«Ho tentato di penetrare nella sensibilità di un uomo che a volte fu duro e violento, come d’altronde erano i suoi tempi. In ogni caso, ho voluto scoprire il lato essenzialmente umano dell’imperatore». Lo scrive Luigi Vellucci, parlando della sua ultima fatica, una delle tante novità Tipheret per la prossima primavera. «Un uomo e non un monumento al Medioevo. Un uomo col suo carattere che spesso viene fuori con contraddizioni solo apparenti: dalla clemenza degna di ogni lode alla vindice giustizia, conseguenza di congiure contro la sua persona o meglio contro lo Stato, l’Impero. Le guerre in fondo le combatteva sempre a malincuore; se poteva le evitava con intelligenza e preferiva dedicarsi agli studi, alla caccia e agli amori per seguire virtute e conoscenza, avrebbe detto Dante, e anche perché di diman non v’è certezza, come dirà in seguito Lorenzo il Magnifico o soltanto per amore del piacere per il piacere, vuoi nell’amore vuoi nella caccia, per la quale lo Svevo mandò all’aria la conquista di Parma e subì la distruzione di Vittoria».
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giovedì 10 marzo 2016
Federico II. L'imperatore del mistero
«Ho tentato di penetrare nella sensibilità di un uomo che a volte fu duro e violento, come d’altronde erano i suoi tempi. In ogni caso, ho voluto scoprire il lato essenzialmente umano dell’imperatore». Lo scrive Luigi Vellucci, parlando della sua ultima fatica, una delle tante novità Tipheret per la prossima primavera. «Un uomo e non un monumento al Medioevo. Un uomo col suo carattere che spesso viene fuori con contraddizioni solo apparenti: dalla clemenza degna di ogni lode alla vindice giustizia, conseguenza di congiure contro la sua persona o meglio contro lo Stato, l’Impero. Le guerre in fondo le combatteva sempre a malincuore; se poteva le evitava con intelligenza e preferiva dedicarsi agli studi, alla caccia e agli amori per seguire virtute e conoscenza, avrebbe detto Dante, e anche perché di diman non v’è certezza, come dirà in seguito Lorenzo il Magnifico o soltanto per amore del piacere per il piacere, vuoi nell’amore vuoi nella caccia, per la quale lo Svevo mandò all’aria la conquista di Parma e subì la distruzione di Vittoria».