lunedì 31 luglio 2017

Gramsci e la Massoneria: un articolo oggi sul Tempo



Una persecuzione cominciata ufficialmente lo scorso marzo, con la famigerata iniziativa della Bindi, di Giarrusso & Co, dopo gli articolacci sull'Espresso e prima della proposta di legge choc. Il Pd pare avere intenzione di ingaggiare una lotta a tutto campo contro la Massoneria, senza distinzioni e senza conoscenza. Ma cosa diceva Gramsci sulla Massoneria? Sì, perché di questo parlò nel suo unico discorso parlamentare. Sul Tempo di oggi un interessante articolo di Dimitri Buffa, dopo l'uscita per Tipheret del volume che raccoglie il testo, con la prefazione di Stefano Bisi.

Da oggi in libreria l'Opus Chemicum del Trevisano

La copertina del libro (Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno)

Da oggi in libreria e negli store online una fantastica avventura dello Spirito. Un capolavoro del XV secolo, curato da Mauro Cascio, illustrato da Luigi Malgherini con la postfazione di Gabriele La Porta ed Egidio Senatore...
C'è qualcosa di folle che attraversa la storia dell'uomo, l'idea che ci sia qualcosa dietro la storia, che possiamo dare un nome alle cose ma che c'è qualcosa dietro le cose, che continuerà a sfuggirci. Si dice che esista una 'pietra' che ha il potere di mettere tutto in discussione, e l'errore degli alchimisti è stato proprio quello di cercarla. Perché il paradosso è che più la si cerca più si allontana l'oggetto della ricerca. Una rivoluzione che parte dal linguaggio, perché anche il linguaggio presuppone ci sia un soggetto e un oggetto, un 'homo faber', un 'artigiano', e una 'cosa' da fare. L'Opus Chemicum, presentata per la prima volta in italiano, ci dice e dà un metodo, ma è quello che potremo davvero fare nostro dopo aver capito che ricercatore, ricerca e cosa ricercata sono la stessa cosa.

Gabriele La Porta

venerdì 28 luglio 2017

Le basi filosofiche della psicologia. Un convegno con Umberto Galimberti



Le basi Filosofiche della Psicologia. È il titolo di un convegno di professionisti della Consulenza filosofica che si terrà il prossimo autunno, il 21 e 22 ottobre, all'Hotel Concord di Torino. Il Convegno si pone come momento di riflessione ed analisi sulle radici filosofiche della psicologia e su come tra queste due discipline vi possa essere un reciproco completamento ed integrazione. Vi è tra Filosofia e Psicologia un proficuo rapporto di sinergia che gli interventi del convegno si propongono di evidenziare e discutere. Questo è infatti uno dei propositi fondamentali dell’ISFiPP che raccoglie i migliori esperti che si dedicano da tempo allo studio dei rapporti tra filosofia, psicologia e psichiatria... Interverranno Umberto Galimberti, Lodovico Berra (Sicof), Ferdinando Brancalone (Isue), Enzo Maria Risatti, Gianfranco Buffardi (Isue)

giovedì 27 luglio 2017

La modernità della Massoneria



È ravvisabile un’identità attuale della Libera Muratorìa moderna, che le consenta di slanciarsi verso il futuro? Per quanto suoni come un paradosso, si può rispondere a questa complessa domanda solo facendo della libertà, di quella libertà del tutto particolare che costituisce il fondamento stesso della Libera Muratorìa, un vero e proprio metodo.
Lavoro introspettivo e conoscenza di sé, comportamenti etici, dialogicità della comunicazione interpersonale, intreccio tra visione spirituale e vita concreta: l’iniziazione massonica coinvolge tutta la vita, fin nei più insignificanti aspetti del quotidiano. Pur conservando infatti l’iniziazione tutta la sua vertiginosa e profondissima spiritualità, essa deve però trovare un punto di applicazione nella realtà contestuale dell’iniziato: questo sembra essere il “messaggio”, davvero attuale, di quel particolare tipo di iniziazione operativa e speculativa insieme che è l’iniziazione massonica.
La deriva globalizzata dell’economia travalica ormai con evidenza gli stati nazionali, mettendo in crisi le conquiste di democrazia, uguaglianza e libertà delle quali la Massoneria è da sempre convinta portatrice. La Libera Muratorìa mondiale ha quindi un’altissima responsabilità, non solo nei suoi stessi confronti ma anche nei confronti di tutta la nostra difficile e complessa epoca storica: la responsabilità di perseguire una civiltà futura davvero «umana», in tutta la complessità e «dignità» che tale termine comporta..

In libreria da oggi i rituali del barone Tschoudy



È disponibile da oggi in libreria e negli store online la prima edizione italiana dei rituali del Barone Tschoudy, l'autore del Catechismo Ermetico-Massonico della Stella  Fiammeggiante.

Clicca qui per comprare il volume

Gesù e il primo cristianesimo



Questo saggio di Pierangelo Mengoli, in pubblicazione per Tipheret, inizia con una sintesi della situazione religiosa e politica della Palestina sotto il dominio romano e l’influsso della tradizione classica, e quindi analizza le sia pur esigue fonti protocristiane, per giungere alla predicazione di Gesù in un tentativo di ricostruzione dei momenti più significativi della Sua vita. Viene affrontata la problematica della formazione delle prime chiese e la successiva crisi che, nel passaggio dal II al III secolo, vide il prevalere delle correnti etnico-cristiane. Dopo un excursus sulle persecuzioni dell’Impero si esaminano quattro secoli di dispute teologiche e contese per il potere, fino al giungere all’Età Conciliare che darà luogo ad un’unica Chiesa universale, completamente ellenizzata. Accanto ai dati oggettivi della ricerca, condivisi tanto dagli storici della Chiesa quanto dagli studiosi del Nuovo Testamento, il saggio si conclude con le deduzioni personali dell’autore, risultato di un lungo cammino umano e spirituale.

mercoledì 26 luglio 2017

Mauro Cascio a Radio Interno 5. Con Clemente Pernarella



Mauro Cascio sarà oggi ospite di Radio Interno 5 per parlare di cultura a Latina.  Con lui, in diretta, ci saranno lo scrittore Gian Luca Campagna, l'attore Clemente Pernarella, Simona Serino e Fabio D'Achille, presidente della commissione cultura. In diretta, streaming, a partire dalle 16.00

Clemente Pernarella

martedì 25 luglio 2017

Gramsci e la Massoneria: a Matera la presentazione



Appuntamento a Matera il 7 agosto alle 18 a palazzo Gattini in piazza Duomo per la presentazione “Gramsci e la Massoneria”. Il volume, edito da Tipheret, riporta l’intervento che il leader comunista tenne alla Camera durante il dibattito  sulla legge contro la Massoneria. La prefazione è del Gran Maestro Stefano Bisi, che interverrà all’incontro di Matera, e l’introduzione è del professore Santi Fedele, Gran Maestro Aggiunto e docente di storia contemporanea all’Università di Messina.

Ecco la scheda del libro

A compimento di un’ininterrotta sequela di aggressioni e violenze contro uomini e sedi del Grande Oriente d’Italia, entrava in vigore il 26 novembre 1925 la legge sulla “Regolarizzazione dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dallo stato”, immediatamente definita dagli stessi giornali fascisti, e così passata alla storia, come la “legge contro la massoneria”. Prevedendo infatti il licenziamento degli impiegati civili e militari dello stato o di qualunque altra pubblica amministrazione “che appartengano, anche in qualità di semplice socio, ad associazioni, enti od istituti costituiti nel regno, o fuori, od operanti, anche solo in parte, in modo clandestino od occulto o i cui soci sono comunque vincolati dal segreto”, la legge rispondeva al deliberato proposito di infliggere un colpo mortale a un’istituzione ormai da tempo saldamente attestata sul versante dell’opposizione al governo Mussolini. Una legge le cui implicazioni illiberali sfuggirono allora a molti ma non a un osservatore dell’acume del deputato comunista Antonio Gramsci, il cui intervento alla Camera il 16 maggio 1925 costituì una lucida quanto coraggiosa denuncia della deriva liberticida che, con la messa in discussione del diritto d’associazione, si veniva a innescare. Prefazione di Stefano Bisi e introduzione di Santi Fedele.

