martedì 6 ottobre 2015

«Nell'ozio, nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta a galla»



«Nell'ozio, nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta a galla». Queste semplici parole di Virginia Woolf,  cari Viaggiatori del Profondo, contengono in realtà un suggerimento da non sottovalutare. Da troppo tempo, infatti, abbiamo perduto il significato di ciò che anticamente esprimeva la parola 'otium'. Oggi, infatti, evoca per lo più la pigrizia, il tempo sprecato perché non dedicato ad attività materiali e produttive, mentre nell’antichità esprimeva lo spazio di tempo dedicato alla riflessione e alla ricerca – e perciò crescita – interiore.

Che dire, poi, del 'sognare'? Il sogno è da sempre ciò che ha nutrito la nostra parte più creativa. Non solo i sogni figli del sonno danno voce e immagini al nostro inconscio, ma proprio l’attività del 'sognare' dà spazio alla creazione anche nel mondo della veglia. Ed ecco, allora, che quando l’otium e il sogno si combinano, la nostra Anima si connette a qualcosa di più profondo, accede a un livello in cui è possibile attingere a ciò che abbiamo sepolto sotto gli schemi, le strutture, le impostazioni del sociale e del razionale. Dagli abissi della nostra interiorità riportiamo alla Luce tesori sommersi.

Ma quando ci troviamo nelle profondità del nostro mare interiore, come distinguere un forziere da una vecchia cassetta? Una lampada magica da un vecchio scarpone? E poi, diciamolo, cari Cercatori del Profondo, la ricerca nel mondo degli otia e dei sogni fa paura, perché non si sa dove si potrebbe finire o che cosa si potrebbe trovare. Alle volte si rischia di trovare molto più di quello che si stava cercando. E allora molti tornano in superficie, alla frenesia e ai negotia del quotidiano.

Ma chi invece raccoglie la sfida e prosegue la ricerca, non è solo e non è privo di strumenti. Si può imparare a entrare in risonanza con il nostro mondo interiore e con le nostre risorse, apprendendo un metodo per dare Voce ai nostri intenti e per perseguirli. Ricchi di questi strumenti, si può poi imparare a Vedere, a riconoscere ciò che abbiamo di fronte; attraverso lo studio dei simboli si può persino apprendere il linguaggio di ciò che ci sta parlando, così da comprenderlo e interrogarlo, onde far emergere quelle verità sommerse, quei collegamenti inaspettati e invisibili che, nel renderci sempre più consapevoli e perciò liberi e autentici, consentono al nostro Sé Superiore di esprimersi pienamente.

La vela dell’ozio, sospinta dal vento del sogno, ci conduce a terre sempre nuove, in cui è possibile riscoprire ogni volta meravigliosi frammenti della nostra Essenza.

Leggi qui