quindi l'atmosfera è composta di un pezzo di musica vocale" In altre parole, la formazione di un paralogismo può essere determinata dal duplice significato, dall'ambiguità del termine su cui si forma il ragionamento.
In Italia la mancanza di una legge sulle associazioni fa sì che l'espressione 'massoneria' risulti [...] gravemente ambigua. E anche l'espressione 'massoneria deviata', che è stata coniata negli anni scorsi per ovviare all'inconveniente, aumenta la confusione. Perché, ad esempio, un gruppo di 'consigliori' che assume per i suoi fini le mentite spoglie di una loggia massonica, non è deviato per niente: segue puntualmente la via del mal fare in ragione della quale si è costituito.
D'altra parte la mancanza della legge suddetta non consente a giuristi e magistrati di chiamare altrimenti la 'Massoneria' quella ingannevole sommatoria di gruppi diversi – e, secondo criteri essenziali, quali la legittimità, la storicità, l'osservanza dei principi di garanzia morale, del tutto opposti – di cui si è detto.
Quindi l'uso del [...] 'paralogismo' è tanto più inevitabile e, diciamo, obbligatorio, quanto più il discorso dell'uomo di legge che tratta questioni attinenti la massoneria è rigoroso.

*docente di Storia del Risorgimento all'Università di Torino. Testo tratto da «Valdesi e Massoneria. Due minoranze a confronto», Claudiana, Torino 2000, pp. 154-155

venerdì 26 aprile 2019

Campo de' Fiori. Coscienza laica e Coscienza cattolica. La Massoneria nelle pagine di Giovanni Spadolini

di Giovanni Spadolini


Roma, 9 giugno 1889, Campo de’ Fiori. La parabola dell’anticlericalismo, iniziata con l’assalto alla salma di Pio IX otto anni prima, sembra destinata a toccare il suo “acme”. Si sta per inaugurare, là dove il rogo arse, il monumento a Giordano Bruno, il filosofo che rappresenta il simbolo vivente, e sia pure deformato ed incompreso, dell’anticlericalismo. Invano, per oltre un anno, l’Unione romana di indirizzo clerico-moderato si è opposta all’elevazione della statua, definendola come un “sacrilego attentato alla purezza dell’Urbe”. La prevalenza delle forze radicali e l’omaggio allo spirito dei tempi hanno finalmente consentito quella che appare come una prova di forza del laicismo e della Massoneria, un’autentica sfida al “Papa prigioniero”.
Intorno al monumento ideato dal gran maestro della Massoneria, Ettore Ferrari, intorno alla lapide dettata dal filosofo del radicalismo Giovanni Bovio, sono convenuti tutti i rappresentanti della politica e della cultura italiana. Il positivismo è presente attraverso l’oratore ufficiale Gaetano Trezza e il senatore Moleschott; oltre mille labari massonici garriscono al vento; tutte le università italiane portano il loro omaggio; i vessilli delle società operaie si alternano agli stemmi dei municipi; Ernesto Renan ha inviato da Parigi il suo telegramma di adesione.

Due bandiere con l’effigie di Satana aprono il corteo, che si snoda dall’Esedra al centro di Roma, al suono degli inni di Garibaldi e Mameli e della Marsigliese, sullo sfondo di quella che agli arguti cronisti romani appare come “la processione dei brunisti”. Il sindaco Guiccioli, che è pur un moderato, esalta “il trionfo dell’ideale” ed assume il solenne impegno di sottrarre la statua a tutti gli sfregi e a tutte le provocazioni clericali. Un contemporaneo racconta che in quello stesso giorno “il Papa era tutto il dì in abiti pontificali: nella sua cappella era esposto il Santissimo, come se il popolaccio dovesse invadere da un momento all’altro il Vaticano per assassinarlo. Attorno a lui era riunita una parte del corpo diplomatico: l’ambasciatore di Francia, fra gli altri, quasi a sua difesa”.
Morte allo Spirito Santo: fu il commento degli anticlericali livornesi il 22 giugno, e Morte ai preti fu il grido di tutta l’Italia radicale, garibaldina e massonica, che si specchiò nella statua del Campo de’ Fiori, ammonimento ed esempio del “secolo divinato”. Morte a Leone XIII: si gridò pure in qualche comizio di seguaci di Lucifero (di quel Lucifero che aveva ispirato l’ode di Carducci e il poema di Rapisardi); ed il Papa, senza perdersi d’animo, senza scomporsi, rispose che il monumento impuri perditique hominis, all’uomo empio e perduto, non avrebbe scalfito la rocca della Chiesa cattolica, ben ferma oltre le aggressioni dei singoli e dei capi.

