giovedì 8 febbraio 2018

Il Diavolo nei Tarocchi di Oswald Wirth

di Domenico Fragata



“Il Diavolo” è il quindicesimo archetipo dei Tarocchi, la lettera ebraica corrispondente è Samekh, questo arcano è indubbiamente una delle chiavi più complesse da interpretare in maniera costruttiva nel percorso iniziatico scandito dal tarot. Per cercare di cogliere il senso profondo del “Diavolo” sarà necessario avvicinarvisi con mente libera dal pregiudizio. A questo riguardo nella mia prossima pubblicazione “Il Libro di Ermete Vol. secondo” proporrò un lungo viaggio che si addentrerà nel cuore dei testi sapienziali della Tradizione ma, per ora, mi limiterò ad accennare ad alcune simbologie cabalistiche che il quindicesimo arcano ci presenta. Il simbolo che più si avvicina alla grafia di Samekh è l’Uroboros rappresentato da un serpente che si morde la coda. Trovo curioso il fatto che questa simbologia raffiguri proprio un serpente, animale che più di ogni altro ha rappresentato Satana nella tradizione giudaico-cristiana. Ovviamente l’Uroboros non è un simbolo che può essere ricollegato al maligno bensì esprime la ciclicità del tempo, il rinnovamento costante della Natura, l’eterno ritorno e la ruota delle rinascite. Uno dei significati di Samekh è “sostegno” e, come spiegato anche nel Sepher Ha Zohar, essa rappresenterebbe, secondo l’esegesi cabalistica “ortodossa”, il Divino Sostegno dell’Universo. Saggi, filosofi e ricercatori di ogni tempo si sono sempre posti le seguenti inquietanti domande: Chi è il sostegno di questo mondo? La realtà che viviamo è stata generata da un demiurgo malvagio o dal Divino? Come può il mondo essere un’opera buona se per sopravvivere è necessario nutrirsi dell’energia altrui?
Agli iniziati è dato il compito di entrare nel baratro del dubbio e porsi interrogativi capaci di lacerargli le membra dunque, senza esitare, penetreremo nell’abisso ma con la nostra lanterna bene accesa. D’altro canto esistono antichi insegnamenti e scuole di pensiero gnostiche, facenti parti anche delle origini del cristianesimo, che considerano che il vero sostegno del mondo sia il Diavolo e non il Divino. Nel testo gnostico “Ipostasi degli Arconti” troviamo scritto: “Nello spirito del Padre della Verità, il grande Apostolo disse: “la nostra lotta non è contro creature fatte di carne e di sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano le regioni celesti”. Vi invio questo scritto affinchè siate informati sulla realtà di queste Potenze. Il loro grande Dio, reso cieco a causa della sua ignoranza e della sua arroganza, ha detto: “Io sono l’unico Dio, non vi è nessun altro al di fuori di me”. Questa affermazione raggiunse l’Eone Incorruttibile dal quale uscì una voce che disse: “Ti sbagli Samael, tu sei il dio dei ciechi!”. I suoi pensieri erano ciechi e, avendo lanciato la sua Potenza, la bestemmia aveva parlato”.
Questo è uno dei molti esempi nel quale il creatore di questo mondo viene illustrato come un’entità negativa; molte correnti gnostiche asseriscono che in verità esiste un Dio superiore, un’autentica entità spirituale da cui emanarono gli Eoni, denominata Eone Incorruttibile o Pleroma. Potrebbe non essere un caso che la parola Samael inizi proprio con la lettera Samekh e che nel tarot vi sia un parallelismo  fra la lettera ebraica e il Diavolo. A partire dal periodo amoraico (III secolo a.c.) Samael divenne il principale nome di Satana nel Giudaismo mentre nel libro di Enoch egli è identificato come il capo dei tentatori. Secondo Nadav Crivelli, a livello animico, Samekh rappresenta l’iniziazione che il maestro conferisce al discepolo. Ogni grande iniziato, prima di divenire Maestro, ha dovuto superare le prove del Satan  per essere un esempio per il mondo. Credo che questo aspetto sia decisivo per la nostra analisi in quanto la mia visione del Diavolo è strettamente connessa con le prove che anticipano l’iniziazione ad un grado superiore di coscienza. In molte scritture sacre l’intervento “dell’Antagonista” è fondamentale per il raggiungimento di uno stato di perfezionamento superiore come illustrato nella storia di Buddha, Cristo e Giobbe.
I due numeri che si ricollegano direttamente all’arcano del Diavolo sono il 15 e il 60 in quanto l’arcano in questione è il quindicesimo e il valore ghematrico della lettera Samekh è 60. Secondo la Cabalà Isacco ebbe i suoi due figli gemelli Giacobbe ed Esaù a 60 anni. Essi rappresentano le due metà del cerchio: quella superiore destinata a diventare la dimora della santità e quella inferiore destinata a cadere preda dell’oscurità. Dal mio punto di vista Esaù rappresenta la natura animalesca dell’uomo mentre Giacobbe è simbolo della parte intellettiva capace di elevarsi e di comunicare con i piani superiori della coscienza, come rappresentato dalla famigerata visione della scala contenuta nel libro della Genesi . Questa differenziazione dualistica caratterizza la coscienza immatura incapace di cogliere l’unità e la funzione di entrambi gli emisferi. Le corrispondenze fra l’arcano del Diavolo e la Samekh si rafforzano se consideriamo che la tradizione cabalistica spesso fa riferimento a Samael come angelo custode di Esaù. Nel numero 60 vi sono anche dei riferimenti alla magia e alla maestria, temi strettamente legati ai significati dell’arcano in questione. Il numero 60 ha a che vedere  con la più potente di tutte le benedizioni presenti  nella Torà; essa contiene 15 parole e sessanta lettere e viene recitata con le mani poste in avanti tese ad emanare i benefici della Luce Avvolgente (Il riferimento alla luce è molto importante ed è legato sia a Venere che ai significati di Lucifero.). Curioso constatare come la vicenda più nota legata al rapporto fra i gemelli Giacobbe ed Esaù sia proprio riferita alla benedizione di Isacco ed al modo in cui Giacobbe riuscì a carpirla dal vecchio padre. Credo sia molto interessante osservare come la parola ebraica Ga’avah, che significa orgoglio, abbia come valore numerico quindici. Credo che l’orgoglio sia il più grande avversario dell’essere umano, il nemico che impedisce una reale crescita spirituale e che avvelena le relazioni impedendogli di crescere. Il Diavolo è l’Antagonista, per questo motivo è lo strumento privilegiato di Dio atto a temprare i suoi adepti più fedeli. Non esiste Eroe senza Antagonista, non esiste iniziazione senza prove.