di Domenico Bilotta*
«L’Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria», scrisse Primo Levi. L’uomo non può dimenticare. La barbarie della storia la vorresti nei libri, come qualcosa che ormai non ti abita più. Sai che non è così, però, e allora le giornate come questa servono a ricordarci chi siamo. Non li puoi chiamare errori gli orrori. L'affermazione più profonda che sia mai stata pronunciata a proposito di Auschwitz non fu affatto un'affermazione, ma una risposta. La domanda: "Ditemi, dov'era Dio, ad Auschwitz?". La risposta: "E l'uomo, dov'era?".
Noi dobbiamo ricordare ogni giorno la nostra umanità, dobbiamo sostare in silenzio davanti alle testimonianze, ma allontanandoci dobbiamo parlare, condividere. Chi, come noi, ha la responsabilità di un percorso iniziatico alle spalle, deve essere testimonianza di umanità. Perché noi il nostro uomo nuovo lo costruiamo ogni giorno, sempre più bello, sempre più somigliante a quel ritratto di umanità matura, fraterna, solidale che abbiamo sempre sognato.
*Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell’Arco Reale - Rito di York.