Fonte: GOI

Il 27 in distribuzione il libro di Almerindo Duranti



La sua nascita è stata annunciata per il giorno 27 luglio: giovedì. Giorno beneaugurante essendo il giorno di Giove, il dio degli dei. Finalmente chi lo desidera potrà acquistare il libro di vignette massoniche umoristiche... ma non solo. C'è anche chi ha pensato bene, avendo avuto occasione di entrare in possesso del libro durante l'Assemblea del Rito di York  lo scorso maggio a Rimini di stampare la sua maglietta con una vignetta. Una modella unica e cara a molti di noi. Grazie. Valentina!


lunedì 24 luglio 2017

Le emoticon massoniche

di Almerindo Duranti


Si è celebrato il “World Empji Day”: le faccine gialle che imperversano su Facebook, Whatsapp, nei nostri messaggi telefonici. Nate nel 1982 dalla fantasia dell’informatico statunitense Scott Fahlman, si sono integrate nel nostro linguaggio/scrittura semplificandolo da un lato e dall’altro dotandolo di geroglifici in grado di esprimere  emozioni e stati d’animo nel momento in cui si scrive. E nel mondo iniziatico? Che ne dite dei nostri cappucci, le Emoji-masson?.

La Massoneria non dimentica i terremotati



Il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani bandisce una borsa di studio denominata “la Scuola del coraggio” e riservata agli studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado dell’Umbria, delle Marche, del Lazio e dell’Abruzzo che sono state colpite dal terremoto.

L’intento è quello di premiare gli studenti più meritevoli che hanno ottenuto la maturità con il massimo punteggio nell’anno scolastico 2016-2017, ragazzi che hanno dovuto fare i conti con la triste e difficile esperienza post terremoto e con la quotidiana preoccupazione di sedere fra i banchi di scuola mentre avvenivano nuove scosse sismiche.

I singoli candidati dovranno inviare la domanda d’adesione entro il 31 ottobre 2017 al Grande Oriente d’Italia, Borse di studio, Via di San Pancrazio 8, 00152 Roma.

Nella domanda di partecipazione, redatta in carta libera e rivolta al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, dovranno essere indicati cognome, luogo e data di nascita dell’autore, residenza, recapito telefonico e la Scuola in cui si è sostenuta la maturità e il voto finale ottenuto all’Esame di Stato. Saranno premiati gli studenti che hanno ottenuto il punteggio di 100 e lode.

La consegna dei premi avverrà nel corso di una cerimonia pubblica.
Per informazioni rivolgersi a ufficio.gm@grandeoriente.it oppure ufficio.stampa@grandeoriente.it.

Fonte: GOI

venerdì 21 luglio 2017

Equinozio d'autunno, a settembre a Villa Medici Il Vascello la ripresa dei lavori massonici



Consuete celebrazioni del Grande Oriente d’Italia a settembre per la ricorrenza dell’Equinozio di Autunno, che ogni anno segna la ripresa dei lavori delle logge dopo la pausa estiva, e l’anniversario del XX Settembre 1870, data storica dell’Unità d’Italia, che con la Breccia di Porta Pia unì Roma al paese. Cinque le date dei festeggiamenti nazionali che si svolgeranno nella capitale: dal 16 al 20 settembre il Grande Oriente mette in campo una serie di iniziative per ricordare, riflettere ed elaborare il futuro. Maggiori dettagli saranno diffusi nelle prossime settimane.

Giornata clou delle celebrazioni sarà sabato 16 settembre con mattina e sera dense di attività al Vascello (Via San Pancrazio 8, Roma), sede nazionale del Grande Oriente. Alle 10,30 – fino alle ore 13 circa – è previsto un dibattito con interventi di esponenti del mondo della cultura e della comunicazione. Le conclusioni saranno del Gran Maestro Stefano Bisi. Dopo una pausa fino al primo pomeriggio, i festeggiamenti proseguiranno fino a serata inoltrata e la tradizionale allocuzione del Gran Maestro sarà il momento centrale della giornata.

I festeggiamenti del 16 settembre si chiuderanno con un buffet. L’accesso al Vascello sarà libero solo la mattina, mentre per il pomeriggio è necessaria la registrazione. Gli iscritti al Grande Oriente d’Italia e gli altri ospiti potranno accreditarsi scrivendo, entro l’8 settembre, a: xxsettembre@grandeoriente.it.

Mercoledì 20 settembre sarà un altro giorno di celebrazioni che ricorderà l’ingresso dei bersaglieri a Roma attraverso la Breccia di Porta Pia. La Massoneria del Grande Oriente d’Italia, in questi 147 anni, ha mantenuto viva la memoria storica di quegli eventi che sono il culmine dell’epopea risorgimentale e anima dell’identità del nostro paese. Il Gran Maestro Stefano Bisi con una delegazione si troverà, come ogni anno, presso la targa che ricorda i fatti del 20 Settembre 1870 dove sarà deposta una corona d’alloro e lo stesso Gran Maestro terrà un breve discorso commemorativo. Una corona sarà collocata anche alla base del monumento a Giuseppe Garibaldi sul Monte Gianicolo. Tutti sono invitati a partecipare.

Fonte: GOI

giovedì 20 luglio 2017

Il senso delle stelle non è quello di un uomo



« L'uomo è un mistero. Un mistero che bisogna risolvere, e se trascorrerai tutta la vita cercando di risolverlo, non dire che hai perso tempo; io studio questo mistero perché voglio essere un uomo».

Fëdor Dostoevskij, Lettere sulla creatività

mercoledì 19 luglio 2017

Habitare fratres in unum, essere compassionevoli

di Paolo Callari



L'amore è uno stato affettivo di appagamento e felicità del proprio essere nel mondo, una esperienza esistenziale legata a qualunque percezione positiva di sé nel mondo.
Esso si rivela in ogni tipo di atteggiamento unitivo: è creativo in quanto, a diversi livelli, rappresenta la sintesi del Logos e dell'Eros contro la separatività e la distruttività del non amore e può essere collegato ad altre persone o indipendente da esse e del tutto soggettivo.

L'amore va dagli appagamenti più sensoriali a quelli più raffinati: intellettuali, estetici, etici, sino all'amore incondizionato, legato a uno stato di coscienza transpersonale.
Nell'arco dell'amore, l'individuo agisce spinto dalla forza universale dell'Eros, che va dalla passione sessuale all'amore cosmico. Permette l'appagamento di tutti i bisogni umani, da quelli istintuali, a quelli mentali, a quelli spirituali. Tra di essi: l'amore della verità, della conoscenza, della bellezza, del sacro. L'amore personale si basa su una conoscenza parziale della realtà e del Sé, è motivato dalla necessità di “avere” ed ha come obiettivo la gratificazione di una carenza, legata a un bisogno dell'io da cui è determinato.

L'amore transpersonale nasce dalla evoluzione della conoscenza e della coscienza e dalla corrispondente trasformazione delle componenti egoistiche legate all'avere, al potere e al successo personale. Segna il passaggio dallo stato di coscienza dualistico al non dualistico: il suo punto massimo è nella realizzazione del “Sé”, uno stato di coscienza unitivo e felice.

L'amore transpersonale, essendo una espressione di conoscenza transegoica deriva, nei suoi diversi gradi, dalla attualizzazione del patrimonio inconscio superiore che ogni essere umano possiede come miniera non esplorata della interiorità.
Le sue funzioni preferenziali sono: intuizioni archetipiche, sentimento altruistico e volontà di bene. L'amore del Sé ha le connotazioni dell'eterno e dell'universale, al di là di ogni identificazione materialistica legata all'attaccamento e all'avversione.

