Lui si chiama Patrick Burensteinas. È l’autore di libri il cui titolo già ci dice tutto: Cathédrale alchimique e maçonnique. L’alchimia, quella di laboratorio, cioè l’unica vera alchimia che si possa fare, è un rinviare analogico tra il vetro e l’operatore. Ma la Massoneria funziona allo stesso modo. Davanti all’iniziato si dispiegano simboli e riti, in Loggia, nei Capitoli, nei Concili, nelle Commende, che devono risuonare in lui. Senza questo nesso essenziale l’Alchimia degrada a chimica e la Massoneria a circolo culturale, quando va bene. Così funziona l’Alchimia. La Massoneria. Ma pure la Qabalah. O lo gnosticismo.
Dalla materia alla luce è uno degli studi più profondi di Burensteinas. In che senso l’antica Arte Reale e la moderna scienza possono dialogare, nella comune ricerca dell’Uno, la materia si può trasformare in Luce? Che così la pietra filosofale? Cosa ha a che fare con i miti biblici o con le società iniziatiche? Questo libro prova a dare una risposta.
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