Ma un grido, in quelle violente manifestazioni pro-Giordano Bruno, assume fra tutti un particolare significato; ed è il grido di Viva Crispi, che si accompagna quasi dovunque agli urli di violenta e di vendetta. Viva Crispi. Per la prima volta un presidente del Consiglio in carica è fatto segno all’omaggio dei gruppi di punta dell’opposizione, dei nuclei più accesi dell’intransigenza radicale e democratica. Il fatto è che in Crispi tutti i “brunisti” d’Italia si riconoscono come in uno dei loro, come nel più rappresentativo esponente di quell’Italia che ha fatto della guerra al Papato la sua stessa ragion d’essere, la sua segreta molla di vita.
Il gran dignitario massonico, l’antico compagno di Garibaldi, l’amico lontano di Mazzini appare come l’interprete più degno e conseguente dell’Italia nazionale contro l’Italia cattolica, l’unico capo di governo capace di contrapporre la Roma laica e monarchica alla Roma sacerdotale e jeratica (così come suonava un suo discorso a Palermo sul finire del 1889).
Crispi è l’uomo che si è opposto alla legge delle Guarentigie; è l’uomo che ha chiesto più volte la riduzione della Chiesa nell’ambito del diritto comune; è l’uomo che ha rotto con Depretis in nome di un più vigoroso indirizzo di politica ecclesiastica; è l’uomo che ha fondato la Pentarchia al motto “il nemico principale d’Italia è il prete”; è l’uomo che, arrivato al potere, ha varato la legge sulle decime sacramentali, la repressione degli abusi dei ministri del culto e la riforma generale delle Opere pie, che corona il grande edificio legislativo della Destra storica. È l’uomo che orienta la Monarchia in senso laico e giacobino, resistendo a tutte le pressioni clericali sulla Corte; e quando nell’87 il patriarca di Venezia Agostini interviene in extremis presso Re Umberto per mitigare la legge sulle decime sacramentali, il Sovrano gli risponde con lo stesso stile del padre: che egli “affronta sicuro il giudizio di Dio, della Chiesa e della storia”. È l’uomo che dà garanzie alla Massoneria come nessun altro, che identifica la missione dello Stato con una missione di riforma laica; e non a caso il gran maestro Adriano Lemmi, nel 1888, indirizza all’ “illustre caro e venerato fratello” una lettera per plaudire alla “energica e sapiente opera” con la quale ha saputo “trasfondere i princìpi massonici di libertà e di giustizia nei movimenti e riordinamenti del consorzio civile”.
Con Crispi al potere, gli anticlericali sono sicuri che le debolezze non ci saranno, che nessuna transazione col Vaticano sarebbe possibile. L’esasperazione del “triplicismo”, le visite di Bismarck servono a neutralizzare la politica estera della Santa Sede più animosa e ambiziosa che mai. I primi passi dell’azione mediterranea sboccano nella laicizzazione delle scuole italiane in Oriente. L’Africa, ad un certo punto, si presenta come il “mito” mazziniano capace di fronteggiare l’universalismo cattolico.
Ma Crispi non piace solo per questo. Male o bene, l’Italia anticlericale intuisce la grandezza di Leone XIII, sente che quella politica geniale, ardita, talvolta pur contraddittoria, di “iniziativa” cattolica pone alla terza Italia problemi ben più gravi e difficili di quelli che erano scaturiti dalla solitaria e un po’ malinconica e accorata intransigenza dell’ultimo Pio IX. È per resistere al fascino di Leone XIII che l’Italia laica si esalta in Crispi.
Solo il “novello Procida” glorificato da Carducci è in grado di opporsi alla figura bianca di rigido levita cantata da Gaetano Negri; solo il Cesare Bronte di D’Annunzio può ergersi di fronte al mite schiavo di Dio  che impressionerà Pascoli; solo gli occhi dell’ultimo condottiero che commuoveranno Oriani possono guardare fissi in quegli occhi ammirabili dal nero lucente dei diamanti neri, di uno splendore, di una forza che aprirebbe gli animi, gli occhi di Leone XIII che avevano suggestionato perfino Emilio Zola.
Il vecchio “giacobino” è l’unico che può competere col Pontefice dalle grandi ambizioni, dai sogni magnanimi, dagli smisurati propositi. Lo sentono gli anticlericali; ma lo sente anche, nell’intimo, Leone XIII. È una lotta che oppone l’ultimo uomo del Risorgimento ai piani di riconquista della Chiesa, al grande sogno di revanche di Papa Pecci e del cardinale Rampolla. Ma è una lotta che conoscerà pure un termine; è una lotta che non potrà andare oltre la crisi sociale dell’ultimo decennio del secolo; è una lotta che non potrà superare gli ostacoli che si parano dinanzi a Crispi dopo il ’90: ostacoli ben più gravi di quelli affrontati fino a quel momento, ostacoli tali da sovvertire tutti i vecchi criteri di riferimento e di giudizio.
1891. Con la prima caduta di Crispi si chiude anche l’epoca dell’anticlericalismo aggressivo, militante, dell’ “anticlericalismo di Stato”. Il Crispi che tornerà al potere alla fine del ’93 non è più lo stesso: in quei due anni la Banca Romana l’ha scalfito, l’attacco di Rudinì e di Giolitti l’ha umiliato, i moti di Sicilia l’hanno impressionato, la preoccupazione del caos e dell’anarchia sociale prevale ormai su ogni altra considerazione. “Tutto è disordine”: egli dirà a Umberto sul finire di quell’anno, e il governo da lui presieduto si presenterà ormai come un governo di salute pubblica, come un ministero di emergenza, in cui il nemico da combattere è il socialismo, in cui il monstrum da esorcizzare è l’anarchia che minaccia lo Stato, che insidia l’unità nazionale, che comanda agli antichi rivoluzionari – come dirà egli stesso – di trasformarsi in autentici conservatori.
Il problema dei cattolici, adesso, si pone in una prospettiva riversa. Non che Crispi rinunci alle sue affermazioni di fede nello Stato laico e risorgimentale, nella “civile divinità” che aveva ispirato tutta la sua giovinezza. È di questi anni la inaugurazione del monumento a Garibaldi sul Gianicolo; è di questi anni l’elevazione del 20 settembre a festa nazionale. Ma si sente che l’incubo dell’iniziativa cattolica non domina più come una volta l’antico ideatore dei Mille; si sente che il suo terrore è rappresentato ormai dal movimento socialista, in cui egli non riesce a vedere altro che una rivolta sanfedista, che una jacquerie plebea a sottinteso anti-unitario e quindi reazionario.
Quale mutamento in pochi anni! Ai primi di settembre del 1894, visitando Napoli dopo l’epidemia del colera, l’uomo che aveva destituito il sindaco di Roma Torlonia per aver reso visita di omaggio al cardinale vicario invocherà l’unione delle due autorità, la civile e la religiosa, per ricondurre le plebi traviate sulla via della giustizia e dell’amore. “Con Dio, col Re, con la Patria”: esclamerà Crispi contro il motto degli anarchici “Né Dio né padroni”; e per quanto la sua divinità si identificasse col “verbo” di Mazzini, quelle parole saranno interpretate come un atto di distensione e di pacificazione verso il Vaticano.
Il Secolo scriverà a Milano che l’apologista di Giordano Bruno e della Dea Ragione era caduto in ginocchio davanti al cardinale Sanfelice ed un giornale fiorentino prevederà che il capo del governo sarebbe finito canonico a San Pietro; ed erano, entrambe, affermazioni inesatte.
Ma esatto era che qualcosa di nuovo aveva scosso l’Italia fra il 1890 e il 1894, che le pregiudiziali del vecchio anticlericalismo non conservavano più il significato e il valore di una volta, che la lotta sui due fronti, contro socialisti e cattolici, diventava ogni giorno più difficile. Esatto che era la “paura del socialismo” cominciava ad accumunare il volterriani di ieri e i seguaci dell’Opera dei Congressi, la borghesia miscredente e i fondatori dei circoli cattolici, la Nuova Antologia e gli ebdomadari clericali.
La nuova tattica dell’ “opposizione cattolica” favorisce questa opera. Dopo la Rerum novarum, dopo l’Unione degli studi sociali del Toniolo, dopo la rinnovata iniziativa cattolica nel campo delle classi umili, la Chiesa si presenta come l’unica forza d’ordine che disponga di un vasto consenso popolare, che possa contare sull’appoggio delle moltitudini. Quale migliore argine da opporre alla avanzata socialista e materialista?

Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno al Salone Internazionale del Libro di Torino



Il Gruppo Editoriale Bonanno (A&B, Tipheret, Bonanno) parteciperà al 32° Salone Internazionale del Libro che si svolgerà come di consueto a Torino dal 9 al 13 maggio. Un'occasione per conoscere da vicino anche i titoli dedicati al Rito di York e ai suoi autori. A partire da La Massoneria parla all'uomo di Tiziano Busca, e poi La Sapienza di Re Salomone. Cabala e Massoneria e Lo Schiaffo a Benedetto Croce di Mauro Cascio, oltre agli importanti volumi curati da Federico Pignatelli e Massimo Agostini.

mercoledì 24 aprile 2019

Religioni e sacro. Tiziano Busca tra i protagonisti del documentario di Sabrina Conti



Mondoreligioni è il titolo del documentario di Sabrina Conti, recentemente presentato a Roma, nell'ambito della manifestazione omonima. Un viaggio in quel risveglio 'femminile' che scuote e serpeggia lungo la storia dell'Occidente, tra tradizioni vecchie e nuove che non sono che manifestazioni diverse di un unico anelito, di un'unica via. Tra gli intervenuti anche Tiziano Busca, Sommo Sacerdote dei Liberi Muratori del Gran Capitolo dell'Arco Reale - Rito di York.

Excelsior. Un motto che deve la sua diffusione alla Massoneria del secolo scorso. Ecco perché




Ai più 'Excelsior', oggi, ricorderà sì e no i Grand Hotel. Ma l'esclamazione fu molto popolare agli inizi del secolo scorso. E, come ricorda Augusto Comba, già docente di Storia del Risorgimento all'Università di Torino, ha molto a che vedere con la Massoneria. Tutto è nato dalla poesia Excelsior del massone Henry Wadsworth Longfellow, un "componimento di ispirazione massonica pubblicato nel 1841", di cui oggi in rete si trova anche una traduzione in esperanto, la lingua universale inventata dal massone Zamenhof. «È curioso osservare che il motto 'Excelsior', usato nel 1881 da Romualdo Marenco, anch'egli massone (autore peraltro di un Inno dedicato alla Massoneria), come titolo di una celebre composizione scenica, negli anni seguenti fu uno slogan del Gran Maestro Adriano Lemmi, e nel 1900 darà il nome alla loggia di Torre Pellice», una loggia costituita prevalentemente da Valdesi.

Celestino Bianchi e la Massoneria

di Roberto Galimberti



Celestino Bianchi nacque a Marradi (Firenze) nel 1817. Letterato e Patriota, fu fondatore dello "Spettatore", collaboratore del giornale "La Patria", direttore de "Il Nazionale" dal 1847 al 1848 ed auspicò l'Unità Italiana sotto l'egida della Casa Savoia. Il suo fiero opuscolo "Toscana e Austria" del 1859 ebbe valore decisivo contro il governo granducale. Fu segretario generale del governo provvisorio della Toscana e ne affrettò l'unione alle altre terre italiane. Prima deputato all'Assemblea dei Rappresentanti della Toscana, in seguito fu eletto deputato alla Camera dal 1860 al 1880 per sette legislature. Ricoprì la carica di Segretario Generale del Ministero dell'Interno durante i due ministeri Ricasoli del 1860-61 e 1866-67. Collaboratore de "La Nazione" dal 1860, a partire dal 1871 ne divenne direttore fino alla morte.
Non si conosce dove e quando fu iniziato Massone; nel 1864, comunque, era membro attivo della Loggia "Osiride" di Torino.  Pubblicò molti volumi d'indole storica, tutti ispirati ad un ardente patriottismo. Notevoli fra questi "Mazzini e Garibaldi" (1862), "Silvio Pellico, Pietro Maroncelli e gli uomini del Ventuno, notizie storiche" (1867), "Mentana" (1869 2^ ediz.)
Si spense a Firenze nel 1885.



martedì 23 aprile 2019

Eletti Cohen. In libreria la testimonianza di Pierre Fournié



Questo volume, proposto per la prima volta in lingua italiana, è stato per anni uno dei classici del Martinismo delle origini, cioè quella esperienza originaria nata con l'Ordine degli Eletti Cohen di Martinez de Pasqually, di cui Pierre Fournié fu il primo segretario, sostituito poi Louis-Claude de Saint-Martin. Il tentativo è quello di conciliare le profonde intuizioni iniziatiche e le pratiche operative di quella prima scuola con l'ortodossia del pensiero cattolico. Un testo che va a completare l'uscita di una serie di classici attorno al Trattato sulla Reintegrazione degli Esseri di Martinez de Pasqually: Saint-Martin, Willermoz, Prunelle de Lière, de Maistre, Lopukhin, Palagius, Sedir, Chevillon, Papus, Bricaud, Ambelain.

L'altra faccia di Giuda. Il nuovo libro di Fulvio Canetti



Con questo lavoro l'autore ha voluto lumeggiare la figura di Giuda affinché venisse 'ripensata' e 'spogliata' dalla agiografia popolare del traditore, usata per giustificare l'antisemitismo. Ha cercato di puntualizzare le differenze tra il messianesimo apocalittico-religioso degli ebrei zeloti ai tempi di Gesù e il messianesimo razionale-laico dei sionisti di Teodoro Herzl, che avevano gli stessi obiettivi, con programmi diversi. Il Sionismo, pertanto si può considerare un messianesimo nella sua variante laica, rifiutato dalle Nazioni del mondo, a causa dei secolari pregiudizi contro Israele. Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.

Pietro Gori. Anarchico, ribelle, massone. Successo a Piombino per il convegno del Rito di York

Tiziano Busca con Mauro Cascio

Grande successo alla sala consiliare di Piombino per la conferenza, patrocinata dal Comune, dedicata a Pietro Gori. Anarchico, ribelle, massone. Valerio Gherardini ha ricordato con una dotta introduzione il valore della storia e della memoria. La storia è più o meno ancora oggi maestra di vita, e i valori, maturati lungo il corso dell'esperienza dell'uomo, sono ancora qui a segnare e disegnare i nostri orizzonti e il nostro destino. Gori fu un idealista in senso pieno e vero, abitava cioè i suoi ideali e ne faceva concretamente azione politica. Per questo fu "ammanettato al par dei malfattori" come canta in Addio a Lugano. Lo storico Mauro Carrara ne ha ripercorso la biografia, anche ricordando la sua iniziazione in Argentina, presso la Rispettabile Loggia Rivadavia, i suoi studi, la sua militanza in Italia e all'estero, sempre con questa bruciante passione. Il filosofo Mauro Cascio ne ha inquadrato il pensiero, a partire da opere quali Le basi morali dell'anarchia e Il vostro ordine e il nostro disordine, nel contesto della cultura massonica continentale (Lessing, Fichte, Voltaire). Così stretta che un solo verso basta a spiegare la comunione ideale tra il pensiero anarchico e quello massonico: «Nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà e un pensiero ribelle in cuor ci sta».
Al centro delle riflessioni, chiuse e coordinate da Tiziano Busca, anche il ruolo dell'economia predatoria della dignità umana. Un tema che il Rito di York ha negli anni avuto a cuore, ricordiamo su tutti gli incontri con Giancarlo Elia Valori e con Diego Fusaro. Gori la chiama 'antropofagia economica'. «Con la rivoluzione politica, che abolì i privilegi feudali, lasciando solo il denaro dominatore del mondo – la classe vittoriosa nella lotta, giacché si era accaparrata tutte le risorse della vita dal capitale alle ricchezze naturali, trovò che bastava la semplice dipendenza economica dei lavoratori, per farne degli strumenti docili e delle macchine di produzione così feconde di ricchezza per la classe parassitaria, come produttrici di miseria per se medesime».