Più dell'amore transpersonale, che ne rappresenta il momento precedente, esso è una unità di sentimento e di intuizione del sacro quale essenza del Reale.
Presente solo in rarissimi casi di rapporti interpersonali (maestro e discepolo): esso è soprattutto rappresentato nell'amore delle più alte personalità della mistica e della sapienza meditativa.

La sua forma, trascendente qualunque qualificazione, è quella del distacco totale dalla importanza personale.
Le qualità dell'amore transpersonale sono: l'umiltà, la pazienza, la comprensione, la compassione, la tolleranza e la generosità. Esse si sviluppano in una persona integrata.

Possiamo dire che l'amore transpersonale-spirituale è legato al bisogno di “essere” e non a quello di “avere”, indi alla realizzazione delle potenzialità umane archetipiche più alte e sublimi del vero, del Se rivolto alla realizzazione della propria più profonda natura divina.
È l'amore volto a integrare l'essenza, il cuore del Sé, e con esso i suoi archetipi dell'armonia, dell'amore e della sapienza.

È quell'amore che spinge all'unità sempre più intensa e perfetta con la Fonte universale della vita; ha equivalenti con l'amore mistico e con lo stato di beatitudine del saggio.
Le qualità dell'amore transpersonale sono: l'umiltà, la pazienza, la comprensione, la compassione, la tolleranza e la generosità. Esse si sviluppano in una persona integrata che ha raggiunto un retto amore di sé e si vanificano in una persona disarmonica il cui campo della coscienza è alterato da problematiche conflittuali: in tal caso l'io è impulsato da energie separative, che sono in antitesi con le energie spirituali e sintetiche dell'amore.

Le qualità dell'amore sono perciò in relazione alla salute psicologica e dipendono dal susseguente grado di attualizzazione delle potenzialità umane e di sviluppo.
I caratteri distintivi dell'amore transpersonale sono: il servizio, la creazione spirituale e la conseguente attitudine alla propria autotrasformazione per dissolvere i fattori egoistici che separano l'io dal Sé, sino alla piena autorealizzazione. Essi sono volti a suscitare in sé e negli altri le energie rivolte alla crescita e al benessere non avido, si esprimono nell'ambito di successivi atti d'amore donativi e si associa alla conoscenza nei suoi aspetti di empatia e di intuizione supercosciente.

L'empatia in senso transpersonale è la capacità di comprendere (dal latino cumprehendo) le qualità del vissuto altrui includente la sofferenza e l'errore, oltre le possibilità conoscitive della ragione: implica il cuore più che la mente.
L'empatia è un silenzioso entrare in sintonia con quanto avviene sia nella coscienza che nell'inconscio altrui: essa è una qualità creativa che si esprime nel contatto interpersonale al di là del dialogo e della interazione; come tale è una qualità di elezione dello psicoterapeuta di orientamento transpersonale e di qualunque tipo di Maestro.
L'empatia è una qualità che si attivizza per motivazioni spirituali e altruistiche, solo in seguito a un avanzato grado di purificazione coscienziale quando i bisogni dell'io sono stati compresi e risolti. Attraverso essa, si entra in contatto con il sentimento altrui, senza subire alcun coinvolgimento emotivo.

L'intuizione è strettamente correlata alla empatia, ed è tanto maggiore quanto più è slegata dall'espressione dell'io e quanto più è legata alla realizzazione del “Sé”.
Nell'intuizione, l'amore si esprime nel suo aspetto più conoscitivo, quale modalità di contatto e di comprensione attraverso l'unione di soggetto e oggetto senza mediazioni razionali e interlocutorie. Essa è perciò conoscenza immediata e totale dell'altro, in cui l'interazione tra un “io” e un “tu” non è determinata dai bisogni, ma è sostituita da uno stato unitivo dell'essere in cui la manifestazione dialettica e separativa dell'esperienza duale è sintetizzata nell'esperienza unitiva-spirituale.

In tale tipo di amore, la compartecipazione umana si può estendere anche alla realtà cosmica di cui ognuno fa parte, dove il significato della vita è agganciato alle categorie universali, e ogni aspetto relativo è riconosciuto solo come una manifestazione di una più
totale realtà assoluta.

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martedì 18 luglio 2017

Jonathan Swift e la Massoneria

Frontespizio dei "Viaggi di Gulliver" di Jonathan Swift


Che Jonathan Swift, l'autore dei "Viaggi di Gulliver", fosse Massone si è sempre detto. Mancavano però le prove documentali. In questo articolo accademico (in inglese) di Katsumi Hashinuma, viene affrontata la questione e vengono fornite le prove:

https://app.box.com/s/cqqrb6kd1hip0lntvo27

(m.r.)

lunedì 17 luglio 2017

Il labirinto

di Almerindo Duranti



Simbolo che nasce dalla complicazione del segno della spirale; secondo gli etnologi esso ascenderebbe all’epoca megalitica e simboleggerebbe sia il mistero della Morte, sia il viaggio dell’anima nell’oltretomba fino alla liberazione e rigenerazione della rinascita. Le tombe dei Faraoni rappresentavano un labirinto regolare costituito da due piani: uno superiore adibito ai profani e, quindi ai riti exoterici ed uno inferiore per i riti segreti e, quindi solo per gli iniziati. Nel Medio Evo il Labirinto fu il simbolo deella fratellanza dei Massoni, costruttori di cattedrali. Gli Alchimisti lo  indicavano come “centro alchemico” o “Labirinto di Salomone” e, in seguito, anche con i termini “androgino” o “la Rosa”.  Tratto dal Dizionario Massonico di Luigi Troisi Ed. Bastogi.

Il piacere e l'eternità secondo Epicuro



« Non dunque le mangiate, e le feste ininterrotte, né il godimento di fanciulli e donne, né i pesci o quant'altro è offerto in una tavola sontuosa è fonte di vita felice; ma al contrario il ragionamento lucido che scruta a fondo le cause di ogni scelta e di ogni rifiuto, e che scaccia le opinioni false, causa dei più grandi turbamenti dell'anima. […] Infatti le virtù sono connaturate al piacere, e l'uno è inseparabile dalle altre.

Non è simile a un essere mortale chi vive tra beni eterni. »

Epicuro, Lettera a Meneceo

Le Commissioni Parlamentari di inchiesta. Diritti incomprimibili



Le Commissioni Parlamentari di inchiesta. Diritti incomprimibili. E’ questo il tema del convegno, organizzato dalla Fondazione Einaudi, che si terrà il 26 luglio a Roma, nella Sala della Regina, Camera dei Deputati, alle ore 17, piazza di Montecitorio. Un tema di grande interesse giuridico oltre che politico, che solleva innumerevoli interrogativi,  e che  è stato anche spesso, nei mesi scorsi, al centro di numerosi incontri tenuti dal  Grande Oriente d’Italia,  dopo il sequestro, da parte proprio di uno di questi organismi istituzionali, la Commissione Parlamentare d’inchiesta  sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere, degli elenchi dei propri iscritti in Calabria e Sicilia. Un’iniziativa illegittima, sotto più aspetti  secondo il Goi, che si è rivolto sia alla Magistratura ordinaria, presentando una denuncia contro tutti i componenti della Commissione Antimafia, sia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo alla quale ha inoltrato un ricorso e un’istanza  di provvedimenti cautelari  contro le “attività fortemente discriminatorie  poste in essere” dall’organismo parlamentare italiano, accusato di aver violato diritti incomprimibili come quello alla privacy e alla libertà di associazione previsto dall’articolo 18 della Costituzione, e di aver chiamato a rispondere un’intera associazione di un reato penale generico e non specificamente formulato, la cui responsabilità è per altro soltanto personale.

All’incontro interverranno Piero Tony, presidente del  Dipartimento Giustizia, Comitato Scientifico Fondazione Einaudi; Giampiero Di Florio, Procuratore della Repubblica di Vasto; Davide Giacalone, giornalista e scrittore; Beniamino Migliucci, Presidente Unione Camere Penali Italiane; Enrico Costa,  Ministro per gli Affari Regionali. Moderatore Andrea Pruiti Ciarello, Cda Fondazione Einaudi. L’ingresso è libero.

