martedì 26 marzo 2019

Cabala e Scienza



Vorrei parlare di Cabala con un taglio diverso dai soliti, cercando di far incontrare il mito con la fisica, e dando una serie di informazioni e di spunti di riflessione. Per poter fare questo viaggio dobbiamo avere chiari alcuni concetti e partire da alcune premesse che sono indispensabili per conciliare e fare quel piccolo tratto per unire mito e scienza.

Mito: narrazione sacra che racconta le modalità con cui il mondo e le creature viventi hanno raggiunto la forma presente
Ologramma: è la prova che si può rappresentare in uno spazio piano di una lastra anche l’informazione della profondità (che è un modo compatto di rappresentare la realtà senza perdere informazioni). Anche se si rompe la lastra, ciascun frammento continua a rappresentare buona parte dell’informazione originaria (il tutto è in ogni parte).
Tubulina: è una materia particolare che compone i neuroni. La tubulina ha comportamenti quantistici. Durante la meditazione riceviamo segnali dal 'vuoto' che interferiscono con il nostro pensiero (quindi siamo antenne). Ovvero l’inverso... quando pensiamo la tubulina trasferisce questi segnali nel vuoto. Cosa riceviamo? Cosa trasmettiamo?
Frattale: un frattale è un oggetto che si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, e dunque ingrandendo o rimpicciolendo una qualunque sua parte si ottiene una figura simile all'originale
Teorema di Fourier: qualunque segnale ripetitivo (visivo, uditivo, tattile ecc) per quanto complesso, può essere scomposto e rappresentato in somme di componenti semplici da quelle più importanti a quelle via via meno importanti. Bastano solo 3 componenti per ricostruire il 75% del segnale.
Simbolo: non dovrei certo spiegare a voi cosa è un simbolo, ma anche qui provo a farlo storicamente, partendo da cosa serve, come si trasforma in un linguaggio e come la lingua diventa la conoscenza non solo attraverso i contenuti ma anche attraverso i suoni che la lingua produce. Una idea raccoglie in sé esperienze simili, una esperienza che contiene elementi simili è definibile come simbolo. Quindi il simbolo è una particolare esperienza che sintetizza inconsciamente una idea di realtà. Se quelle esperienze sono comuni a tutti gli uomini, il simbolo diventa universale e quindi un archetipo. L’archetipo parla quindi alla parte inconscia ed evoca simboli ed idee simili nella mente degli uomini generando reazioni inconsce. Viene usato per esempio nei messaggi subliminali. Facciamo un esempio di come la 'società', a mio modesto parere, tenti di sopprimere la nostra ricerca spirituale e la nostra coscienza attraverso i messaggi subliminali e gli archetipi. Es- Triangolo verso l’alto è usato come simbolo di pericolo (segnaletica stradale) mentre simbolicamente rappresenta crescita spirituale il ricongiungimento verso dio! Il cerchio rappresenta l’unità con se stessi ed è usato come divieto Messaggi disseminati ovunque Quindi il simbolo è una idea della realtà. Esperienze simili a tutti gli uomini diventano simboli universali e questi simboli universali Jung li chiamava archetipi.

Figura 1


Iniziamo il nostro viaggio con quanto riportato in Figura 1. Alcuni matematici hanno tentato di graficizzare un modello di spiegazione dell’universo. È stato preso l’universo ed è stato trattato come una superficie con questo nuovo modello; ora noi sappiamo che questa superficie è legata alla informazione. Tridimensionalizzando la superficie dell’universo compare un frattale ed entrando più in dettaglio e mettendolo in una sola dimensione il risultato è appunto la Figura 1, che sembra un linguaggio, cioè una serie di informazioni frattaliche, dove dentro ci sono le istruzioni del nostro universo.

