«Quella di Stephen Hawking è stata una sfida. Doppia. Quella di un uomo contro la sua malattia. Un’ostinata voglia di vivere, malgrado la Sla, malgrado la depressione. Un insegnamento per tutti noi. Le nostre debolezze, le nostre paure, possono diventare una risorsa per andare avanti. E ci sarà tempo persino per riderne. Ma Hawking è stato anche un uomo di scienza. Un curioso. Uno che voleva capire ‘perché’. E che aveva scommesso anche cento dollari sull’impossibilità di trovare una risposta. Quello che eccita, diceva, è la ricerca. Trovare qualcosa di sbagliato obbliga a ricominciare tutto da capo. I misteri del cosmo diventano così i misteri della vita, e il lavoro dello scienziato somiglia tanto a quello dell’iniziato. Con quel senso ultimo così difficile da scoprire, che forse è anche un peccato scoprire. «La scienza, una volta trovata la spiegazione ad ogni fondamento, sarebbe come l’ alpinismo dopo l’ Everest. La razza umana ha bisogno di una sfida intellettuale. Sarebbe noioso essere Dio, e non avere più niente da scoprire».
Lo ricordiamo così, lui che non ha bisogno del nostro ricordo, lui che è stato forse anche più popolare di Einstein. È il destino che spetta al genio. A noi interessa la sua sfida, alla scienza e alla vita, perché è il percorso che ogni libero muratore ha a cuore».
Sono parole di Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell'Arco Reale - Rito di York in Italia.