Fonte: GOI

venerdì 14 luglio 2017

Piacere, Jodorowsky



«Piacere, Jodorowsky» e una vigorosa stretta di mano con il noto personaggio sono la sensazione che si trae dalla lettura di questo libro. Attraverso due interviste nell'arco di quindici anni (1989-2004), Gilles Farcet ci mostra l'umanità e le debolezze di Alejandro Jodorowsky, il suo percorso iniziatico e artistico, l'evoluzione della sua consapevolezza fisica e mentale. Un’opera che mette il lettore davanti a un Alejandro «Jodo» Jodorowsky quasi in carne e ossa, presentandolo nei suoi aspetti più intimi e personali. Cosa vuol dire realmente invecchiare? Come si affronta il dolore per la perdita improvvisa di un figlio? Quant'è impegnativo portare avanti un rapporto di coppia davvero evolutivo e profondo? Attraverso le risposte, di Jodo e dei suoi amici e familiari più vicini, si entra in un universo fatto di esperienze forti e spesso violente, illuminazioni repentine e fallimenti colossali: un vero benvenuto nel personalissimo universo jodorowskiano, in cui non ci si prende troppo sul serio e si gioca a carte con le forze più misteriose del cosmo.

«Quando mi sono impegnato nel cammino della coscienza mi sono detto: non si può cambiare il mondo ma si può cominciare a cambiarlo. Non si può fare un’opera ma si può cominciare a farla. Non si cambia, ma si può cominciare a farlo. La meraviglia è cominciare. Poi ho deciso di avere conversazioni iniziatiche con chiunque, di infondere alle mie creazioni sempre una dimensione appropriata al risveglio. Non voglio più distrarmi dal percorso. Occorre passare costantemente, come nella nostra conversazione, dal personale all’universale, dal banale allo straordinario. Non voglio nulla per me che non sia per gli altri. In questo regno non ci sono piccole cose. Se posso essere lo strumento di un piccolo risveglio, non esito»..

giovedì 13 luglio 2017

Il libro di Ermete, per Tipheret lo studio di Domenico Fragata



I ventidue arcani maggiori dei Tarocchi hanno un’origine molto antica e recondita sulla quale si discute ancora oggi. L’unica cosa certa è che in questi simboli è racchiuso un immenso potenziale di significati derivanti dalle principali discipline esoteriche della Tradizione mediterranea. Solo mediante lo studio comparato delle Vie del Sapere sarà possibile ottenere una piena comprensione delle ventidue raffigurazioni archetipiche che compongono il ‘’Libro di Ermete’’. Ogni simbolo contenuto nei Tarocchi è come uno scrigno misterioso che racchiude in sé immensi tesori ma, per dischiuderne la conoscenza, è necessario possedere le giuste chiavi d’accesso. In questo volume attraverseremo il percorso iniziatico dorico, scandito dalle prime undici tappe dei Tarocchi, cercando di penetrarvi attraverso le chiavi esegetiche forniteci dalla massoneria, dalla gnosi, dall’astrologia, dall’alchimia, dalla cabalà e soprattutto dalla ghematria. L’applicazione della ghematria allo studio del Tarot fornirà al lettore orizzonti di senso inesplorati che potrebbero far luce su alcuni simbolismi esoterici rimasti occulti fino ai giorni nostri.
Il volume, di Domenico Fragata, è stato pubblicato da Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.

mercoledì 12 luglio 2017

L'invito



di Oriah Mountain Dr­eamer 
(Oriah Sognato­re delle Montagne) 
Anziano Indiano

A me non interessa sapere quel che fai per vivere.
Io voglio sapere per che cosa soffri,
e se osi sognare di incontrare la passio­ne del tuo cuore.
A me non interessa sapere quanti anni ha­i.
Io voglio sapere se rischieresti di semb­rare un pazzo per am­ore,
per i tuoi sogni, per l’avventura di ess­ere vivo.
A me non interessa sapere quali pianeti sono in quadratura con la tua luna.
Io voglio sapere se hai toccato il centro del tuo proprio do­lore,
se sei stato aperto ai tradimenti della vita
o se ti sei ritirato e chiuso per paura di ulteriore dolore!
Voglio sapere se puoi stare con la gioia, la mia o la tua;
se puoi danzare selv­aggiamente e lasciare che l’estasi ti ri­empia fino alla punta delle dita
e delle dita dei pie­di senza ammonirci di stare attenti,
di essere realisti, o di ricordare le li­mitazioni dell’umano.
A me non interessa se la storia che stai raccontando è vera.
Voglio sapere se puoi deludere l’altro per essere vero con te stesso.
Se puoi sopportare l’accusa di tradimento e non tradire la tua anima.
Voglio sapere se puoi essere fedele e qu­indi affidabile,
Voglio sapere se puoi vedere la bellezza anche quando non è carina tutti i giorn­i,
e se puoi nutrire la tua vita della Sua presenza.
Voglio sapere se puoi vivere con il fall­imento, il tuo e il mio,
e ancora ergerti sul­la riva di un lago e gridare all’argento della luna piena, «Sì!»
A me non interessa sapere dove vivi o qu­anti soldi hai.
Voglio sapere se puoi alzarti dopo una notte di pena e dispe­razione,
addolorato e ferito fino alle ossa, e fa­re ciò che c’è da fa­re per i figli.
A me non interessa chi sei e perché sei qui.
Voglio sapere se sta­rai al centro del fu­oco insieme a me e non ti ritirerai.
Non mi interessa sap­ere dove o cosa o con chi hai studiato.
Voglio sapere che co­sa ti sostiene dall’­interno quando tutto il resto cade giù.
Voglio sapere se puoi stare da solo con te stesso,
e se veramente ti pi­ace la compagnia che dai nei momenti 

martedì 11 luglio 2017

In libreria l'Opus Chemicum di Bernardo Trevisano a cura di Mauro Cascio



C'è qualcosa di folle che attraversa la storia dell'uomo, l'idea che ci sia qualcosa dietro la storia, che possiamo dare un nome alle cose ma che c'è qualcosa dietro le cose, che continuerà a sfuggirci. Si dice che esista una 'pietra' che ha il potere di mettere tutto in discussione, e l'errore degli alchimisti è stato proprio quello di cercarla. Perché il paradosso è che più la si cerca più si allontana l'oggetto della ricerca. Una rivoluzione che parte dal linguaggio, perché anche il linguaggio presuppone ci sia un soggetto e un oggetto, un 'homo faber', un 'artigiano', e una 'cosa' da fare. L'Opus Chemicum, presentata per la prima volta in italiano, ci dice e dà un metodo, ma è quello che potremo davvero fare nostro dopo aver capito che ricercatore, ricerca e cosa ricercata sono la stessa cosa.

Il volume, curato da Mauro Cascio, è disponibile da oggi presso l'editore (095.7649138) e in distribuzione da settembre in libreria...


Il decalogo liberale di Bertrand Russell (1951)



1. Non sentirti assolutamente certo di nulla.
2. Non pensare che valga la pena procedere nascondendo la realtà dei fatti, perché è sicuro che essa verrà alla luce.
3. Non cercare di scoraggiare la riflessione perché è sicuro che ci riuscirai.
4. Quando sei confrontato da una opposizione, anche se dovesse trattarsi di tuo marito o dei tuoi figli, cerca di superarla con la discussione e non con l'imposizione, perché una vittoria ottenuta con la forza è fittizia e illusoria.
5. Non avere alcuna venerazione per l'altrui autorità, in quanto si possono sempre trovare altre autorità ad essa contrarie.
6. Non utilizzare il potere per sopprimere opinioni che ritieni dannose, perché così facendo saranno le opinioni a sopprimere te.
7. Non aver paura di essere eccentrico nelle tue idee perché ogni idea ora accettata è stata una volta considerata eccentrica.
8. Trova più gusto in un dissenso intelligente che in un consenso passivo, perché, se apprezzi l'intelligenza come dovresti, nel primo caso vi è una più profonda consonanza con le tue posizioni che non nel secondo.
9. Sii scrupolosamente sincero, anche se la verità è scomoda, perché è ancora più scomodo il tentare di nasconderla.
10. Non provare invidia per la felicità di coloro che vivono di illusioni, perché solo uno sciocco può pensare che in ciò consista la felicità.