Questi pattern, registrati a diversi livelli di scala, rappresentano superfici spaziotemporali in una dimensione, che hanno le caratteristiche di sembrare veri e propri alfabeti, alcuni pattern ricordano anche la struttura di lingue semitiche od orientali, ma in realtà rappresentano le istruzioni legate alle superfici che le contengono. Inoltre si può notare come il rapporto As/At può sostanzialmente essere qualsiasi numero poiché l'intero pattern ha una struttura olografica ma anche frattalica, dove sostanzialmente il valore della fase (il contenuto all'interno delle parentesi) oscilla solo tra i valori di zero e 360 in modo ripetitivo, proprio come la struttura di un frattale.
Quindi un linguaggio, l’universo è fatto con un linguaggio, cioè contiene informazioni. Ma come si lega questo alla cabala e al mito? La cabala, tra le altre cose ci spiega che esistono parole di potenza e come utilizzarle per modificare la realtà. Ma come?
Torniamo per un attimo al simbolo e agli archetipi. L’archetipo sintetizza idee. Archetipi si stabilizzano nel tempo e diventano ideogrammi (erano 4000 inizialmente quelli egizi); gli ideogrammi vengono associati a suoni che evocano il rumore dell’oggetto rappresentato (onomatopeici). Componendo ideogrammi si sintetizzano contenuti complessi e si trasferiscono idee. Così è nata una lingua, ideogrammi più suoni trasferiscono una informazione che diventa una lingua. Poi alcuni ideogrammi vengono rappresentati come combinazione di altri e quindi diminuiscono gli ideogrammi. La creazione di ideogrammi complessi, cioè rappresentati da combinazioni e sequenze di altri ideogrammi semplici, è un processo olografico che porta a sintetizzare le proprietà principali (teorema di Fourier). Gli ideogrammi più importanti finiscono per costituire le lettere degli alfabeti.
Gli alfabeti semitici (fenicio, aramaico, ebraico ecc) sono composti da simboli che rappresentano le proprietà della realtà componendo le quali si trasferiscono le idee.
Alfabeti sono un insieme di archetipi che si sono concretizzati estraendo i concetti base che sono associati a suoni. (es shin = scoppiettio del fuoco, aleph = soffio di vita mem = mamma, il ventre materno). Se uso archetipi e li mischio posso trasmettere idee. Quindi rappresentano una vibrazione elementare (non solo vibrazione sonora ma una vibrazione che trasmette una informazione).
Nelle lingue occidentali le lettere hanno perso il collegamento con le idee.

Graffiti -> 4000 ideogrammi -> 200 egizi -> 22 ebraici

La parola, nelle lingue olografiche come quelle semitiche, è una combinazione di proprietà essenziali ottenuta con suoni che evocano archetipi. Il suo effetto inconscio è evocare gli archetipi e la parola diviene creativa. Comporre parole vuol dire comporre olograficamente proprietà della realtà e quindi creare realtà nuove nella mente di chi ascolta. Se l’universo è olografico ed il linguaggio è un modello mentale dell’universo, Figura 2, la ripetizione di parole creative provoca effetti sonori che si ripercuotono fisicamente nel mondo (la famosa formula magica). Molti riti vengono fatti anche in presenza di acqua perché l’acqua è l’elemento che rappresenta simbolicamente l’inconscio ma anche un elemento che contiene e può trasferire informazione.

Figura 2

La parola è fondamentale perché la parola è un insieme di archetipi sonori olografici che scatenano una serie di effetti nella mente di chi ascolta ma anche del mondo intorno a noi. Capire l’etimologia di una parola era possibile vedendo di quali lettere era composta. Il valore numerico della parola aveva una etimologia e quindi dei contenuti simili ad altre parole che avevano il numero uguale. Per questo nella bibbia sono riportati gli stessi errori perché modificare una lettera voleva dire modificarne non solo il significato. Con la meditazione concentrandosi sul simbolo si può risalire a tutte le esperienze ed i significati del simbolo stesso. Quindi il simbolo richiama sinteticamente più realtà. Proiettando immagini mentali nel vuoto riusciamo a trasferire idee. Le immagini quindi sono simboli e se i simboli/archetipi vengono vocalizzati ecco che abbiamo la cabala! Quindi se lo facciamo verso qualcuno si chiama subliminale, se lo facciamo verso il vuoto/etere diventa una operazione magica, se lo facciamo con la parola e gli archetipi ebraici diventa cabala operativa!
Parliamo di come il suono può davvero modificare la realtà attraverso lo studio di alcuni esperimenti. Non so quanti di voi conoscono la cimatica. Il termine deriva dal greco e significa studio riguardante le onde (kyma). Da Wikipedia: «Il musicista e fisico tedesco Chladni osservò, nel XVIII secolo, che i modi di vibrazione di una membrana, o di una lastra, possono essere visualizzati cospargendo la superficie vibrante con polvere sottile. La polvere, infatti, si sposta per effetto della vibrazione e si accumula progressivamente nei punti della superficie in cui la vibrazione è nulla. Nel caso di una vibrazione stazionaria, questi punti formano un reticolo di linee, dette linee nodali del modo di vibrazione. I modi normali di vibrazione, e il reticolo di linee nodali associato a ciascuno di questi, sono completamente determinati (per una superficie con caratteristiche meccaniche omogenee) dalla forma geometrica della superficie e dal modo in cui la superficie è vincolata. Sollecitando in modi diversi la vibrazione della superficie si eccitano modi normali differenti, e quindi si osservano di volta in volta solo alcuni degli infiniti reticoli nodali propri del corpo vibrante. Esperimenti di questo tipo, eseguiti in precedenza da Galileo Galilei verso il 1630 e da Robert Hooke nel 1680, furono successivamente perfezionati da Chladni. Nel 1967 il medico svizzero Hans Jenny, seguace delle dottrine antroposofiche di Rudolf Steiner, ha pubblicato il primo di due volumi intitolati Kymatic, nel quale - traendo ispirazione dalle esperienze di Chladni - ha sostenuto l'esistenza di un sottile potere attraverso il quale il suono struttura la materia».

