Alessandro Manzoni
Una peculiare conferma, di tipo qualitativo, dell'esplosione di entusiasmo massonico conseguita anche da noi al trionfo di Bonaparte, si ricava da un caso letterario assai poco noto, e cioè dal colore spiccatamente massonico, beninteso sul piano ideologico, che assunse l'esordio poetico di Alessandro Manzoni. Il quale nel 1801, a 16 anni, da poco uscito di collegio, scrisse in rima il giovanile poemetto
Del trionfo della Libertà, sotto l'influsso, a quanto pare, del fervore laico del massone Vincenzo Monti, da lui ascoltato a Pavia. Manzoni scagliava le sue terzine contro la Tirannia (s'intende quella dell'
Ancien Régime), che con le sue
... orride mani
I sacrileghi don su l'ara pone,
e osa tendere al Ciel gli occhi profani.
Che più? sue crudeltadi ai Numi appone,
E fa ministro il Ciel di sue vendette;
E il volgo la chiamò: Religione
Augusto Comba, citazione da D. Bulferetti, "Del trionfo della libertà" di A. Manzoni e la Massoneria, in "Giornale storico della letteratura italiana", LXXI, 1918 fasc. 2-3, pp. 213-231