[Questo 'decalogo liberale' è apparso per la prima volta in un articolo pubblicato sul "New York Times Magazine" del 16 dicembre 1951 dal titolo: "La migliore risposta al fanatismo: il liberalismo". È stato poi incluso nella “Autobiografia” di Bertrand Russell, vol. 3, 1944-1967.].

lunedì 10 luglio 2017

The Flintstones e la Massoneria

di Almerindo Duranti



Tra il 1960 e il 1966, la serie di cartoni animati “The Flintstones” è stato uno degli spettacoli più diffusi in televisione. Il primo a durare più di due stagioni e per anni capace di catturare nel suo mondo e nel suo tempo quello della “pietra” giovani e meno giovani, fino a quando non comparvero i Simpson. Creati negli anni 1960-65 rappresentarono nelle loro storie la vita quotidiana, gli ideali e  i valori della famiglia e della società americana degli anni cinquanta.

 Il fr.llo Nick Johnson in un post del suo blog sulla "massoneria e i Flintstones" sottolinea che durante gli anni Cinquanta, la Massoneria e molte altre organizzazioni “fraterne” hanno un forte sviluppo. Quasi cinque milioni di uomini entrano in Massoneria e nelle organizzazioni “fraterne” che attorno ad essa ruotano e si assiste ad un fiorire di logge  che rappresenterà un boom vero e proprio.
Questo boom che in qualche modo caratterizzò la società americana degli anni cinquanta, trova un suo posto nella serie “The Flintstones”: l'ordine fedele dei dinosauri e la Water Buffalo Lodge n. 26 in Bedrock AM (Ancient Freemasons) di cui sono membri Fred e Barney.
Più che di logge massoniche quelle frequentate da Fred e Barney sono logge caratterizzate un mix di elementi di natura massonica e para-massonica. I suoi membri si riuniscono con regolarità, indossano cappelli strani (in questo caso sostitutivi del grembiule massonico), possono aderire solo uomini ( nelle logge massoniche non sono ammesse donne). Hanno parole di riconoscimento segrete, come pure le strette di mano..

Le distinzioni delle Procure



Dopo il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti e il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, è il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci a chiarire in un’intervista di Osvaldo Baldacci sul “Giornale di Sicilia” del 7 luglio. «Già nel 2011 – spiega Paci – avevamo captato un famoso boss della ‘ndrangheta tirrenica, Pantaleone Mancuso,  che diceva che non esiste più la ‘ndrangheta ma esiste solo la “massoneria”, termine con il quale lui non intendeva l’istituzione ufficiale ma un modo di fare relazioni»..

La Massoneria di Goethe




Goethe, Mozart, Herder, Lessing, Wieland: i principali artisti e intellettuali del Settecento tedesco aderirono all’Ordine Massonico, cui parteciparono anche importanti sovrani e uomini di stato, come Federico II di Prussia. Si è parlato del Settecento come del secolo massonico e per certi versi lo è stato, soprattutto in Germania con una proliferazione ricca e insieme inquietante di varie osservanze massoniche, di logge dei più diversi orientamenti. Era il tempo in cui la massoneria era di moda, e lo era perché corrispondeva al sentire dell’epoca. La sua ‘filosofia’, incentrata sull’etica del ‘costruttivismo’, era congeniale sia agli illuministi, con il loro ideale del progresso, sia ai ‘mistici’, ai pietisti, agli esoterici, o – come si diceva allora – agli illuminés. Eppure la convivenza non era facile tra queste due importanti componenti della cultura settecentesca. Si ebbero appassionati confronti, arroventate dispute, lotte aspre, polemiche continue, travolgenti entusiasmi e delusioni cocenti. E tutto ciò alla vigilia della Rivoluzione. E tutto ciò in un secolo che aveva eletto la ‘socievolezza’, a suo valore principale. E proprio in nome della garbata reciproca frequentazione Goethe aderì, nel 1780, alla Loggia Anna Amalia delle Tre Rose. Nel 1781 divenne ‘compagno’ e nel 1782 ‘maestro’. Ma poi successe qualcosa d’imprevisto: le lotte interne nella massoneria tedesca si ripercossero anche nella loggia di Weimar che “entrò in sonno”, chiuse i battenti per una ventina di anni. Goethe continuò a interessarsi della attività massonica: nel dicembre 1782 fu iniziato agli “Alti Gradi”, mistici e spiritualistici, e nel febbraio 1783 aderì alla ‘concorrenza’ entrando nell’Ordine degli Illuminati, radicali e laici. Si è ipotizzato che così il ministro von Goethe poteva controllare dall’interno che cosa bolliva nelle varie pentole massoniche. Fatto sta che la più autentica elaborazione della concezione massonica la dobbiamo cercare nelle sue opere: alcune specificamente massoniche, come I segreti, Il Flauto Magico (continuazione dell’opera mozartiana), il dramma Il Gran Cofto, nonché in varie liriche, ma soprattutto nel romanzo Wilhelm Meister - il vero monumento settecentesco alla massoneria - e nel Faust, l’estremo poema universale incentrato sulla magia e sul suo superamento spirituale, un tema appassionatamente dibattuto tra Illuminati e illuminés, che non ha perso la sua attualità...

Marino Freschi, germanista, già professore emerito di Letteratura tedesca all’Università di Roma Tre è attulmante ordinario all’Unint. Saggista per Bulzoni, Donzelli, Il Mulino, ha curato per la Utet i due volumi della civiltà letteraria tedesca

venerdì 7 luglio 2017

Gli Arconti nello Gnosticismo

di Filippo Goti



1. Introduzione

Il termine Arconte trova la sua origine nel greco arkhonontos ( magistrato, primo magistrato ). La natura della parola è indicativa del ruolo che tale figura svolge nella teogonia e cosmogonia gnostica, essi sono i giudici, i controllori di questo mondo. E' giusto ricordare che lo gnosticismo storico propone un Cosmo ontologicamente e/o fenomenologicamente separato dal mondo divino. In relazione ad una originaria caduta si genera una contrapposizione, apparente o sostanziale, fra questo mondo, dove l'uomo si trova prigioniero, e una divinità superiore e occulta. Nei sistemi gnostici di origine iranica, dove il dualismo è radicale, sussitono due Enti che si affrontano in una vera e propria lotta, attraverso i rispettivi eserciti, mentre nei sistemi gnostici di origine greca-egizia-giudaica, riscontriamo la figura di un Demiurgo ( Piccolo Creatore ) coadiuvato da potenze da lui generate: gli Arconti. La presenza del Demiurgo è caratteristica sia dei sistemi ontologicamente dualistici, sia di quelli dove tale caratteristica è solamente fenomenologica.


2. Arconti

I commenti che trattano della figura degli Arconti, tendono a rappresentare queste potenze come le creatrici del nostro mondo, e dell'uomo stesso. Tale identificazione può portare a facile confusione, se non viene ricordatoche il Cosmo non è concidente che l'Ente Supremo, e che il Dio Occulto oltre ad essere divinità è anche luogo adimensionale e atemporale preesistenze al Cosmo stesso. Dove quest'ultimo rappresenta l'effetto di una crisi accidentale occorsa nel Pleroma stesso. Quindi possiamo meglio inquadrare la funzione degli Arconti come quelle potenze, che in virtù della rimembranza per l'ordine e l'armonia del Pleroma, tendono a ricrearla attraverso la suddivisione e la regolazione dello spazio insito nel Cosmo, attraverso atti di creazione, e di applicazione delle leggi. Dove la suddivisione, la regolazione, e la creazione rispecchiano, seppur in difetto, l'antica realtà del pleroma. Essi quindi tendono a riflettere nel Cosmo accidentale, il ricordo di quello che era, e che non è più. Lasciando trasparire anch'essi una sorta di nostalgia, sublimata nell'atto creativo stesso. Un ricordo che è insito nel loro patrimonio generico, o per meglio dire nella loro medesima matrice spirituale.


