sabato 28 marzo 2015

Il Rito di York fa cultura. La monografia di Hiram e la prossima partecipazione al Salone del Libro solo una tappa di un percorso

di Tiziano Busca



Non accade spesso, a guardarci in giro, che lo sviluppo di attività culturali in campo massonico ed iniziatico abbiano il loro giusto riconoscimento. A volte però non è così.

L’ultimo numero di Hiram è un compendio interessante di scritti e riflessioni che vedono impegnati tre maestri dell’Arco Reale del Rito di York: Mauro Cascio, Antonio Cecere, Marco Rocchi attorno alla figura emblematica di Cagliostro. Di questo fatto e di questa scelta editoriale ringraziamo il GM Stefano Bisi che ha disposto la pubblicazione monografica del lavoro nella rivista più prestigiosa della Comunione. Questo è un segnale importante che si aggiunge a tanti altri eventi che sulla strada del progetto di diffusione della cultura abbiamo realizzato.

Affinché non sfugga  alla memoria, vale la pena ricordare che appena un anno fa eravamo alla Università di Oxford, ospiti del Premboke College per la presentazione di un libro  su Collingwood, a cui avevano lavorato studiosi della Università di Napoli e Caserta, ed era la fine di un percorso che aveva visto impegnato il Rito in ben 14 incontri pubblici e tra questi anche nella Università di Urbino testimoniando un impegno - che deve essere ancora moltiplicato nel corpo della Comunione -   che aveva portato sul tavolo dei relatori prestigiosi studiosi della Università Italiane.

Ed ancora. Quattro pubblicazioni importanti con la Collana De Lantaarn del Rito di York  di Marco Rocchi, Cristiano Turriziani, Mauro Cascio ed anche di Massimo Agostini sul Femminile nel Sacro, sono certamente un indice che deve farci riflettere per meglio progettare il lavoro che coinvolge tanti compagni e tanti che per apprezzamento ci sono vicini e condividono con noi questo orgoglio di appartenenza. L’appartenenza e l’orgoglio sono insieme allo spirito libero il nuovo gradino su cui si misura il percorso del corpo rituale. Il senso del risveglio e la crescita che assistiamo in generale non deve essere momento di rilassamento ma, al contrario, spinta a raccogliere la domanda di novità anche all’interno del corpo rituale.

Una richiesta che va sostanziata con coraggio e scelte che possono portare anche a sacrifici ma che divengono indispensabili per attrezzarci alla profondità della via iniziatica che il rituale ci chiede. «Ho assistito a 18 interventi su un lavoro» - mi ha riferito entusiasmato- un Maestro dell’Arco Reale della Toscana alcuni giorni orsono. In quel momento ho percepito l’orgoglio di un lavoro che merita di essere sostenuto perché raccoglieva stimoli e modalità rituali mai percorse precedentemente ma che stavano nel solco non solo della tradizione ma nel concetto della profonda unità iniziatica del Rito. L’orgoglio di questo Compagno è anche merito come il lavoro di progetto deve essere stimolo a vedere la luce iniziatica nel suo più profondo ruolo sacrale... quello immacolato della pura Energia…
E sarà questa luce iniziatica e pura Energia che porteremo e cercheremo di trasmettere al Salone Internazionale del Libro di Torino dove saremo presenti con le nostre pubblicazioni della collana De Lantaarn.