di Roberto Galimberti
Celestino Bianchi nacque a Marradi (Firenze) nel 1817. Letterato e Patriota, fu fondatore dello "Spettatore", collaboratore del giornale "La Patria", direttore de "Il Nazionale" dal 1847 al 1848 ed auspicò l'Unità Italiana sotto l'egida della Casa Savoia. Il suo fiero opuscolo "Toscana e Austria" del 1859 ebbe valore decisivo contro il governo granducale. Fu segretario generale del governo provvisorio della Toscana e ne affrettò l'unione alle altre terre italiane. Prima deputato all'Assemblea dei Rappresentanti della Toscana, in seguito fu eletto deputato alla Camera dal 1860 al 1880 per sette legislature. Ricoprì la carica di Segretario Generale del Ministero dell'Interno durante i due ministeri Ricasoli del 1860-61 e 1866-67. Collaboratore de "La Nazione" dal 1860, a partire dal 1871 ne divenne direttore fino alla morte.
Non si conosce dove e quando fu iniziato Massone; nel 1864, comunque, era membro attivo della Loggia "Osiride" di Torino. Pubblicò molti volumi d'indole storica, tutti ispirati ad un ardente patriottismo. Notevoli fra questi "Mazzini e Garibaldi" (1862), "Silvio Pellico, Pietro Maroncelli e gli uomini del Ventuno, notizie storiche" (1867), "Mentana" (1869 2^ ediz.)
Si spense a Firenze nel 1885.