3. Arconti e apocrifo di Giovanni

Così l'Apocrifo di Giovanni descrive la nascita del primo arconte: Allorchè essa vide che l'oggetto della sua volontà era di tipo diverso - aveva il tipo di un drago, la faccia di leone dagli occhi di fuoco fulminanti e fiammeggianti, lo allontanò da sé...
La Madre dell' Arconte è Sopia un Eone promanato dal Pleroma, che disubbidendo alla regole che governano il Pleroma stesso, ha generato senza congiungersi al suo naturale compagno, ma unendosi al desiderio che essa provava per l'Ente Supremo.
Da questo breve, ma significativo stralcio, posiamo enucleare tre elementi che devono essere presi in considerazione:
La contrapposizione fra l'immagine della Sopia, e la bestialità del suo frutto
La vergogna della Sofia per il suo frutto
La nascita dell'Arconte tramite atto di esclusiva volontà della Sopia
La natura animalesca del Primo Arconte, che si staglia con la pura essenza pneumatica della Sopia, Jaldabaoth, questo è il suo nome, in niente rende testimonianza alla perfezione della madre. In quanto in virtù del desiderio che lo ha generato, creato da pulsione alla separazione ma anche creante tale separazione, risulta specula negativa e mostruoso della bellezza e armonia che permaneava tutto il Pleroma. Il desiderio è corruzione di ogni pensiero, e il pensiero è la radice di ogni fare. Quindi se il desiderio è incubo del pensiero, e con esso si trova avvinghiato, ineluttabilmente l'azione posta in essere risulterà macchiata, e stravolta. Il lecito Amore che tutto arde di Sophia per il Pleroma come divinità inconoscibile, un Amore di Conoscenza, si è trasmutato in desiderio, e a sua volta in brama. L'ipostasi del pensiero di Sophia, ne è risultata stravolta nella forma e nel contenuto, seppure un seme della sua natura divina, è scivolata in essa.
La Sopia innanzi a questo suo frutto, prova vergogna. In quanto esso è testimonio della sua trasgressione, della sua violazione alle regole divine. Ne prova repulsione, paura e lo nasconde, oltre il mondo degli eoni, nell'Ombra sottostante, dando così inizio alla Creazione del Cosmo. Infatti il Cosmo viene posto in essere, in quanto lei vi ha collocato una realtà indipendente all'unicità nella natura del Pleroma. Una separazione in separando. Non fu la Lussuria la causa, ma effetto del desiderio, che a sua volta generò l'ira, che si cristallizzò in lussuria.
Proseguendo nella lettura dell'apocrifo troviamo che i figli di Jaldabaoth, sono descritti chi con forma di iena, di pecora, di asino, di drago, scimmia e fuoco. Continuando a rimarcare la loro natura perversa e malata. Essi non sono ne immagine ne somiglianza degli eoni che dimorano nei limiti estremi del Pleroma, in quanto queste potenze inferiori essendo ignoranti veicolano tale stato dell'anima, anche nella loro manifestazione. E' infatti giusto ricordare che nello gnosticismo storico la Conoscenza è veicolo e forma di redenzione, come se essa portasse ad un cambiamento intrinseco nella natura dell'essere. Cambiamento non solo animico, ma anche mentale e fisico. Ecco quindi che anche lo stato di ignoranza, intesa come assenza della conoscenza, comporta eguale, seppur inverso, processo plasmante della natura e della forma di ogni essere.


4. Funzione degli Arconti nell'Apocrifo di Giovanni

Jaldabaoth, il Primo Arconte, e i suoi figli, in virtù della sua discendenza da Sopia ha in se la capacità di creare, anche se è limitato in questa arte dalla propria ignoranza, e dalla degradazione generata dalla non discendenza diretta dall'Ente Supremo.
Jaldabaoth ordina il cosmo, i cieli, la terra, e il creato tutto, e pone sul trono dei cieli i suoi figli. Questa opera generativa viene interrotta dalla manifestazione del Metropator, accorso verso Sopia, immagine perfetta del Dio occulto, invisibile, Padre di tutto. Jaldabaoth e i suoi figli, e le potenze da essi generate sono basiti da tale potenza, e tremano dalla consapevolezza della loro limitatezza, a cospetto di cotanto splendore. Decidono quindi di catturare il Dio Padre, attraverso una sua immagine, l'immagine dell'Adam Terreste, specula dell'Adam Celeste: manifestazione del Metropator.
Ma tale creatura, relegata nel Paradiso Terreste, è incapace di alzarsi, e solamente la clemenza del vero Padre, attraverso il soffio di vita, le permetterà di ergersi. Cosa dedurne ? Un vaso d'acqua per essere tale, necessita di acqua.


5. Arcontici

Una setta gnostica del IV secolo diffusa in Palestina ed in Armenia, fondata da un prete palestinese di nome Pietro da Cabarbaricha, il quale, deposto dal sacerdozio, si rifugiò in una comunità ebionita.
Intorno al 360, oramai in età avanzata, P. viveva, in estrema povertà, come un eremita in una caverna vicino a Gerusalemme, dove trasmise le sue dottrine ad un tale Eutatto, che le portò in Armenia.
Successivamente P. venne scomunicato da Sant'Epifanio, vescovo di Salamis (l'attuale Costanzia sull'isola di Cipro), principale fonte di informazione su questa setta.
La dottrina gnostica degli a. era basata su sette cieli, ognuno governato da un principe (in greco archon, da cui il nome della setta), circondato da angeli, carcerieri delle anime, mentre in un ottavo dimorava la Madre Suprema di Luce.
Il re o tiranno del settimo cielo era Sabaoth, il Dio dei Giudei, padre del demonio: quest'ultimo si era ribellato all'autorità del padre e aveva generato, unendosi ad Eva, Abele e Caino e quindi l'intera umanità.
Compito delle anime era di raggiungere la conoscenza (gnosi) in maniera da sfuggire il potere malvagio di Saboath e volare in ciascuno dei cieli fino a raggiungere la Madre Suprema.
Gli a. erano molto ascetici e rigoristi (digiunavano spesso e praticavano la povertà), negavano la resurrezione del corpo (ma non quella dell'anima) e condannavano i Sacri Misteri e il Battesimo, in quanto qualcosa introdotto dal tiranno Sabaoth, per tenere intrappolate le anime.
I loro testi sacri erano alcuni libri apocrifi, denominati Symphonia, Anabatikon e Allogeneis ( tratto da www.eresie.it)


6. Una chiave di lettura

Tornando all'origine greca della parola Arconte, Magistrato, chiediamoci quale sia la funzione di tale figura divina, posta fra l'uomo e il Padre Occulto. L'Arconte è una Potenza che ha plasmato la figura umana, e dato creazione alla sua dimora terreste. Tale speculazione è valevole per ogni contesto cosmogonico e teogonico; dove gli Arconti hanno ruolo, essi sono raffigurati come quelle figure che hanno dato regole al Cosmo e al Tempo, in virtù della loro rimembranza infusa, dell'armonia e dell'ordine del Pleroma.
Nei testi classici oltre ad evidenziare gli arconti nel ruolo di creatori, seppur limitati dalla loro ignoranza e accidentalità, (il Primo Arconte è chiamato Jaldabaoth l'arrogante o Samael il cieco), si sottolinea la funzione di ostacolo che essi esercitano al ritorno dell'uomo verso il Padre Occulto. Una forza di opposizione che si esplicita attraverso il perdurare della soggezione dell'uomo alle regole del Cosmo, e delle altre strutture in esso comprese. Ed essendo la composizione occulta dell'uomo dipendente per gran parte dall'agire degli Arconti, vi è una corrispondenza naturale fra quanto vi è in noi, e quanto vi è fuori di noi. E quindi al costante richiamo che il Pneuma ci invia per spronarci al Grande Ritorno, subiamo anche la continua volontà di fascinazione alle manifestazioni di questo mondo.
Dopo questa rapidissima esposizione, la risposta che mi sono dato, e che vi offro, maturata nei miei studi e nella mia ricerca si pone su di un cardine maestro dal nome non giudizio. E' infatti inutile che l'uomo giudichi la creazione e gli Arconti, in quanto essi in realtà sono i suoi magistrati "naturali". L'uomo non è libero perchè è qui adesso, ma esattamente il contrario: questa verità è determinata dalla stessa e sola presenza dell'uomo nella sua dimora terrestre, così apparentemente lontana dalla dimora divina. È la medesima condizione di stato che è prova del nostro difetto, quindi invece di perdersi in giudizi morali, è utile impegnarci per superare l'ostacolo che ci è posto innanzi. In quanto non a parole, ma con i fatti, rovesceremo individualmente la nostra condizione.

