Francesco Baracca, il mito a cento anni dalla morte. Incontro a Lugo, nato nel 1888 a Lugo di Romagna, morì a Colle del Montello, nel trevigiano, nel giugno del 1918. Il suo aereo, su cui era dipinto un “cavallino rampante”, fu ritrovato sulle pendici del Montello. In quei giorni era in corso una delle più violente battaglie della Prima guerra mondiale: quella decisiva. Gli austriaci avevano attaccato ancora una volta le linee del Piave, ma non erano riusciti a sfondare il fronte. L’esercito italiano passò al contrattacco e il nemico cominciò a ritirarsi. Ma sul Montello le forze austriache ancora resistevano a tutti gli assalti degli italiani. Si decise così di martellare le trincee nemiche con l’aviazione. Partirono il maggiore Baracca e il tenente Osnago. Baracca non fece ritorno: morì a trent’anni, combattendo per l’unità d’Italia. Era un libero muratore, apparteneva alla Loggia Dovere e Diritto di Lugo di Romagna e al Rito Scozzese Antico e Accettato.
A cento anni dalla morte Francesco Baracca, con il suo mito, quello di eroe indomito, di uomo avventuroso, sensibile allo sviluppo della tecnologia e della modernità, rivive a Lugo, il suo paese natale, per due giorni, il 16 e 17 giugno grazie a tre logge del Grande Oriente d’Italia che portano il suo nome e che hanno sede a Lugo, Perugia e Grosseto. Le tre officine, per le celebrazioni del centenario, hanno messo a punto un programma pubblico e uno dedicato esclusivamente agli esponenti del Grande Oriente.
Fonte: GOI