Addio a Lugano


Enrique de Villena appunti tra storia, leggenda e letteratura

di Michele Leone

Enrique de Villena

Enrique de Villena (1384 –1434) si è presentato quasi per magia mentre ordinavo degli appunti volanti dopo un pantagruelico pranzo pasquale. A proposito di Gargantua e Pantagruele, a breve un post che avrà a che fare con il lavoro di da François Rabelais, ma non ti “spoilero” nulla per ora.

Torniamo a Enrique de Villena, potrebbe essere il personaggio di un romanzo e queste mie poche righe spesso lasceranno il sentiero della storia per avventurarsi in quello dell’immaginazione e della fantasia. D’altronde immaginazione e fantasia sono alla base di ogni operazione magica.

Una vita tra corte e solitudine quella di Enrique ultimo rampollo della nobile casata degli Aragona, Gran Maestro dell’Ordine militare di Calatrava. Enrique de Villena rinunciò più o meno volontariamente al suo matrimonio – della moglie pare si fosse invaghito il re di Spagna che lo propose per la Gran Maestranza che prevedeva il celibato – e di diede ad un celibato non privo d’amori clandestini e no.

Enrique de Villena è una sorta di Faust ante litteramnella visione di molti, di qui il suo soprannome “il negromante” o “l’astrologo”, per altri è un ciarlatano, per altri ancora un cultore della scienza intesa in senso moderno, traduttore di diverse opere tra cui la Divina Commedia, un letterato poeta che ha ispirato con la sua persona altri letterati e poeti. Probabilmente Enrico era tutto questo, in anticipo di circa cent’anni sul Siglo de Oro.

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Il giovane Alessandro Manzoni, la libertà, la Massoneria

Alessandro Manzoni

Una peculiare conferma, di tipo qualitativo, dell'esplosione di entusiasmo massonico conseguita anche da noi al trionfo di Bonaparte, si ricava da un caso letterario assai poco noto, e cioè dal colore spiccatamente massonico, beninteso sul piano ideologico, che assunse l'esordio poetico di Alessandro Manzoni. Il quale nel 1801, a 16 anni, da poco uscito di collegio, scrisse in rima il giovanile poemetto Del trionfo della Libertà, sotto l'influsso, a quanto pare, del fervore laico del massone Vincenzo Monti, da lui ascoltato a Pavia. Manzoni scagliava le sue terzine contro la Tirannia (s'intende quella dell'Ancien Régime), che con le sue

... orride mani
I sacrileghi don su l'ara pone,
e osa tendere al Ciel gli occhi profani.
Che più? sue crudeltadi ai Numi appone,
E fa ministro il Ciel di sue vendette;
E il volgo la chiamò: Religione

Augusto Comba, citazione da D. Bulferetti, "Del trionfo della libertà" di A. Manzoni e la Massoneria, in "Giornale storico della letteratura italiana", LXXI, 1918 fasc. 2-3, pp. 213-231

mercoledì 17 aprile 2019

Vincenzo Pasquali e la Massoneria

di Roberto Galimberti



Vincenzo Pasquali nacque a Scarlino (Grosseto) il 25 giugno 1871. Si trasferì nel 1915 a Sanremo, dove fu iniziato Massone nella Loggia "Giuseppe Mazzini" il 3 gennaio 1918, fu promosso Compagno d'Arte il 17 dicembre dello stesso anno ed elevato al grado di Maestro il 31 marzo 1919.
Scultore, molte delle sue opere sono conservate nel cimitero monumentale di Staglieno a Genova ed in quello della Foce a Sanremo. Fra le sculture più care alla cittadinanza vanno sicuramente annoverate l' Ondina, attualmente collocata nella prima aiuola di Corso Mombello, la Primavera, che fa bella mostra di sé all'inizio dei giardini Imperatrice, ed il San Francesco sito davanti alla Chiesa dei Cappuccini. La Primavera, cui fece da modella la figlia Italia, in particolare è considerata il simbolo della città. Un altro prestigioso monumento. quello ai caduti, inaugurato il 12 novembre 1923 in Corso Mombello, fu rimosso durante la seconda guerra mondiale e dirottato al Centro Raccolta Metalli per essere fuso. Si spense a Sanremo nel 1940.



martedì 16 aprile 2019

Fiamme a Notre-Dame. Il cordoglio del Rito di York italiano




«Una sciagura». Così il Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell'Arco Reale - ito di York Tiziano Busca. Come si può esprimere il dolore, lo smarrimento? Con le parole che non trovi, che non sono mai adeguate. Non ci sono le parole 'giuste' per dire bene e dire tutto. La Massoneria le cattedrali le costruiva e simbolicamente continua a costruire luoghi che spetta poi al sacro abitare. Le fiamme hanno sfidato questa ambizione dell'edificare. Hanno voluto mangiarsi i secoli e la testimonianza. «Ma la struttura (forse) è salva. Cioè la parte più antica di Notre Dame. Da lì si ripartirà, con uno slancio nuovo, ed è questo che voglio dire ai fratelli, ai compagni, ai francesi tutti nell'esprimere la mia più sentita solidarietà. Tutto sarà più bello di prima. Perché è la forza con cui strappi qualcosa dall'oblio. È la morte e la rinascita. E noi qualcosa dovremmo saperne...»

lunedì 15 aprile 2019

Fernando Agnoletti e la Massoneria

di Roberto Galimberti

Fernando Agnoletti

Fernando Agnoletti, Giornalista e politico, nacque a Firenze il 6 marzo 1875. Giovanissimo combattè in Grecia con i volontari Garibaldini nel 1897. Tornato in patria iniziò la sua carriera di pubblicista, usando talvolta lo pseudonimo "Calandrino". Lettore d'Italiano presso l'università di Glasgow, vi fondo, il 21 gennaio 1909, la rivista bilingue "La riscossa latina" le cui pubblicazioni durarono fino al 1910.
Fu iniziato Massone il 12 giugno 1907 nella Loggia "La Condordia" di Firenze, fu promosso Compagno d'Arte ed elevato al grado di Maestro il 15 ottobre 1909. A Firenze collaborò a "La Voce", per la quale scrisse le sue pagine più fresche, poi raccolte nel volume "Dal giardino all'Isonzo". Lascio "La Voce" per seguire Giovanni Papini (1881-1956), quando questi fondò la rivista "Lacerba" con Ardengo Soffici (1879-1964). Interventista nel 1915, andò in guerra volontario; poi nel 1919 presiedette la sezione fiorentina dell' Associazione combattenti, e diresse fogli come "Noi" e "L'aratro". Si spense a Firenze il 25 novembre 1933.




