Sha'are Orah, (שערי אורה) Le Porte della Luce, prima traduzione in lingua italiana di uno dei testi di Qabalah più importanti di Joseph ben Abraham Gikatilla (יוסף בן אברהם ג'יקטיליהש). Pubblicato la prima volta a Mantova nel 1561, più che un semplice testo è una vera a propria enciclopedia dei Nomi divini. L'autore, escludendo qualsiasi filosofia, ma basandosi esclusivamente su passi del Sēfer Yĕṣīrāh (Libro della Formazione), del Pirqei Heikháloth (Trattato dei Palazzi) e delle Scritture, esamina, nei dieci capitoli in cui è diviso il testo, più di 300 nomi divini collegandoli alle Sephiroth, uno per ogni Sephirâ; avvisando e spiegando che tale Nome, che considera principale, ha a sua volta molte altre denominazioni o Kinoui. Esso sviluppa la propria Qabalah sull'intreccio delle dieci sephiroth e i Nomi divini che considera collegati con dei canali, che possono essere danneggiati o riparati secondo il comportamento dell'uomo.
Non è l'unico testo in uscita. Perché sta per essere pubblicato, sempre da Tipheret e sempre a cura di Federico Pignatelli, Il divorzio dei nomi. In questo lavoro Abulafia delinea il palcoscenico cosmico in cui opera l’intera Cabala e ne spiega lo scopo generale: la perfezione della mente per mezzo dell’intelletto. Ciò fa del Get Ha-Shémot un’introduzione indispensabile all’intera Cabala. Abulafia spiega come la Cabala sia la parte della Torah che deve rimanere nascosta al pubblico, ricevuta solo oralmente da un degno insegnante a un degno studente. Tuttavia, per dare delle linee guida riguardo alla forma che questa deve avere, ci delinea qui quelli che ritiene siano i principi fondamentali. Questo capolavoro della mistica ebraica costituisce un’introduzione molto lucida e attuale all’argomento, tanto per i principianti che per gli studenti avanzati.