Julius Evola
Evola lo si può amare, odiare, osannare, criticare. Ma una cosa non si può più fare con Evola: ignorarlo. Da qualche mese le Edizioni Mediterranee hanno riproposto la sua autobiografia, Il Cammino del Cinabro. Pagine che ci stimolano qualche riflessione e che vogliamo condividere con voi.
Innanzitutto: che cos’è la Tradizione? Evola fu in questo debitore di Guénon (p.178): «Anzitutto viene usato al singolare, con riferimento ad una tradizione primordiale di cui tutte le varie particolari tradizioni storiche premoderne sono state profanazioni, riflessi o forme varie di adattamento e di espressione. In secondo luogo, la Tradizione non ha nulla a che fare con conformismo e con routine; è la struttura fondamentale di una civiltà di tipo organico, differenziato e gerarchico in cui tutti i domini e tutte le umane attività hanno un orientamento verso l’alto».
Il mito fondativo dell’Occidente è intorno alla caduta e ai suoi vari modi di raccontarla (p. 142). L’individuo che nasce nell’atto di staccarsi dall’essere, dall’immortalità, dalla vita e di affermarsi nel più alto valore di ‘Signore del sì e del no’ o ‘delle due Nature’, di colui che è ‘superiore agli Dei perché alla natura immortale, a cui questi sono legati, unisce quella mortale, all’infinito il finito (tale formula, del resto si incontra anche nel Corpus Hermeticum). Ma a tale atto, che rappresentava il ‘crollo di tutto il mondo’ l’individuo non fu più sufficiente. Fu preso da uno spavento che lo travolse e lo spezzò: solo allora il suo atto divenne una caduta».
Nella riparazione dell’Individuo Assoluto che ruolo hanno per Evola Chiesa Cattolica e Massoneria, cioè le due più importanti istituzioni spirituali in Occidente? La Massoneria, nata come società iniziativa, avrebbe perso il suo ruolo proprio nel Settecento quando si sono inseriti elementi profani, mondani e a tratti persino anti-tradizionali che avrebbero avviato un processo di secolarizzazione sempre più invasiva. Negativo anche il giudizio sull’atteggiamento devozione (p. 140): «Questa razza dallo sguardo teminibile, questa razza di Signori non ha bisogno di consolazioni, non ha bisogno di dèi, non ha bisogno di una Provvidenza… Essa si muove liberamente nel suo mondo ‘non più macchiato di spirito’ - liberato, cioè, dalla scorza dei sentimenti, delle speranze, delle dottrine, fedi e valori, delle sensazioni, parole e passioni degli uomini, e riscattato alla sua natura nuda fatta di pura potenza. E, di fronte ad essa, chi non vede quanto deboli e cadaveriche siano la sapienza e le ‘virtù’ dei ‘servi di Dio’, di questi esseri che si abbattono sotto il ‘peccato’ e la ‘cattiva coscienza’ e che un solo fine hanno: tutto livellare, tutto accomunare e legare insieme?».
Interessanti anche le pagine in cui Evola si difende dalle etichette di ‘razzista’ e ‘antisemita’ che qualche volta gli si mette su senza verificare se dietro l’etichetta ci sia davvero qualcosa (pp. 299-325). L’Evola del Mito del Sangue e di Sintesi di dottrina della razza non intendeva per razza quel “concetto materialistico e primitivistico affaciatesi in Germania e che alcuni in Italia si accingevano a riprodurre dilettantescamente”. Il razzismo è tutto spirituale, una razza interna volta alla costruzione di individui assoluti capaci di prendere su di sé la portata della ricerca di senso, in modo ‘secco’ e indipendente, che doveva condurre ad una razza come energia formatrice. In questo gli ebrei erano fuori da ogni critica, non solo non avevano nessuna omogeneità fisica (di razza fisica) ed erano stati resi uniti proprio dalla loro Tradizione ma c’è addirittura una valutazione positiva: «Contro la Tradizione ebraica in senso proprio avevo poco da eccepire, e spesso nei miei libri su argomenti esoterici avevo citato la Kabbala, antichi testi ebraici sapienziali e autori ebrei». La forza disgregatrice è quella internazionale e capitalistica, non quella ebraica. «Infine, non occorre nemmeno accennare che né io, né i miei amici in Germania sapevamo degli eccessi nazisti contro gli ebrei e che, se ne avessimo saputo, in alcun modo avremmo potuto approvarli».