Abeliti: un misterioso ordine del Nord Europa

di Michele Leone



Ahlwardt Peter (1710 – 1791), professore di logica e di metafisica fonda a Griefswald (città nel nord-est della Germania e si fregia del titolo di “città universitaria ed anseatica”) fonda l’ordine degli Abeliti il cui nome è anche così citato: Ordine dell’Ordine della Vera Sincerità e Rettitudine. L’Ordine degli Abeliti è stato fondato nel 1745. I membri di quest’ordine dovevano dare prova di sincerità e candore. Il nome si ispira ad Abele, fratello di Caino, perché le loro riunioni dovevano avere sempre carattere di rettitudine e di giustizia. La massima preferita di Ahlwardt era: «Date alla cosa che vi occupa, per piccola che ella sia, tutto l’attenzione di cui siete capace». L’ordine degli Abeliti era anche chiamato Ordine di vera sincerità e onestà, variante di quello sopra citato. L’ordine secondo alcuni è ispirato al modello massonico, mentre per altri nulla aveva a che fare con la latomistica istituzione. Sembra che l’Ordine degli Abeliti fosse diviso in due sole classi o gradi. Gli Abelitisi incontravano una volta al mese e non era infrequente che parlassero di incontri in Loggia. Non si conosce quando si sia estinto quest’ordine, ma non dovette avere lunga vita.

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giovedì 11 aprile 2019

Ugo Piperno e la Massoneria

di Roberto Galimberti

Ugo Piperno

Ugo Piperno nacque a Livorno il 27 marzo 1870. Esordì nel 1891 con la compagnia di C.Rossi e nel 1896 fu prima con Ermete Zacconi e poi con la compagnia di Ruggero Ruggeri. Successivamente si dedicò alla direzione ed alla regia dove si distinse per scrupolo e serietà. Fu sempre in prima linea e fila e si adoperò sommamente in favore delle Terre Irredente. Fu anche un buon attore cinematografico nell'immediato anteguerra in numerosi film prodotti dalla Cines.
Iniziato Libero Muratore nella Loggia "Carlo Darwin" di Pisa il 3 aprile 1905, fu promosso Compagno d'Arte il 21 maggio 1908 ed elevato al grado di Maestro il 2 giugno 1908.
Si spense a Bologna il 4 maggio 1922.


martedì 9 aprile 2019

Vincenzo Lunardi e la Massoneria

di Roberto Galimberti




Vincenzo Lunardi nacque a Lucca nel 1759. Dapprima Ufficiale del genio dell'esercito napoletano, passò poi a Londra quale segretario dell'Ambasciatore del Re di Napoli. All' eco delle ascensioni eseguite dai fratelli Montgolfier, egli si prefisse di costruire un pallone gonfiato con l'idrogeno. Il 15 novembre 1784, a Londra, alla presenza della corte inglese e di una grande folla, effettuò la prima ascensione. Il pallone aveva 33 piedi di diametro (circa 10 metri) ed era munito di due leggere pale, per mezzo di cui egli sperava regolare l'ascesa e la discesa, ma che si rivelarono inutili. Discese a Ware, Hertfordshire, dopo circa due ore e 10 minuti. Fece poi altre ascensioni in Inghilterra mediante un altro pallone più grande e ripetè gli esperimenti in altre città d'Europa, conseguendo particolare successo nell'ascensione effettuata a Napoli alla presenza di quella corte. Dopo una prova avvenuta a Lisbona nel 1794 non si ebbero di lui che frammentarie notizie. Non sappiamo quando e dove sia stato iniziato Massone; ma la sua appartenenza è certa in quanto fu più volte visitatore della Loggia "St. Andrew's n°160" di Edimburgo. Si spense a Lisbona nel 1799.

lunedì 8 aprile 2019

La Gran Loggia a Rimini. La Massoneria c'è. Ed è in ottima salute

Un momento dei lavori

Un momento di incontro e confronto. A Rimini si è dibattuto, discusso, ci si è confrontati. Una tre giorni fatta di incontri, mostre, e proposte di lettura dagli stand della Fiera del Libro. Tra i punti di stretta attualità anche la recente legge liberticida dell'Ars, sulla cui liceità e costituzionalità si pronuncerà l'Ue. Hanno partecipato anche anche i consiglieri regionali siciliani Antonio Catalfamo ed Eleonora Lo Curto che hanno una posizione fortemente critica nei confronti della legge Fava.

Giovanni Maria Flick

Ospite eccellente Giovanni Maria Flick. Chi è più trasparente la Massoneria o il Movimento 5 Stelle?». È la domanda che il giornalista Alessandro Barbano ha rivolto a Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, in occasione della Gran Loggia del Grande Oriente d'Italia. «La Massoneria, ha spiegato il giurista, rientra nell’ambito dell’articolo 2, che dice che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” [...]. Quanto al Movimento 5Stelle, ha osservato, l’articolo 49 della Costituzione sui partiti è stato solo parzialmente attuato, ma non è mai stata fatta una legge per regolamentarli e troppo tardi si è capito che invece sarebbe stato necessaria».

Michele Mirabella

«Ma misi me per l’alto mare aperto»… È partito dall’Ulisse raccontato da Dante nel XXVI canto dell’Inferno, Michele Mirabella volto noto della tv, autore e attore di teatro, radio, cinema e televisione, docente, saggista e giornalista, per parlare al pubblico della Gran Loggia del futuro della conoscenza e dei pressanti interrogativi che i nuovi sviluppi della tecnologia irrimediabilmente sollevano. Mirabella si è soffermato sul mito di Odisseo, da sempre simbolo della ricerca del sapere, del desiderio instancabile dell’uomo di porsi continui traguardi, per parlare di oggi, di Internet, che, se abusato e male utilizzato, ha sottolineato, “rischia di diventare come il soma descritto da Aldous Huxley nel suo celebre romanzo Il mondo nuovo”, e cioè una sostanza euforizzante, distribuita gratuitamente dallo Stato a tutti i cittadini sin dall’infanzia, che distoglie da ogni tipo di preoccupazione chi lo assume e lo fa piombare in un dolce limbo cerebrale. La rete, ha detto il giornalista, deve essere invece come il mare di Ulisse, non il fine, ma il mezzo per raggiungere altri orizzonti. Un oceano attraverso il quale imboccare la strada della conoscenza senza smarrirsi, sapendo che in esso è facile perdersi, perdere l’orientamento perché non ci sono strade delimitate, e in esso tutto è liquido. Il giornalista si è soffermato a riflettere anche sull’urgenza di restituire un ruolo autorevole alla scuola, che è preposta a tramandare la cultura di una comunità che, ha ricordato, come sosteneva il filosofo Edmund Husserl è il sedimento naturale dei saperi condivisi.