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giovedì 6 luglio 2017

Lutto nel Rito di York

Si è spenta la suocera del Comp. Mario Pieraccioli, Illustrissimo Gran Maestro del Gran Concilio dei Massoni Criptici d'Italia - Rito di York. A lui e alla sua famiglia le condoglianze del Sommo Sacerdote del Gran Capitolo Tiziano Busca, di tutti i compagni e della redazione del Blog dell'Arco Reale...

mercoledì 5 luglio 2017

Conversando Sotto le Stelle, appuntamento a Empoli



Nuova stagione a Empoli per “Conversando Sotto le Stelle”, il tradizionale appuntamento estivo della loggia empolitana Umanità Libera (441) che si tiene ogni anno in collaborazione con il Collegio toscano del Grande Oriente d’Italia. Due le date a luglio anche in questa edizione che si svolgerà ancora a Borgo San Giusto (Via Salaiola 151). Entrambi gli appuntamenti, a ingresso libero, sono fissati per il 13 e il 20 luglio dalle ore 21:30.

“Il martirio di un iniziato Empolese: Domizio Torrigiani Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia” è il tema affrontato dal Gran Maestro Aggiunto Santi Fedele il 13 luglio in una conversazione che rievocherà le vicende storiche più tragiche della Massoneria in Italia dall’avvento del fascismo sino alla Liberazione. Torrigiani fu Gran Maestro dal 1919 al 1932, anno della sua morte. Fu il Gran Maestro che nel 1925 fu costretto a sciogliere le logge massoniche in osservanza della legge sulle associazioni, del novembre dello stesso anno, voluta da Mussolini per far tacere le ultime voci di libertà, tra cui quella della Massoneria. Il Grande Oriente d’Italia trasmigrò in Francia, Palazzo Giustiniani fu confiscato dal governo, i massoni si videro perseguitati, talvolta uccisi (più tardi finirono nei campi di concentramento), le sedi delle logge prese d’assalto e distrutte. Il Gran Maestro Torrigiani fu assegnato al confino di polizia nel 1927, prima a Lipari e poi a Ponza dove subì misure di sicurezza particolarmente dure e intense tanto da farlo ammalare gravemente. Fu liberato cinque anni dopo quando, ormai cieco, si spense nella sua casa toscana di Lamporecchio il 31 agosto 1932. Torrigiani viene ricordato come il “Gran Maestro martire”.

Nel secondo incontro di “Conversando sotto le stelle” si parlerà di oggi. Il 20 luglio sarà Umberto Cecchi, giornalista e scrittore, a tenere una conferenza su “Libertà in declino: l’inviolabile diritto associativo”. Si partirà dalla Costituzione italiana che considera la libertà di associazione una libertà indispensabile per favorire lo sviluppo della persona umana e la sua partecipazione alla vita economica, politica e sociale del Paese.

Entrambi gli incontri saranno introdotti dal Francesco Borgognoni, presidente del Collegio Circoscrizionale della Toscana.

Fonte: GOI

martedì 4 luglio 2017

Lettera di Mazzini ai massoni siciliani



Abbiatevi una stretta di mano da me ed una parola di gratitudine e di augurio. La stretta di mano è a voi come patrioti dell’Isola iniziatrice. La parola usata e d’augurio è a voi come Massoni. Voi avete una importante missione da compiere: quella di restituire la Massoneria all’antico spirito dell’istituzione. E dico: restituire, perché la Massoneria non fu, nei periodi nella sua potenza, straniera, come poi la fecero, ai destini politici dei popoli. Fu dall’origine la santificazione del Lavoro. E il Tempio, simbolo d’ un ordinamento sociale, racchiudeva nel concetto tutta quanta l’attività umana. Molay cadde vittima d’un re e d’un papa. Più dopo, la Massoneria dava parola d’ordine ai suoi: L.P.D. lilia pedibus destinam e distruggeva infatti i gigli di Francia. Gli Illuminati erano repubblicani. Fu soltanto nell’epoca del suo decadimento che l’istituzione si ridusse a formola di amicizia e di carità mutua, accogliendo principi nel suo seno. Il risorgere d’un Popolo è solenne occasione al risorgere dell’istituzione. E voi lo intendete e lo farete intendere ad altri. L’Italia Una e Repubblicana deve essere il Tempio dal quale la bandiera che non conosce padronise non Dio nel  cielo e il Popolo in terra, insegnerà amore, fratellanza d’uguali e associazione delle nazioni. La vostra fede abbraccia tutta quanta l’Umanità. Ma la Patria è il punto d’appoggio della leva, l’altare dell’Umanità. Siate dunque Italiani per potere operare colla forza di venticinque milioni di liberi a pro’ dell’intero mondo. Fate che i vostri non dimentichino nelle forme lo spirito. Il simbolo senza l’idea è cadavere. E i massoni del XIX secolo e d’Italia devono essere più vicini d’un passo alla rivelazione dell’Idea che non quelli dei secoli addietro. Voi volete gli uomini fratelli; volete dunque che sia abolito il privilegio ereditario governativo. Il Gran Maestro non è né può essere ereditario. Voi volete la luce per tutti. Voi dunque volete abolire il monopolio della luce e della scienza in un solo individuo. Il Grande Architetto dell’Universo non ha vicarii in terra, se non quelli che più lavorano col sagrificio all’edificazione del suo Tempio. Guardate al Papato, e dite se la sua caratteristica è il sacrificio. Monarchia e Papato adunque sono incompatibili col trionfo della vostra Istituzione. Non lo dimenticate. Dio e il Popolo: ecco il vostro simbolo; la vostra parola sacra. Guidate per mano i vostri adepti ad esso e moltiplicate.
E non vi separate da quanto riguarda i dolori, i bisogni, le aspirazioni dei vostri fratelli profani ancora. Il miglior metodo d’iniziazione è la comunione con essi. Abbiatemi fratello nella fede dell’avvenire.

Lugano, 27 Agosto 1863

lunedì 3 luglio 2017

Storia del Rito di York: settima e ultima puntata

di Giuseppe Di Domenica





C’è una colonia inglese oltre oceano nel nuovo continente americano, di cui non abbiamo parlato ma che avrà un grande ruolo futuro e non solo per la muratoria. Gli Stati Uniti d’America, vengono fondati il 4 luglio 1776 divenendo quindi una nazione sovrana, ma massonicamente è popolata principalmente da logge militari peraltro scarse nei numeri, anche se vi è notizia della prima Loggia civile operante a Boston nel 1720 e che si riuniva nella  King’s Chapel. A partire dal 1730 i moderns iniziano a conferire bolle a cui seguiranno quelle ancients, con una progressiva crescita numerica.

Pound afferma che la muratoria americana nascerà da 4 “madri”, Massachusetts  ancients, Michigan e New York ancient di origine Canadese, Conneticut e North Carolina modern, Louisiana e Pennsylvania di derivazione francese. In pratica una universalità rituale di questo nuovo continente che troverà un momento di sinergia nel 1843 nella Convenzione di Baltimora.

