(Flavio Vetrano)
(vincenzo Fano)
Gran finale per la rassegna filosofica «Al divino
dall’umano» che si è articolata in questi mesi in gran parte proprio in
provincia di Latina con una serie di simposi a cui hanno partecipato svariati
studiosi tra cui Giuseppe D’Acunto (Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di
Roma), Giancarlo Rinaldi (Università L’Orientale di Napoli), Claudio Saporetti
(Università di Pisa), Giuseppina Sgueglia (Università Lateranense di Roma),
Ferdinando Testa (Università di Palermo), Pierluigi Valenza (Sapienza,
Università di Roma).
L’occasione del confronto è stata la pubblicazione, per la
Bastogi di Foggia, del saggio del filosofo pontino Mauro Cascio omonimo, che ha
ripercorso le tappe più importanti di una ricerca incessante, quella dell’uomo,
e della sua cultura, e del suo senso, a partire proprio dall’eterno. Una
rassegna, la VI edizione, firmata dalla Compagnia de Galantomeni, quest’anno in
collaborazione con il Capitolo De Lantaarn.
Le religioni, la scienza, la
filosofia, la magia, le società iniziatiche occidentale si incontrano in questo
percorso accidentato, tutto in salita, dove certezze sembrano non esserci, dove
una qualificata ipotesi si scontra con un’altra, dove tramonta costantemente
ogni pretesa di costruzione di una teoria del tutto. Eppure è proprio a quel
tutto a cui non si può rinunciare. Quello che Tommaso d’Aquino chiamava
‘reditus’, e che Cascio riprende in prestito per definire il senso del viaggio.
È chiara la meta, allora occorre che tutti i saperi, semplicemente, vadano. Ed
è un cammino che non riguarda solo filosofi o scienziati, perché siamo tutti
chiamati ad essere filosofi e scienziati della nostra vita. Ecco che le
pratiche filosofiche (e in fondo la stessa Consulenza filosofica che si sta
sempre più affermando come valida alternativa alle psicoterapie in ambiti di
chiarificazione, per esempio esistenziale, non patologici) trova tutta la sua
autorevolissima giustificazione.
La scienza ha aperto negli ultimi anni prospettive inedite,
che in parte riprendono sapienzialità antiche e che comunque minano alla base
il nostro consueto modo di ragionare. Meccanica quantistica e relatività sono
qui a dirci che aveva ragione, già ai primordi della nostra cultura
occidentale, chi diceva che tutto non è come sembra e che il ‘reale’ non è la
certezza più vera e concreta che possiamo avere. E allora quali sono le
consegue ‘esistenziali’, come cambia o può cambiare la nostra vita? Che senso
ulteriore possiamo dare a quel viaggio? Ha ragione Emanuele Severino quando
dice che siamo tutti eterni, destinati ad un eterno presente di gioia?
A queste
domande tenterà di rispondere il convegno di chiusura, all’Università di
Urbino, sala rossa di Palazzo Battiferri. Un dialogo tra Marco Rocchi
(associato di statistica medica), Flavio Vetrano (ordinario di Fisica) e
Vincenzo Fano (ordinario di Logica e Filosofia della Scienza). Interverrà il
Magnifico Rettore Stefano Pivato. L’appuntamento è per oggi mercoledì 26 marzo alle
17.30.
Nelle foto: Flavio Vetrano e Vincenzo Fano