Gianrico Carofiglio

C'era anche Gianrico Carofiglio. Con un tema che è il cuore della ricerca iniziatica e un approccio caro ai liberi muratori: «La verità è una locuzione che ha 21 anagrammi di cui tre interessanti: evitarla, rivelata, relativa. Parole che corrispondono curiosamente ciascuna ad un differente approccio filosofico: allo scetticismo per il quale essa è irraggiungibile la prima; alla metafisica e alla religione che la impongono la seconda; alla pluralità dei punti di vista, che nulla ha a che fare con il relativismo, ma molto con la libertà di pensiero, la terza».

Paolo Nespoli

La Gran Loggia era significativamente intitolata Tra la terra e il cielo, a indicare che dalla terra si parte ma è il cielo che si brama. Ma anche per omaggiare un altro ospite d'eccezione: l'astronauta Paolo Nespoli.  «Nella mia città in America vedo i simboli della Massoneria, in Italia no», ha detto tra l'altro.

Stefano Bisi

«Le stelle non si posseggono. Si ammirano». Così Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani nella sua allocuzione. «Esse ci guidano e ci sono sempre. Anche sotto le nubi, quando la Volta è coperta ma noi sappiamo che loro ci guardano e illuminano lo stesso la via da seguire. Nella costruzione allegorica del Tempio c’è la chiave della nostra Opera che non ha un punto di arrivo ma un continuo punto di ripartenza. È per questo motivo che il Tempio per noi ha come copertura il cielo stellato. Altrimenti se ci fosse il raggiungimento prefissato e dogmatico di qualsiasi Verità di parte non ci sarebbe per noi conoscenza e la coscienza sarebbe limitata. Ecco perché continuiamo a guardare le stelle».

Tipheret

Nella Fiera del Libro era presente anche Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno, tra i più attivi editori nel campo degli studi massonici. Protagonisti i libri del momento, di autori del Rito di York: La Massoneria parla all'uomo del Sommo Sacerdote Tiziano Busca, La Sapienza di Re Salomone. Cabala e Massoneria e Lo schiaffo a Benedetto Croce di Mauro Cascio. Con gli ultimi volumi di Almerindo Duranti, Enzo Heffler e Massimo Agostini.

Fonte: GOI

venerdì 5 aprile 2019

Tra Terra e Cielo. Gran Loggia al via al Palacongressi di Rimini



Tra Terra e Cielo. È questo il tema della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia che prende il via oggi 5 aprile, come di consueto, al Palacongressi di Rimini, per concludersi domenica 7. L’appuntamento riunisce, con cadenza annuale, tutte le logge del Grande Oriente. Nel corso dei lavori interni avrà luogo l’installazione del Gran Maestro, con la sua Giunta, che sarà alla guida del Grande Oriente d’Italia nel quinquennio 2019-2024. Le votazioni del 3 marzo hanno confermato al vertice della più antica e numerosa istituzione massonica italiana il Gran Maestro uscente, Stefano Bisi.
Rimane invariato il modulo delle attività di Gran Loggia, con una parte interna – per i maestri venerabili (o i loro delegati), gli aventi diritto e altri esponenti accreditati – e una pubblica, con la consueta allocuzione del Gran Maestro e dibattiti, presentazioni di libri, conferenze, mostre e altro ancora, aperta a tutti. Le persone estranee al Grande Oriente, che partecipano all’importante appuntamento di primavera, cresce di anno in anno (quella del 2019 è la ventesima edizione organizzata a Rimini) e al Palacongressi valutano un’affluenza, per i tre giorni, di 4500 visitatori. Un numero che conferma l’evento del Grande Oriente d’Italia tra i più seguiti nella riviera romagnola che ospita i meeting più importanti del paese.
L’emblema che quest’anno rappresenta l’assemblea di Gran Loggia è il celebre Uomo Vitruviano disegnato da Leonardo da Vinci, genio di tutti i tempi del quale quest’anno ricorrono i 500 anni dalla morte.
La raffigurazione, che trae spunto dagli scritti del I secolo dopo Cristo di Vitruvio Pollione, riproduce le proporzioni ideali del corpo umano e dimostra come esso possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure “perfette” del cerchio, che rappresenta il Cielo, la perfezione divina, e del quadrato, che simboleggia la Terra. Tra Terra e Cielo, appunto, dove la centralità dell’uomo appare in una sintesi dell’armonia dell’essere umano nel cosmo.
Il Grande Oriente d’Italia invita, dunque, alla riflessione e per dare voce a questa suggestiva lettura simbolica ha invitato personaggi illustri. Tra loro Gianrico Carofiglio, Paolo Nespoli, Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, Alessandro Barbano, Michele Mirabella, solo per citare alcuni, che saranno al Palacongressi per discutere dei nostri tempi.




Fonte: GOI

Tra le iniziative collaterali anche la Fiera del Libro, a cui parteciperà tra gli alti Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno, la casa editrice più rappresentativa del mondo degli studi massonici. Tra le novità di quest'anno, oltre al sempreverde La Massoneria. Una simbologia in movimento, il manifesto di Tiziano Busca La Massoneria parla all'uomo, lo studio di Mauro Cascio su Massoneria e Cabala, già un piccolo classico (La Sapienza di Re Salomone), e il recente Lo schiaffo a Benedetto Croce (sulla polemica con Ernesto Nathan). Anche l'ultimo saggio di Mallinger (I Riti egiziani della Massoneria) chiude un ciclo di studi che ha proposto autori come Bédarride, Marconis de Nègre, Chevillon, Bricaud, Tschoudy, Yarker e la prima edizione in lingua italiana della Mystica Aeterna di Rudolf Steiner.


giovedì 4 aprile 2019

Le tentazioni dell'ego in Massoneria

di Quirino Tirelli



Sono consapevole di toccare un argomento spinoso e, forse, doloroso per molti di voi. Lo faccio, però, ispirato dall'intima convinzione che un shock emotivo, una presa di coscienza possa aiutare voi e me nel cammino iniziatico, nel perfezionamento interiore e nell'innalzamento spirituale (sono questi i compiti che si prefigge la Libera Muratoria, che vi piaccia oppure no).
Prima di entrare nel vivo della discussione (per dare un quadro quanto più possibile completo della problematica) ritengo doveroso riflettere sul significato di Iniziazione.

«L'iniziazione è un complesso di uno o più riti di natura culturale e religiosa che permettono al partecipante l'uscita da uno status in funzione dell'entrata in uno status diverso, talora in modo radicale, dal precedente» ( cit. Wikipedia).

Come si legge da questa semplice definizione ogni iniziazione (anche quella massonica) presuppone un cambiamento di status. In massoneria sappiamo benissimo che il bussante con il rito di iniziazione passa dallo status di 'profano' a quello di 'massone'. Il cambiamento, l'evoluzione, quindi è il concetto fondante di iniziazione. Dopo l'iniziazione ognuno di noi, in qualche modo, è (e se non lo è deve lavorare per diventarlo) diverso da come era. Da questa semplice definizione vi invito tutti a porvi una domanda. Come ero prima dell'iniziazione? Come sono diventato dopo l'iniziazione? Cambiamento, evoluzione, vuole dire anche (soprattutto direi) uscire (almeno in ambito massonico) da determinate logiche che guidano la vita profana (quali sono queste logiche lo vedremo dopo).