Le Logge americane non si discostarono sostanzialmente da quelle europee, i problemi invece sorgeranno dopo il 1813 quando creandosi la UGLE (Gran Loggia Unita d’Inghilterra) questa stabilirà un canone preciso di ortodossia nel percorso dei gradi e che non tutte le Logge americane gradiranno (invero il gradimento delle inglesi fu di pari spessore, ma il tempo favorì la riaggregazione).

Una notazione curiosa di questo periodo di transizione, fu quando Benjamin Franklin passando all’ Oriente Eterno, compianto da tutta la fratellanza francese  ebbe un secco rifiuto al funerale massonico in patria in quanto modern e quindi “non massone”.  Solamente nel 2006 tale affronto venne riparato dal 116° Gran Maestro della Pennsylvania che officiò un servizio in suo onore.

Il Regno Unito prende quindi la sua decisione di contrassegnare un proprio tragitto muratorio quasi 100 anni dopo da quel fatidico 1717 di cui tutti parlano (oggi). Gli americani abituati a pensare in maniera libera, senza leggi coercitive (il Unlawful Act quasi cancella la massoneria inglese di fine 700 ) e con questa vasta visione rituale portata dalle più varie componenti continentali europee, danno al mondo lo  “York Rite”, che in effetti non è altro che il mantenimento delle vecchie forme tradizionali ancient, del compagnonaggio e del templarismo, un nuovo continente che mantiene il tesoro del vecchio !

Gli inglesi ovviamente non gradiscono molto, essendosi elevati ad unici depositari della Tradizione ed infatti nei tempi moderni, in maniera arcigna il Fr. Kuhn ricorda come sia errato parlare di “Rito di York”, quanto sia corretto parlare di “Rito Americano”, ovvero di una evoluzione in 6 gradi dell’unica ed vera massoneria del 1717.

Non mi sembra opportuno dopo la lunga disamina di queste puntate valutare tali affermazioni, e sicuramente non è possibile rinvenire documenti totalmente comprovanti le origini, ma è altrettanto reale che una Quator Coronati americana effettivamente non esiste e quella inglese è almeno nella prima parte della storia orientata a senso unico.

Lo York attuale è quindi un assieme di forme rituali in parte anche innovate per esigenze di accesso e che andremo brevemente a delineare.

·       Il primo step è composto da The Mark Master Mason (molto vicina al compagnonaggio) una volta diviso in due articolazioni una delle quali veniva conferita al Compagno di Mestiere, preciso anche che tale uso è ancora in vigore in alcune Gran Logge. E’ una articolazione fondamentale nel tragitto muratorio anche dopo la sua modernizzazione in quanto l’attuale grado di Compagno non è completo e può ingenerare numerosi errori. Gli stessi inglesi dovettero nella prima metà dell’800 riconoscerne l’utilità con estrema riluttanza.
·       The Past Master (virtuale) un tempo solamente gli ex venerabili potevano essere ammessi nei Capitoli dell’ Arco, ma la numerosità delle Logge ne avrebbe impedito l’accesso, per questo il grado venne predisposto come integrazione a coloro i quali non avessero trascorso l’ufficio.
·       The Most Excellent Master è un grado di comprensione storica relative al lungo intervallo fra costruzione del Tempio e sua riedificazione, in uno stile perfettamente ancient.
·       The Royal Arch Mason nello York viene conferito secondo la modalità ancient, mentre nel ciclo inglese in Italia conosciuto come Emulation utilizza il Sistema Aldersgate o Nigerian. Non casualmente si lavora senza guanti e rappresenta l’approdo finale delle Logge blu. E’ bene ricordare come chi lavori in modalità anglosassone non completerà il proprio ciclo d’istruzione senza avere conseguito il grado dell’Arco dove peraltro si ritrova la “parola perduta” e ci si appresta alla ricostruzione del Tempio. Conseguito questo grado si può proseguire nella Massoneria Criptica ed in quella Cavalleresca cristiana.
La Massoneria Criptica verosimilmente originata in Irlanda, passò in Inghilterra e Scozia finchè giunta in Svezia si radicò con successo nelle Logge di perfezionamento del Re Federico di Prussia e a da la portata in America nel 1761 come side degree del Rito Scozzese.  Portato avanti in entrambi i Riti (RSAA+York) fino al 1880, fino ad essere così configurato come attualmente. E’ considerato un “Circle of Perfection Understanding”, ed anche come il grado del preservamento delle tradizioni collegate alla costruzione del primo Tempio di Gerusalemme. I gradi sono Royal Master Select Master e Super Excellent Master quest’ultimo non presente in tutte le giurisdizioni. Nyles, nel 1817, scrive: 'We have no degree in Masonry that has a more needful, or more important Connection with another, than the Select Master with the Royal Arch. It fills a chasm, which every intelligent Royal Arch Mason has observed, and without it, it seems difficult, if not impossible, to comprehend clearly some of the mysteries that belong to the august degree of Royal Arch.'


 Cavalieri Templari tutti conosciamo la dichiarazione della UGLE (Gran Loggia Unita d’Inghilterra) circa "The Pure and Ancient craft Masonry" fatta di solo tre gradi (apprendista, compagno e maestro) compreso quello dell’Arco Reale a cui verrà aggiunto per il templarismo  "This article is not intended to prevent any Lodge or Chapter from holding meetings in any of the degrees of Chivalry, according to the Constitution of said Order."

Infatti se l’Arco Reale fornisce la Parola, la Cavalleria Templare dà l’Interpretazione.

Il sistema prevede i seguenti gradi :

The Order of the Red Cross
The Orders of Mediterranean Pass and Malta
The Orders of the Temple

Molto spesso il sistema templare massonico viene visto con sufficienza, vista anche la difficoltà di collegare questo antico Ordine con quello attuale di origine libero muratoria; in realtà rappresenta la logica continuazione di un filone molto ben radicato nelle forme tradizionali iniziatiche europee. A tal proposito è interessante ricordare come nell’ambito della revisioni dei Rituali gli ancients nel 1793 costituirono un Concilio di Excellent Masters denominati anche Nine Worthies, intendendo con quest’ultima denominazione riagganciarsi ad una tradizione cavalleresca medievale che vedeva secondo la regola del tre unire idealmente 3 pagani, 3 cristiani e 3 ebrei in imprese di grande rilevanza. Aggiungiamo anche l’esistenza di una speculare e femminile esistenza di 9 female Worthies. Il tutto testimoniale di una profonda radicazione del messaggio cavalleresco nella Tradizione europea e libero muratoria.

In maniera semplice ho voluto delineare degli appunti storici che spero possano essere stati di stimolo di studio ed approfondimento, la storia è una grande madre vediamone assieme i frutti..

Steiner e Nietzsche: storia di un incontro



Steiner incontrò Nietzsche ancora vivo – se pur già scivolato nella tenebra della follia - e si occupò direttamente dell’Archivio del filosofo. Riassunse i risultati del suo lavoro in un libro a lui dedicato, nonché in svariati saggi e innumerevoli conferenze. Tuttavia, ben presto, sui suoi studi su Nietzsche calò una cortina di silenzio. Ci sarebbero voluti decenni prima che qualcuno si rendesse conto della validità di certe istanze, sdoganando, sia pur a denti stretti e frettolosamente, il pensiero di Steiner su Nietzsche. E ancora oggi, a distanza di oltre 120 anni dall’uscita del suo libro su Nietzsche, i portavoce della critica ufficiale persistono nella congiura del silenzio. Il fatto è che Rudolf Steiner viene considerato – dai portavoce del ‘pensiero unico accademico’ – un autore che si occupa prevalentemente di ‘spiritualismo’ e questo basta per ignorarne completamente le opere squisitamente filosofiche. È ora tempo che tale ostracismo venga revocato. È ora, insomma, di fare giustizia.
Questo bel volume di Piero Cammerinesi (Bonanno Editore) segue di qualche mese l'importante riproposizione dei rituali massonici riscritti da Steiner per la Loggia Mystica Aeterna (Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno). Prossimamente in libreria.