Figura 3

Quindi la capacità delle parole di potenza è una combinazione di proprietà essenziali ottenuta con suoni che evocano archetipi. Il suo inconscio evoca archetipi, simboli e quindi idee associate. Comporre parole vuol dire comporre olograficamente proprietà della realtà e quindi creare realtà nuove nella mente di chi ascolta o nel caso di operazioni magiche nell’etere. Come si opera? Visualizzando mentalmente il simbolo come immagine completa sia associata al suono che alle immagini collegate, questo proietta nel vuoto/etere quello che si vuole ottenere. La ripetizione somma olograficamente gli effetti e le parole creative creano nel vuoto/etere una proiezione attraverso la tubulina del cervello. Non si deve parlare, si deve vivere, meditare, perché parlando si perdono le sfaccettature del vero significato archetipale e quindi non si entra in risonanza inconscia con il senso olografico del simbolo.
Vediamo cos’altro dice il mito ... il mito dice che una persona che fa operazioni di cabala operativa deve usare la sua immaginazione ... ma da dove viene il termine Immaginare? Da: “in me mago agere” –  lascio agire il mago che è in me ...
Quindi come si modifica la realtà? Non certo solo pensando perché altrimenti ci sarebbero stragi con tutta la cattiveria anche solo pensata o detta durante la guida ad esempio... Come si trasmette?
Se comunichiamo, riusciamo a trasmettere nel vuoto una serie di informazioni e quindi a generare delle modifiche nello spazio delle probabilità e quindi a modificare la probabilità che alcuni eventi accadano e quindi a farli accadere. La ripetizione aumenta l’effetto, per questo spesso è necessario fare diverse volte un rito per ottenere gli effetti sperati. La magia passiva è la ricezione di informazioni, per esempio attraverso il sogno, quindi ci deve essere un basso funzionamento del cervello. I maghi invece che vogliono fare magia attiva, si concentrano, proiettano l’idea nel vuoto con l’idea che l’operazione magica sia già avvenuta, immaginano una nuova realtà. Ma la domanda che può sorgere è perché non tutti possono creare effetti magici? Diciamo che se tutti noi potessimo creare effetti magici istantanei, probabilmente dell’umanità ne resterebbero ben poco. Detto questo per fortuna non è così semplice realizzare riti e modificare la realtà. La prima condizione è che la mente del magus, e il magus stesso rispettino certe caratteristiche; il mago deve saper condizionare la propria mente, avere una grande forza di volontà, una grande disciplina e un grande controllo mentale, deve evitare boicottamenti inconsci, deve conoscere i propri limiti e deve essere il più possibile connesso con l’etere e quindi risuonare/vibrare in modo tale che la tubulina possa trasmettere le informazioni in modo da generare gli effetti desiderati. Per questo ci sono giorni più favorevoli, in cui si creano connessioni più forti, in cui le vibrazioni della natura, del luogo dove si svolge il rituale aumentano l’efficacia di quanto desiderato.