«Solitamente un rito d'Iniziazione include un processo guidato dove coloro che stanno al più alto livello della gerarchia guidano l'iniziato attraverso un processo di incremento di conoscenza» (cit. Wikipedia)

La funzione dei maestri in questo processo è peculiare e, in ambito massonico, caratteristico. La trasmissione della conoscenza in ambito massonico è necessariamente una trasmissione bocca orecchio, attraverso l'acquisizione di determinati comportamenti e regole morali, lo studio e l'assimilazione dei rituali e dei simboli. Come vedremo successivamente questo è il punto cruciale del mio discorso.
Generalmente tutte le iniziazioni (anche quella massonica) avvengono attraverso il superamento di 'prove iniziatiche'. Tutti sappiamo che durante l'iniziazione al primo grado veniamo sottoposti a 4 prove (la prova della Terra, la prova dell'Acqua, la prova dell'Aria e la prova del Fuoco). Queste prove, che nella massoneria moderna sono prove prettamente simboliche, rappresentano le difficoltà che ogni iniziato incontra nel processo di trasmutazione. Questo processo è infatti difficile, irto, pieno di difficoltà e certamente non si conclude con l'iniziazione stessa. Tutto il cammino massonico (nei vari gradi della massoneria azzurra per poi continuare, eventualmente, nei vari riti) è costellato da continue prove, sia rituali che 'reali'. Eccoci giunti al primo snodo fondamentale. La massoneria ci mette continuamente alla prova, ci sottopone continuamente (anche se non ce ne rendiamo conto) a delle prove (a volte terribili) necessarie al nostro avanzamento nella scala ideale di innalzamento spirituale. Più si procede, più si avanza, più ci sono prove che bisogna superare. Con il passare del tempo, con la frequentazione della Loggia e dei Fratelli, da apprendista si passa a Compagno d'Arte e poi a Maestro. Si cambiano i grembiuli (che da bianchi diventano colorati), si acquista peso e autorevolezza tra i fratelli. Con il passare del tempo e se si dà prova del proprio attaccamento all'istituzione massonica e alla Loggia si può ( se si vuole ) assumere delle cariche (I° Sorvegliante, II° Sorvegliante, Oratore, Segretario....) per giungere al più alto grado della Loggia, il Maestro Venerabile. Dopo il venerabilato nessuno impedisce al fratello di continuare la propria “carriera” massonica amministrativa nell'ambito della nostra comunione massonica (il Gran Oriente d'Italia) entrando nel collegio dei venerabili e via via fino a scalare le vette amministrative ed entrare nell'Olimpo Massonico diventando Gran Primo Sorvegliante, Gran Secondo Sorvegliante, Gran Oratore o addirittura Gran Maestro. Molto spesso i Fratelli, non paghi della conoscenza raggiunta decidono di proseguire il proprio perfezionamento aderendo a dei riti (andando oltre il terzo grado della massoneria azzurra). Potentissimo, Gran Sacerdote, Commendatore, Gran Governatore, Gran Copto (solo per citarne alcuni) sono appellativi ben noti a tutti quei fratelli che hanno aderito (o aderiscono) ai riti di perfezionamento. Cosa dovrebbe accadere (in teoria) nella scalata ai massimi vertici dell'istituzione e dei riti? Si dovrebbero acquisire delle capacità interiori, spirituali, ci si dovrebbe evolvere, si dovrebbe attuare un ulteriore processo di cambiamento interiore. Qual è il pericolo che si cela in questa scalata?  L'esaltazione dell'Ego. Molto spesso solo in base ad un grembiule variopinto, ad una sciarpa, ad un mantello, ad un pin sulla giacca, ci si crede superiore ad altri fratelli contravvenendo al concetto di Uguaglianza parte del trinomio su cui si basa tutto l'impianto massonico. Già nei primi momenti dell'iniziazione (nel gabinetto di riflessione) la massoneria ci avverte dei pericoli insiti nel nostro comune percorso. Ricordate lo specchio del gabinetto di riflessione? Esso rappresenta proprio il più grande nemico da combattere, il nostro Ego. Non possiamo dire di non essere stati avvertiti. Nello stesso gabinetto di riflessione è scritto “Se tieni alle distinzioni umane vattene”, durante il rito di iniziazione stesso l'iniziando afferma di non voler perseguire nessun interesse personale (o vana gloria) dall'entrata in massoneria. All'inizio di questo scritto facevo riferimento al cambiamento e all'evoluzione che ci si prefigge dall'iniziazione e dicevo che questo cambiamento vuol dire anche uscire dalle logiche profane della prevaricazione, della ricerca del potere, della ricerca di maggiore influenza per ottenere benefici personali o vana gloria. La Massoneria è per sua stessa natura verticistica, piramidale. Il verticismo, di per sé, non è un male. Quando diventa un male? Quando dal verticismo e dal piramidale si passa al “piramidalismo” (termine coniato da me) massonico. In cosa consiste il “piramidalismo”? Consiste nel voler esaltare il proprio Ego, nel voler prevaricare gli altri fratelli credendosi superiore solo in base al ruolo svolto, alla carica detenuta. È proprio questa degenerazione rappresenta il male della massoneria attuale. Facciamo degli esempi pratici (permettetemi di dire molto banali). Quante volte abbiamo sentito (fortunatamente non nel nostro Oriente) che si sono spaccate delle logge perchè non ci si metteva d'accordo su chi doveva fare il Maestro Venerabile? Quante volte si è assistito alla scissione di obbedienze perchè si voleva ricoprire la  carica di Gran Maestro? Sono queste le logiche che non dovrebbero entrare nella nostra istituzione iniziatica e che (in quanto tale) ci differenziano da un dopolavoro o da un circolo di pensionati. Tutto questo passa necessariamente attraverso la figura del maestro. Ho più volte detto  che la nostra istituzione è una scuola. Una scuola atipica in cui i maestri non insegnano in maniera dottrinale e dogmatica. Una scuola in cui i maestri non insegnano battendo il maglietto, credendosi i depositari dell'ortodossia massonica, richiamando il fratello per la posizione scorretta assunta in loggia (per fare un esempio). L'insegnamento massonico si attua con l'esempio, con la maestria nell'arte acquisita con la pratica, con la sofferenza ed il pathos (lo ripeterò fino alla nausea, il nostro percorso non è semplice e presuppone anche sofferenza). Sono proprio queste le differenze tra insegnamento massonico e nonnismo massonico. Vorrei parlarvi di come aveva concepito l'insegnamento esoterico il famoso filosofo illuminista Louis Claude de Saint Martin. Quest'ultimo è stato uno dei più grandi esoteristi della seconda metà del '700, massone , uno degli attori protagonisti dell'Ordine degli Eletti Cohen nonché ispiratore del Martinismo. Saint Martin giunse (alla fine del suo percorso iniziatico) ad abbandonare tutte le organizzazioni esoteriche verticistiche e si fece fautore di una via cardiaca (intima e personale). Secondo le sue intenzioni la sola funzione del maestro era quella di iniziatore e di supervisore dei progressi iniziatici dell'adepto. Questa funzione era una funzione a termine che finiva quando il nuovo iniziato era diventato autonomo nella pratica quotidiana. Da quel momento l'iniziato diventava maestro e proseguiva da solo il proprio cammino e acquisiva la capacità di iniziare altri profani in modo da tramandare la via iniziatica che gli era stata tramandata. Eliminando tutti gli orpelli verticistici aveva, in questo modo, eliminato tutti i pericoli controiniziatici, derivanti da strutture verticistiche, esposti in questo lavoro. È opportuno, a questo punto, fare  doverosa precisazione. Quando parliamo dei pericoli dell'Ego ma soprattutto quando ho detto che esso rappresenta il nostro peggior nemico non volevo assolutamente intendere che uno degli scopi della Libera Muratoria sia l'annullamento dell'Ego. La massoneria (come via iniziatica) non si prefigge affatto questo scopo (come avviene in altre correnti esoteriche o religiose, come ad esempio il buddismo). Quando noi siamo riuniti in loggia facciamo parte di un meta-organismo. Ogni massone è una cellula o se vogliamo utilizzare un termine più esoterico, un Eone, di questo meta-organismo. Per un Biologo come me è chiarissimo che  le cellule del nostro organismo sono anche molto diverse tra loro (ognuna con le proprie caratteristiche peculiari) ma tutte insieme (con le proprie diversità) partecipano alla corretta sopravvivenza dell'organismo. Le diversità tra le cellule sono fondamentali affinché l'organismo possa sopravvivere.  I problemi nascono proprio quando una cellula (o un gruppo di cellule) cercano di prendere il sopravvento sulle altre facendo perdere così all'organismo quel delicato equilibrio (omeostasi) producendo una neoplasia. Nessuna cellula deve prevalere sulle altre ma è anche vero che ogni cellula (avendo caratteristiche diverse) ha anche bisogni e necessità diverse. In massoneria ( e non solo ) la diversità deve essere funzionale ad un scopo comune. Anche l'insegnamento comune (tradizionale) deve essere diversificato in base alle nostre differenti esigenze. Voglio concludere queste osservazioni con una frase di Don Milani: «Non c'è nulla che sia più ingiusto quando far parti uguali fra disuguali».
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mercoledì 3 aprile 2019

