Secondo i rappresentanti di tutte le correnti politiche
ticinesi, non è un problema che un candidato sia massone, ma dovrebbe
dichiararlo. La Settimana scorsa aveva fatto discutere l'anello portato al dito
dal candidato Plr e capo delle guardie di confine Mauro Antonini. Appartiene o
no alla Massoneria? Il settimanale Il Caffè, che aveva per primo scatenato il
caso, ha sentito in merito diversi politici, per capire quali sono le loro
posizioni riguardo il tema.
"Considerati i precedenti (fra cui Giorgio Giudici, ex
sindaco di Lugano, ndr), non reputo inconciliabile l'adesione alla Massoneria
con l'esercizio della politica" è l'opinione di Giovanni Jelmini,
presidente del PPD, che vorrebbe però che l'appartenenza ai liberi muratori
fosse resa nota, non fosse altro che per una questione di trasparenza.
"Sarebbe opportuno che gli elettori sapessero se il tal candidato fa parte
o meno della Massoneria".
Sul fronte PS, il presidente Saverio Lurati non vede nessun
conflitto, poichè "non mi importa se uno è massone, mi importa se è
capace, se è in grado di amministrare bene questo Stato". Non vi vede
conflitti d'interesse, che comunque a suo avviso sarebbero all'ordine del
giorno, e non teme condizionamenti.
Della sua opinione è anche Rocco Cattaneo, presidente del
Plr ticinese, partito di Antonini. "Sapevamo che era massone, quell'anello
che portava al dito l'avevamo visto. Ma a noi importa quello che fa una
persona, cosa ha dimostrato nella vita", così commenta il caso specifico,
per poi passare al generale: "Non vedo nessun conflitto fra politica e
massoneria".
"Se la Massoneria è interpretata correttamente nella
sua ispirazione ideale, non vedo alcune controindicazione per un impegno
politico-istituzionale", dichiara il capogruppo UDC Marco Chiesa.
I leghisti, di cui, a quanto pare, tre esponenti avrebbero
chiesto l'affiliazione alla Loggia, distinguono fra chi siede nel legislativo e
chi nell'esecutivo. "Chi fa il granconsigliere, è pur sempre un politico
di milizia, e dunque secondo me a titolo privato può fare quello che vuole. Chi
invece viene chiamato a far parte del Consiglio di Stato diventa un
professionista della politica e idealmente non dovrebbe far parte di nessun
gruppo", sostiene Lorenzo Quadri. "Personalmente" aggiunge
"credo vada parificata ad altri gruppi o associazioni. Chi va a ricoprire
un ruolo pubblico è giusto che sia disposto a dire, qualora gli venga chiesto,
se è iscritto ad una Loggia".
Attilio Bignasca, che non commenta direttamente la richiesta
di adesione dei tre appartenenti al suo partito perchè sinora si tratta solo di
"mormorii", è per "vivi e lascia vivere. Chi va al governo
dovrebbe sentire di più il dovere di trasparenza". Prosegue affermando
come "negli ultimi vent'anni la Massoneria luganese più che un comitato
segreto è stato un comitato d'affari".
Insomma, da quanto emerge dal giro di pareri fra i politici
ticinesi, non si teme per nulla il condizionamento che la Massoneria potrebbe
avere su un candidato, ma si richiede che vi sia trasparenza in merito a chi ne
è affiliato. Per dare, più che altro, altri elementi agli elettori.
Link-fonte: Massoneria, secondo i politici ci vuole trasparenza
Foto: a sinistra il comandante Antonini con l'anello massone (zoom al centro) e a destra con l'anello dei granatieri