lunedì 2 febbraio 2015

«Il sangue dei fratelli», il romanzo a quattro mani di Mariani e Ronchi



Italia. 26 ottobre 1925. Poche settimane prima della promulgazione delle leggi "liberticide" che metteranno al bando la Massoneria e le altre libere associazioni che potrebbero essere di ostacolo alla dittatura del Duce. E' questo lo scenario in cui si svolge la trama del libro "Il sangue dei Fratelli", l'appassionante romanzo a quattro mani di Maurizio Mariani e Vito Ronchi pubblicato da SBC edizioni.

Gli eventi coinvolgono una non specificata, e immaginaria, città dell'Emilia, nella quale le camicie nere si stanno definitivamente impadronendo del potere e imponendo con la forza il proprio volere. Una squadraccia fascista irrompe nella locale Casa Massonica, devastandone il Tempio, e cercando di impossessarsi della lista degli aderenti. E sarà proprio nei locali della Loggia che, il giorno successivo, verranno ritrovati i cadaveri di due camicie nere.

Ad occuparsi delle indagini è l'integerrimo Commissario di Polizia Italo Neri e i suoi due colleghi: il disincantato veterano Pietro Gualandi e il giovane ed entusiasta Nicola Artuso. In un clima arroventato dalla lotta tra le diverse anime del Partito Fascista, i tre poliziotti si ritrovano così immersi in un complicato scenario in cui si intrecciano politica, interessi personali e malaffare e dove non sempre le cose e le persone sono come appaiono in superficie.

Il romanzo è arricchito dalla Prefazione del Gran Maestro Stefano Bisi e da una postfazione dell'ex Gran Maestro Gustavo Raffi. Il ricavato delle vendite verrà devoluto all'Onlus Asili Notturni Umberto I. Maurizio Mariani è nato a Lugo nel 1977, si è laureato in Scienze Politiche all'Università di Bologna. Dopo alcune esperienze come operatore e come volontario della Croce Rossa Italiana ha collaborato come giornalista pubblicista per alcune testate locali. Svolge attività di improvvisazione teatrale. Vito Ronchi è nato a Faenza nel 1976, si è laureato a Bologna in Storia e specializzato in Beni Culturali a Ravenna e Modena. Ha lavorato per anni come operatore dei beni culturali. Ora svolge attività di consulente. Libero Muratore dal 2010 Loggia "La Pigneta" (676) di Ravenna.

Fonte GOI