Carlo Burci e la Massoneria

di Roberto Galimberti



Nato a Firenze il 5 settembre 1813, è stato un chirurgo e senatore Italiano. Laureatosi in medicina e chirurgia presso l'Università di Firenze ha insegnato presso la clinica chirurgica dell'Università di Pisa dal 1846 al 1860. L' 8 ottobre 1865 è stato nominato senatore del Regno d' Italia. Nel 1848 fu capitano del Battaglione universitario pisano nella battaglia di Curtatone e Montanara. Si spense a Firenze il 4 febbraio 1875.
Era stato iniziato Massone nella Loggia "La Concordia" di Firenze il 15 giugno 1861, passando Compagno d'Arte il 3 giugno 1862 ed elevato al grado di Maestro il 21 agosto dello stesso anno.


martedì 2 aprile 2019

I riti egiziani della Massoneria




Che cos’è la Massoneria? Hegel la vedeva come una forma ‘rappresentativa’ per l’intelletto del Vero filosofico. È un po’ il rapporto che c’è tra Google Maps e Street View, per intenderci. Google Maps è il pensiero logico perfettamente dispiegato, Street View un artificio che ci consente di vivere in prima persona quei contenuti, brano a brano, senza fughe in avanti o astrazioni. Ecco perché per gli idealisti (per esempio Fichte) le logge erano il luogo deputato per la Bildung, la formazione dell’iniziato. Jean Mallinger, in questo saggio curato da Mauro Cascio in prima edizione italiana, ci introduce una variante marginale, ma comunque importante, dopo i contributi che abbiamo letto nei mesi scorsi di Bédarride, Marconis de Nègre, Yarker, Bricaud, Chevillon, Tschoudy e di Rudolf Steiner. Prossimamente in libreria per Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.

lunedì 1 aprile 2019

La legge dell'Ars contro la Massoneria. Per la Ue è ricevibile il ricorso. «A rischio principio di libertà fondamentale»




«Ricevibile perché il suo oggetto rientra nell'ambito delle attività dell'Unione europea, conformemente al regolamento del Parlamento Europeo». Così la presidente della Commissione per le Petizioni dell'Ue, Cecilia Wikstrom, sulla petizione di un cittadino italiano contro la legge della Regione Siciliana che prevede "l'obbligo dichiarativo dei deputati dell'Ars, dei componenti della giunta e degli amministratori locali, in tema di affiliazione a logge massoniche o similari". Lo rende noto il legale del ricorrente, l'avvocato Salvo Ragusa del foro di Catania. La presidente della Commissione ha "ravvisato l'opportunità di sottoporre le questioni anche alla commissione del Parlamento europeo competente in materia", e ha deciso di trasmettere la petizione "alla commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni e a quella per la Cultura e l'istruzione per informazione".

Nel ricorso si contesta la violazione di articoli della Costituzione italiana, sul diritto inviolabile dell'uomo e sulla pari dignità sociale ed eguaglianza di fronte alla legge, e di diversi articoli della Carta dei diritti europei. In particolare, si legge nella petizione, "questa legge" regionale "va censurata" perché "sottintende finalità non espresse di controllo sull'individuo confliggenti con gli intangibili principi di libertà dello stesso" e "creerebbe delle liste di proscrizione", un "censimento lesivo della dignità" delle persone che, si sostiene, verrebbero "indicati al pubblico giudizio e sospetto".

FONTE

La Newsletter del Rito di York: oggi l'invio numero 200



Di storia il Rito di York in questi ultimi sette anni ne ha fatta tanta. Come la strada. La Newsletter, come il sito, come il Blog, come la Pagina Fb, come il profilo Twitter, come l'e-m@gazine non sono che una parte dell'impegno culturale e comunicativo di Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale. Ma 200 è un numero importante, e occorre segnalarlo. Migliaia di utenti ogni settimana ricevono gli aggiornamenti delle attività del Rito, ma anche i post più importanti della settimana del nostro Blog. Una vetrina di importante di promozione e diffusione del pensiero massonico, urgente in un momento storico come il nostro in cui la disinformazione quotidiana e la classe politica più impreparata della storia buttano quotidianamente fango sull'Istituzione.