Figura 4. La Molecola della laminina, la proteina collante di tutte le cellule del corpo, ha questa forma


Insomma anche fare il mago non è un mestiere per nulla semplice. Il magus deve fare prima di tutto un lavoro su se stesso, noi sappiamo bene cosa vuol dire “nosce te ipsum”. Perché ognuno di noi ha dei boicottaggi inconsci e solo conoscendo se stessi sappiamo e possiamo superarli.
Un altro argomento interessante da affrontare è capire cosa il mito dice per esempio. per l’apertura del “terzo occhio”, che non è da attribuire solo alla pineale, bensì alla somma di tre ghiandole (forze): pineale, pituitaria e carotidea. Tutte e tre messe assieme si uniscono per dare l’apertura di quella porta che viene identificata come terzo occhio; in fisica si potrebbe dire che è necessario avere le misure del campo elettrico, gravitazionale e magnetico per poter percepire l’universo come è veramente fatto.
Se questo è vero, si rende necessario che le tre ghiandole lavorino allo stesso modo, in un funzionamento che è si chimico, ma anche coscienziale.
3 ghiandole ... parola (carotidea) immagine e suono (pituitaria e pineale) si entra in risonanza con l’idea archetipale e si può vedere la realtà. La tradizione dice che Dio creò il mondo con la scrittura (la forma) con il numero (matematica - ghematria) e il linguaggio (parola). La propagazione dell’informazione è istantanea e avviene attraverso onde (sonore) di energia informata (la parola); ma indovinate quante lettere madri ci sono nella lingua ebraica? Proprio 3 ... e alcuni ricercatori le associano a 3 forze ... vediamo quali: aleph (magnetismo), mem (gravità), shin (elettricità ha 3 poli).
Facciamo un ulteriore connessione tra mito e tradizione ebraica. Prendiamo un altro esempio di collegamento tra le lettere ebraiche e la biologia ... In biologia ci sono 21 amminoacidi ed un DNA che contiene le istruzioni per tutto il pool degli amminoacidi. Nel mito esistono 22 lettere dell'alfabeto ebraico dove l'aleph è la rappresentazione del Tutto. Le lettere dell'alfabeto ebraico sono già state storicamente messe in correlazione mitologica con gli amminoacidi da differenti ricercatori. Le lettere dell'alfabeto ebraico hanno un corrispettivo nei tarocchi che proprio alla cabala si ispirano, dove le ventuno lame principali si completano con la lama del Matto, che rappresenta l'archetipo degli archetipi, e così via. Così i cromosomi che sono fatti di DNA dovrebbero portare dentro di loro, questa informazione e sostanzialmente essere 22. Invece esiste la 23 esima coppia che può essere XX o XY e che determina il sesso nell'uomo. La biologia sa che ai primordi della vita su questo pianeta l'essere umano che viveva qui era fondamentalmente asessuato. Non esisteva dunque il 23 esimo cromosoma. Il mito contiene, dentro di sé le indicazioni per comprendere come questo cromosoma si sia formato. Come diceva Tesla per capire l’universo bisogna parlare in termini di vibrazioni!
Ecco siamo arrivati alla conclusione di questo breve ma intenso viaggio che ci ha fatto andare in parallelo tra mito, cabala e scienza (fisica o biologia). Personalmente ho raccolto alcuni spunti, che ho trovato in questi anni di ricerche e ho tentato di renderli organici, ho sempre il desiderio di poter vedere finalmente la scienza ufficiale che conferma il mito. Ultimamente ho con piacere notato che molti scienziati si stanno sempre più avvicinando a queste conclusioni, anche se vengono immediatamente bistrattati dall’apparato ufficiale non appena fanno accenno a confermare con ricerche davvero coraggiose alcune teorie. È affascinante come il mito contenga informazioni che siamo via via in grado di giustificare scientificamente, ed è da pelle d’oca immaginare come migliaia di anni fa, il mito contenesse queste informazioni alcune delle quali sono state verificate solo a distanza di migliaia di anni.

Alcune note bibliografiche
- Ricerche di Liberati e Maccione del SISSA di Trieste
- Sabato Scala - La fisica di Dio
- Seth Lloyd - MIT (Boston) - Il programma dell’universo - Corrado Malanga - La geometria sacra in Evideon
- Hans Jenny - Kymatic
- Mario Pincherle - Archetipi, la chiave dell’universo.



Figura 5. Un recente studio su Cabala, Scienza e Massoneria