Che cos’è la Massoneria? Con una domanda così si è messi con le spalle al muro, mancando una definizione univoca che possa rendere conto di un fenomeno ricco e complesso. Una società segreta a carattere iniziatico, dove il ‘segreto’ consiste nella ricerca del ‘segreto’ stesso, è in genere la definizione più accreditata. Cioè la messa a fuoco del senso ultimo delle cose e dell’uomo, cioè, per dirla facile, la Conoscenza. Questa è una posizione che implica una posizione morale ed una posizione concreta nella storia, nel momento il cui i valori non restano universali astratti ma patrimonio concreto della collettività. È così che l’idea diventa storia, ed è così che lo Spirito delle Logge ha scritto alcune delle pagine più importanti della nostra modernità: dalla Rivoluzione Francese a quella Americana al Risorgimento Italiano.
Di sfondo sta la Filosofia. Sia nella sua natura teoretica, conoscitiva, sia come studio e riflessione attorno alla nascita delle ideologie liberali. E non è nemmeno sempre facile distinguere Filosofia e Massoneria, là dove la Massoneria è una Filosofia in atto e la Loggia il luogo deputato per una filosofia pratica. La Tradizione massonica eredita cioè la philosophia perennis, universale, la prisca theologia in cui confluiscono tutti i saperi. Quello che vi proponiamo oggi è un saggio, del 1855, di Henry Vivier. Sull’argomento è difficile mettere la parola fine. Ma i contributi, gli arricchimenti, sono fondamentali per arrivare a quel Fine metastorico, che non ci apparterrà forse mai nella sua interezza.
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